Sui social questa mattina una testimonianza vera e passionale di Biagio Scaldaferri -lauriota, geometra, ciclista, impegnato da sempre nelle battaglie civiche e grande tifoso del toro- che merita di rimanere nella memoria storica della comunità valnocina.
Un lungo post sul profilo personale di facebook dove Biagio racconta i momenti difficili vissuti la mattina del 7 settembre 1943 –nel pomeriggio di oggi cerimonia in ricordo– e conclude la testimonianza ringraziando le istituzioni, le associazioni e i volontari che tengono vivo e diffondono il ricordo di quella tragedia.
“A Lauria, durante la mattinata del 7 settembre 1943, -testimonianza integrale di Biagio Scaldaferri- improvvisamente si incominciarono a sentire rombi di aerei e scoppi. Io, con mia madre, mi trovavo a casa della nonna materna in via Carlo Alberto – quartiere Taverna- Arrivarono nel frattempo una coppia di vicini di casa con due bambine piccole, mentre una bambina, di nome Rita, più o meno mia coetanea, che era con loro, corse verso casa sua perché la madre la stava chiamando. Cercammo riparo sotto un “arco”- volta in muratura- all’interno della casa e prospiciente Via Carlo Alberto. I boati divennero più intensi, poi uno scoppio fortissimo fece tremare tutta la casa che, istantaneamente, fu invasa da un polverone. La bambina più piccola, aveva circa un anno, lanciò un urlo quasi inumano, io gridai “mamma mi soffoco”. Dopo un po’ gli scoppi cessarono, la polvere incominciò a diradarsi e, guidati dal vicino, unico adulto presente, uscimmo di casa. Via Carlo Alberto era ingombra di macerie, la casa difronte alla nostra non esisteva più, altre erano danneggiate. In quel tragico giorno, a pochi metri dalla casa ove mi trovavo io, trovarono la morte, oltre che altre persone adulte, giovani e ragazzi che io ben conoscevo e con alcuni di loro spesso giocavo. Voglio ricordare i loro nomi: Altamura Caterina; Altamura Giuseppe; Fittipaldi Giuseppe; Fittipaldi Pasquale; Fittipaldi Rita- Rita era la bambina che corse verso casa, chiamata dalla madre, andando incontro alla morte-.”