EDITORIALE – Se il jazz è nato nel Congo Park di New Orleans e l’hip hop nel Bronx, l’heavy metal è nato in un centro comunale di mattoni rossi di Aston con i Black Sabbath.
Fu in una delle sue piccole stanze dalle pareti bianche che John ‘Ozzy’ Osbourne, Terrence ‘Geezer’ Butler, Bill Ward e Tony Iommi si riunirono sotto il nome di Earth per comporre Black Sabbath, universalmente riconosciuta come la prima canzone metal al mondo.
Black Sabbath, l’album della band di Ozzy Osbourne compie 50 anni L’album d’esordio della band uscì infatti il 13 febbraio 1970.
Il suono presente in questo disco è una miscela di psichedelia oscura e heavy metal che avrà una forte influenza nella genesi di numerose band venute dopo. I ritmi lenti e inquietanti e l’atmosfera da film horror saranno elementi che influenzeranno molto altri generi, su tutti il doom metal.
Cinquant’anni fa, il gruppo britannico rivoluzionò il mondo della musica, scoccando una freccia di puro heavy metal. “Abbiamo capito all’istante che ‘Black Sabbath’ era molto diverso da quello che c’era in quel momento“, ha detto il chitarrista Tony Iommi del pezzo che ha dato il nome al gruppo. “Abbiamo avuto sempre l’intenzione di essere più forti di qualsiasi altra band“, ha affermato il bassista Geezer Butler. “Ho pensato che la canzone sarebbe stata un flop, ma ho anche pensato che fosse brillante“, afferma il batterista Bill Ward. “Penso ancora che sia geniale“.
“Quando abbiamo suonato quella canzone per la prima volta, il pubblico è impazzito“, afferma Butler. È passato mezzo secolo da quando i Black Sabbath hanno ‘spaventato’ i fan del rock con il loro album omonimo, nel quale è contenuta – per l’appunto – la canzone Black Sabbath. La canzone si apre con il suono di un forte temporale e dei minacciosi rintocchi di chiesa prima di schiantarsi contro il suo riff iconico e pesante. Le corde della chitarra oscillano sismicamente, ognuna come un pugno nello stomaco prima di calmarsi abbastanza da permettere a Ozzy Osbourne di dipingere il suo vivido ritratto della paura.
La canzone, dunque, era il prototipo di un genere pronto ad affascinare il mondo.
Black Sabbath, un album che ha ispirato il lavoro di molte band Tra i riff rigidi, gotici, schiaccianti dell’LP e la cupa psichedelia, Osbourne descrisse dettagliatamente un appuntamento con il diavolo nel brano NIB. Cantò le lodi di uno stregone benevolo in The Wizard e narrò altre scene di terrore in Behind the Wall of Sleep. Non solo: la band trattò anche il tema dei mali della società in Wicked World.
A 50 anni di distanza, si può certamente affermare che l’album rappresentava l’inizio di una nuova epoca. Senza questa band heavy metal, i Metallica molto probabilmente non avrebbero scritto Enter Sandman, i Judas Priest non avrebbe mai infranto le regole, gli Iron Maiden non sarebbero corsi sulle colline e gli Slayer non avrebbero mai “regnato nel sangue”.
Queste band avrebbero anche potuto esistere (i Judas Priest erano già nati al momento del debutto dei Black Sabbath), ma è difficile immaginare che qualcuno di loro avrebbe suonato allo stesso modo, se non fossero stati influenzati dal “metallo” di Osbourne.
Gli echi delle macabre immagini, i potenti riff di chitarra e il tamburo atletico dei Black Sabbath sono riflessi, inoltre, nella musica di gruppi come Slipknot, Rage Against the Machine e Pantera. E non è tutto: si sono anche fatti strada nel punk, nell’indie rock e persino nell’hip-hop. Se un marziano dovesse atterrare sulla Terra e chiedere
“Cos’è l’heavy metal?“, la migliore risposta da dare sarebbe: Black Sabbath.