PALAZZO SAN GERVASIO (PZ) – “Non è stato picchiato, ma non si escludono altri reati come l’omicidio colposo”. Così il Procuratore della Repubblica di Potenza Francesco Curcio sulle indagini avviate per ricostruire quello che è successo ieri nel Cpr di Palazzo San Gervasio.
A perdere la vita un ospite del Centro – Osama Belmaan, diciannovenne maghrebino – trattenuto dal 24 maggio scorso. Secondo quanto riportato dalla stessa Procura, Osama aveva tentato il suicidio pochi giorni fa, ingerendo alcuni pezzi di vetro. Ricoverato al San Carlo di Potenza, era stato dimesso ma “su di lui nel Cpr doveva esserci un controllo” – ha aggiunto Curcio – .
Controllo che – secondo i primi rilievi – non c’è stato. Nella struttura era presente solo un infermiere per 104 ospiti, e nessun medico. Osama – ieri mattina – avrebbe dovuto sottoporsi ad una terapia medica, ma non si è presentato. E’ rimasto a letto, senza che nessuno controllasse le sue condizioni. Secondo quanto riferito alla Tgr da un altro trattenuto – della morte del giovane si sarebbe accorto un suo compagno di stanza, che avrebbe così avvertito il personale del Centro. Tutto questo accadeva alle 6 di pomeriggio – mentre l’ora della morte potrebbe risalire addirittura alle 15.
“Il Cpr non è in linea con lo standard di sicurezza della salute che sia degno di uno stato civile” ha commentato Curcio. A luglio scorso intanto si sono concluse le indagini preliminari sulla passata gestione del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Palazzo San Gervasio.
Coinvolte 26 persone tra medici, gestori, avvocati e forze dell’ordine. I reati contestati vanno dai maltrattamenti alla corruzione.
Intanto é in corso l’autopsia sul giovane morto. Un’ispezione nella struttura di alcuni consiglieri regionali riaccende le denunce sul suo funzionamento