AAA: centrosinistra vincente cercasi

EDITORIALE – Le ultime comunali con il risultato del Referendum costituzionale sullo sfondo consegnano un dato ben evidente: il campo politico sul quale si misurano contese, vendette e corse alla fascia da primo cittadino è diventato liquido. In Basilicata si sono estinti o quasi i Golem e gli Highlander. In qualche maniera si è addivenuti a una più piatta normalità: le elezioni sono diventate un fatto dove, tranne rare eccezioni, le partite si vincono e si perdono per bravura o per demerito dei candidati. E dove non c’è quasi più il risultato scontato. Insomma: non c’è nessuna rendita di sicurezza. E così capita, come è appunto capitato lunedì, che lo spoglio delle schede elettorali per il Referendum costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari, consegni un dato a favore del sì ancora più largo di quanto sia avvenuto a livello nazionale.

Eppure al netto dei sofismi e dei politicismi adagiati sulla pancia della balena populista il voto aveva una chiarissimo messaggio nemmeno tanto subliminale: il si era contro lo ‘Status quo’ del potere preconfezionato con un falso protagonismo dei Di Maio e della truppa parlamentare del Movimento 5 stelle ma un reale sentimento di rottura; mentre il no era il voto dell’élite (tranne ovviamente eccezioni dall’una e dall’altra parte) acculturata e borghese poco incline alle sirene demagogiche. In passato la Basilicata, come in realtà ancora in molti credevano alla vigilia (compreso il sottoscritto), avrebbe dato un segnale in controtendenza come spesso è accaduto. Invece la Basilicata non è più quel laboratorio spesso politico dove le tendenze venivano assorbire prima che altrove.

Oggi il voto segue dinamiche più cosmopolite e universali. E quindi a poco sono serviti i tentativi della classe dirigente (dal Presidente della Regione al Parlamentare di prestigio) di posizionare l’elettorato sulla ‘difesa’ della Costituzione. E se tanto mi dà tanto anche alle comunali il voto è stato molto più vario e slegato da logiche di appartenenza un po’ ‘tribale’. Hanno vinto, in larga parte, i sindaci che hanno appassionato di più i concittadini nelle piazze e nelle viuzze dei vari borghi. Con un risultato su tutti: il centrodestra in scia alle regionali si rafforza dovunque e si dimostra capace di vincere anche in quelli che per interi decenni sono stati feudi della sinistra di governo regionale. Cambiato il colore al palazzo della Regione cambia il colore anche nelle periferie e il Pd ormai è uno sbiadito ricordo di quella corazzata che poteva sfidare senza conoscere l’onta della sconfitta anche se stesso. La realtà è questa, appena il centrosinistra sbaglia il centrodestra ne approfitta. Poi se gli sbagli sono clamorosi come ad Avigliano o a Matera allora la sconfitta diventa anche drammatica.

Certo con delle differenze: nella Città dei Sassi il centrosinistra tradizionale è ormai opposizione dai tempi del sindaco Buccico e non si vede come l’aria possa cambiare anche nel medio periodo. La curiosità ora per il ballottaggio è quella di capire se il centrodestra terrà o se ci sarà uno scatto dei pentastellati allargati. Ad Avigliano invece la vicenda è più drammatica con il centrosinistra che a furia di dividersi ha perso non solo le elezioni ma anche la bussola. E con una sinistra ‘di lotta e di governo’ oramai quasi scomparsa. In un contesto siffatto il futuro non potrà che garantire altre sorprese e altri sconvolgimenti. Per buona pace di chi immagina ancora una Basilicata ‘materiale’ fatta di sassi e di terra. La realtà è liquida tendente al gassoso.

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