2 giugno. Polese: ‘Con il dolore per le perdite dal Covid dobbiamo prendere esempio da un popolo che seppe rialzarsi 75 anni fa dopo una tragedia immane’

La nota del consigliere regionale Mario Polese che ricorda Egidio Garramone, giovane ex Vicesindaco di Laurenzana, scomparso prematuramente stanotte a causa del Covid.

POTENZA – Oggi celebriamo la ‘nostra’ Festa della Repubblica, come avviene da 75 anni, ma con uno spirito diverso. Se da un lato infatti la tradizione e i protocolli impongono di ricordare la storia perché è importante soffermarsi su quello che siamo stati per essere interamente coscienti di quello che siamo al fine di diventare ancora migliori nel futuro, dall’altro lato viviamo questa giornata per il secondo anno consecutivo in uno stato di grande sofferenza per le centinaia di vittime e per l’incertezza dovuta alla Pandemia da Covid. Proprio stanotte è venuto a mancare, a causa del Covid, un mio giovane amico, che aveva grande passione per la politica. Una gran bella persona. Il dolore è grande. Tutti noi abbiamo perso molto in questo terribile periodo.

Questo subdolo ‘nemico’ che non si vede, ma che ha infettato e ucciso milioni di persone in tutto il mondo, è riuscito a metterci in ginocchio. Abbiamo il dovere però, non come donne e uomini ma come popolo di rialzarci e combattere per noi ma soprattutto per quelli che non ci sono più e per coloro che verranno dopo di noi.

Di certo verrà il giorno in cui dovremmo chiederci se, da istituzioni, potevamo fare di più e meglio. Lo dobbiamo a chi non è più con noi e lo dobbiamo non a quello che siamo ma a quello che rappresentiamo.

Prima però va vinta la ‘guerra’ contro il Covid. E ci sono motivi per guardare i prossimi mesi con un cauto ottimismo così come sottolineato ieri anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La lotta al contagio sta procedendo. Bisogna dare atto al Governo nazionale guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi di una accelerazione importante nella vaccinazione di massa. Con tutte le cautele del caso forse si può dire che abbiamo imboccato la strada del ritorno alla normalità.

Questo va sottolineato, anche se con il dolore nel petto, per recuperare la voglia di vincere in una data che rappresenta una rinascita. Quella di un popolo che ha saputo già rialzarsi. Esattamente 75 anni fa, era il 2 giugno 1946, i cittadini italiani e per la prima volte le cittadine italiane furono chiamate alle urne a esercitare il proprio diritto di voto per scegliere la natura politico e istituzionale dello Stato. La scelta era tra il sistema monarchico o quello repubblicano. E dalle ceneri di un ventennio fascista il popolo italiano, ancora ferito dalla tragedia della Seconda guerra mondiale che era finita pochi mesi prima, scelse la ‘Repubblica’. Ma non fu un suffragio a larga maggioranza: il Paese era ancora profondamente diviso e il sì alla novità repubblicana ottenne il 54 per cento contro il 45 della tradizione monarchica.  

L’Italia era spaccata e in ginocchio. Esisteva una spaccatura profonda tra Nord, a maggioranza repubblicana e Sud a maggioranza monarchica. La guerra civile del resto aveva scosso anche l’anima stessa del nostro Paese. Per fortuna, e lo dico con la ragione della storia, gli italiani scelsero la profonda cesura con il passato. Non furono anni semplici in ogni caso come non può esserlo mai dopo un periodo così oscuro. Ma l’Italia si rialzò con grande coraggio e grande volontà ritrovandosi in un sentimento antifascista e nella voglia di costruire un nuovo Paese moderno e compiutamente democratico.

Ce la faremo anche questa volta. W l’Italia, W la Repubblica e W gli italiani.

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