LAURIA (PZ) – In occasione dell’anniversario della nascita e battesimo del Beato Domenico Lentini di Lauria, ivl24 vi propone l’articolo scritto da Don Luciano Labanca per il blog “Caritas Veritatis”. Un ricordo e una preghiera per il sacerdote di Lauria, simbolo di carità, umiltà e devozione.
“Era il giorno 20 di un freddo mese di novembre del 1770, quando nella sua casa nel quartiere Cafaro del rione Superiore di Lauria (PZ), veniva al mondo l’ultimo dei cinque figli dei coniugi Macario Lentini e Rosalia Vitarella. Gli fu imposto il nome di Domenico, “Dominicus“, ossia “del Signore”. Nello stesso nome c’era il suo programma di vita: sarebbe stato tutto di Dio, per sempre! Lo stesso giorno della sua nascita, nella Chiesa parrocchiale di San Nicola, veniva battezzato, diventando figlio di Dio e membro della Chiesa, che avrebbe servito come sacerdote, innamorato di Cristo e dei suoi figli prediletti, i poveri! La semplice atmosfera di vita cristiana che respirò in famiglia sin da bambino, grazie alla sincera testimonianza di fede dei genitori, gli permise di crescere – parafrasando un’espressione di Sant’Agostino – bevendo il nome di Gesù con lo stesso latte di sua madre (cfr. Confessioni, III, 4, 8). E fu proprio sua madre Rosalia, appena rimessasi dal parto, ad offrire al Signore per le mani di Maria il suo figlio Domenico presso il bel santuario del Monte Armo, invocando dalla Vergine sul bambino il dono di vederlo “vecchio e santo“.
Una preghiera certamente accolta ed esaudita: fu vecchio, perché “presbitero” (dal greco presbyteros, che significa “più anziano”), sacerdote di Cristo dall’8 giugno 1794, quando per le mani del Vescovo Mons. Bernardo Della Torre, nella Cattedrale di Marsiconuovo, venne consacrato per sempre ministro del Vangelo; e fu certamente “santo”, vivendo in pieno la vita divina ricevuta in dono nel Battesimo, offrendo una testimonianza esemplare di fede, speranza e carità e di tutte le virtù teologali. Il popolo di Dio, con il sensus fidei che lo caratterizza, da subito ha riconosciuto la santità di quest’uomo semplice, già in vita, come testimoniano le numerose deposizioni di tanti contemporanei al processo canonico per il riconoscimento delle sue virtù. Sono sempre attuali le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II nella Messa di Beatificazione, celebrata in piazza San Pietro il 12 ottobre del 1997: “Sacerdote dal cuore indiviso, seppe coniugare la fedeltà a Dio con la fedeltà all’uomo. Con ardente carità si rivolse in particolare ai giovani, che educava ad essere saldi nella fede, ed ai poveri, ai quali offriva tutto ciò di cui disponeva con un’assoluta fiducia nella divina Provvidenza. La totale dedizione al ministero fece di lui, secondo l’espressione del mio venerato Predecessore il Papa Pio XI, “un prete ricco solo del suo sacerdozio“.
Celebrare il ricordo della nascita terrena di questo testimone del Vangelo, dunque, è uno stimolo ad approfondirne la figura, a diffonderne il culto e soprattutto ad imitarne le virtù, ricordando che ciascuno di noi è chiamato a questa méta della santità, che non è qualcosa di riservato a quelli che la Chiesa ha posto già sugli altari, ma è l’obiettivo comune di ogni uomo e donna, che desidera vivere il Vangelo con serietà e radicalità. Uno dei temi preponderanti della predicazione del Lentini, infatti, fu proprio l’invito per tutti alla santità. Francesco Scaldaferri, testimone al processo diocesano di riconoscimento delle virtù del sacerdote lauriota, affermò: “Mi consta che l’amore del Servo di Dio per il prossimo, era quello di vedere tutti santi” (Positio super virtutibus, testimonianza di Francesco Scaldaferri, p. 223). Lo stesso Beato Domenico Lentini, a mo’ di esempio, in una sua Predica scriveva che la società si rallegra “nel vedere […] crescere tanti santi cittadini, la Chiesa tanti sacerdoti e il Paradiso tanti eletti” (D. Lentini, Predica «L’educazione dei figli», in A. Cantisani, Va’… e grida. Le prediche del Ven. Domenico Lentini, Catanzaro, 1992, p. 327).