EDITORIALE – La donna ha un grande privilegio: LA MATERNITA’. Ma anche una grande responsabilità!
Imparare il mestiere di madre non è semplice, nessuno lo insegna. Molto dipende dalla capacità della donna di capire, di sapersi donare con amore. Il suo è un amore che spesso deve sapere dire “no”, deve essere capace di sapere dare regole e consigli giusti, in piena coerenza con il proprio modo di agire.
L’età del figlio più impegnativa e difficile da affrontare per una madre è l’adolescenza. Gli adolescenti avvertono il bisogno di staccarsi dalle regole e dalla protezione della famiglia per essere accettati dal gruppo dei coetanei. Si vestono e si tagliano i capelli allo stesso modo, ascoltano la stessa musica, in generale assumono identici atteggiamenti. Questi cambiamenti non hanno in sé nessuna negatività, sono i giusti segnali di una crescita fisica, intellettuale e comportamentale. Il problema si presenta quando si eccede nelle trasgressioni in nome di un bisogno di fare gruppo a tutti i costi per non sentirsi emarginati ed esclusi. E’ allora che “false luci” iniziano a danzare nella loro mente e a penetrare la loro quotidianità.
Può capitare che una madre non riesca a cogliere questi segnali premonitori di disagio e di dipendenza da sostanze che creano falsi atteggiamenti di euforia e di sicurezza.
I ritmi frenetici della nostra società impediscono una presenza più assidua e costante in famiglia, importante per stabilire un rapporto profondo con i figli. Spesso si arriva stanchi la sera e non si ha voglia di parlare e né di ascoltare, ci si limita a poche battute essenziali, il più delle volte a rimproveri.
La comunicazione con i nostri giovani è un rapporto di fiducia che si costruisce nel tempo, giorno per giorno, investendo tempo, fatica, pensieri ed emozioni.
In questo giorno di festa, non possiamo non rivolgere un pensiero alle così dette “MAMME CORAGGIO”. Ma chi sono le “mamme coraggio”?
Sono le mamme che dedicano, con amore e completa dedizione, la loro intera esistenza ai figli disabili.
Sono le mamme che si trovano ad assistere e curare il loro figlio gravemente malato in un reparto oncologico, consapevoli che il loro infinito amore non può guarire la loro creatura.
Sono le mamme che per la morte dei loro figli, per cause diverse, vedono sconvolta la loro vita e che, pur con grande sofferenza, riescono a “risalire la china” e a dare un senso alla loro esistenza.
Sono le mamme che scoprono che il loro figlio, da ragazzo buono ed educato, improvvisamente si è trasformato in un violento a causa della droga.
Sono le mamme che, prive di lavoro, non hanno il necessario neanche per sfamare i loro figli ma che, con coraggio, vanno avanti tra mille difficoltà, privandosi di tutto per dare ai figli un’esistenza dignitosa.
Tante, dunque, le “mamme coraggio”! A loro vanno comprensione ed ammirazione!
In questo giorno di festa, il mio pensiero va alla mia mamma, che ho avuto con me a lungo: aveva 96 anni quando è andata via. La ricordo, da giovane, forte, tenace, combattiva. Era il pilastro della nostra famiglia! In tempi successivi alla guerra si dava da fare come una “leonessa” perché non mancasse nulla ai suoi quattro figli. Andando avanti negli anni, pur non abbandonando la sua grinta e la sua sicurezza, forse anche perché stanca dopo una vita di lavoro e di sacrifici, si era lasciata andare ad atteggiamenti più dolci, più empatici e comprensivi. Amava di un amore tenerissimo i suoi nipoti, era sempre dalla loro parte. Ha vissuto con grande dolore la perdita della nipote Gelsomina, che portava il suo nome. Le sue giornate, fino a poco tempo prima della sua morte, erano dedicate a lavori vari, in particolare all’uncinetto, di cui era un’esperta maestra. Custodisco gelosamente tanti manufatti impreziositi dal suo impareggiabile tocco.
Rivolgo a lei il mio pensiero riconoscente e grato!
A tutte le MAMME gli auguri più affettuosi e sinceri!