30 gennaio 1969, a Londra col naso all’insù per l’ultimo live dei Beatles

EDITORIALE – E’il 30 gennaio del 1969 e il mondo è alle prese con cambiamenti epocali. Non solo nel panorama musicale, dove ci si prepara a Woodstock e i Pink Floyd sono vicini dal perdere Syd Barrett e aprire una nuova fase con David Gilmour, ma anche nella scienza e nella tecnologia, con l’uomo che a luglio metterà piede sulla luna e con i computer che ad ottobre avranno il loro primo collegamento remoto tra di loro.

Ma nel penultimo giorno di gennaio di quell’anno, a Savile Road, a Londra, i passanti notarono su un palazzo quattro volti celebri intenzionati a suonare sul tetto.

Il civico era il numero 3, e lì c’era la sede della Apple Records.

Era il 30 gennaio del 1969 come suddetto, e i Beatles suonarono insieme per l’ultima volta con un concerto storico.

Quello, fu il primo “live” della band da quando decise di non suonare più dal vivo nell’agosto del ’66. L’esibizione, in realtà, non fu pensata per essere un vero e proprio concerto non essendo dedicata ai fan, ma per essere inserita nel film documentario Let It Be. I Beatles suonarono cinque canzoni, ripetendole diverse volte, per un totale di una quarantina di minuti di concerto.

Il tutto, si concluse all’improvviso, esattamente com’era cominciato: i Beatles furono costretti ad interrompersi a causa dell’arrivo della polizia, che intervenne a causa del volume altissimo del concerto e dell’ingorgo stradale che si era creato nel frattempo nei dintorni del palazzo. I passanti reagirono con particolare sorpresa e molti si fermarono col naso all’insù nel tentativo di assistere all’esibizione, inutile dire che si creò una ressa incredibile.

Quella location divenne leggendaria, nonostante la scelta dell’ultimo minuto e un concerto di appena 42 minuti.

E pensare che i Beatles, in quei giorni furono invitati dagli organizzatori del festival di Woodstock per prenderne parte. E’ancora memorabile la risposta del quartetto, che in una missiva, ringraziando Michael Lang, John P. Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld, scrissero: “Ci piacerebbe molto suonare con voi e tra di voi ma ci dispiace, ci stiamo sciogliendo…”

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