All’attenzione dell’organismo consiliare anche la pdl di iniziativa del consigliere Aliandro che detta modifiche alla legge regionale n. 2/95, il Piano faunistico regionale 2024-2028 e la mozione del consigliere Cifarelli sull’emergenza cinghiali
POTENZA – L’atto amministrativo riguardante l’aggiornamento del Piano regionale dei trasporti 2023-2035 all’attenzione della terza Commissione consiliare (Attività Produttive – Territorio e Ambiente), presieduta dal vice presidente Roberto Cifarelli (Pd), riunitasi questa mattina presso il Parlamentino del Consiglio regionale della Basilicata.
Ad illustrare l’atto amministrativo n.392/2024 il dirigente del dipartimento Infrastrutture e Mobilità, Donato Arcieri. “Il Piano – ha precisato – ha un orizzonte temporale 2023-2035 e conferma le linee strategiche del vigente Piano dei trasporti regionale 2016-2026 anche se per quanto riguarda gli investimenti recepisce tutto ciò che nel frattempo, compreso il PNRR, è stato definito a livello nazionale. Si tratta di uno strumento direttorio nel settore dei trasporti e delle infrastrutture regionali, propedeutico e condizione abilitante per l’approvazione della nuova programmazione Fsc e Fesr Basilicata. Il Piano si inquadra nel contesto normativo e regolamentare nazionale, recependo sia i contenuti del Def nazionale sia del Piano strategico e della mobilità sostenibile. L’aggiornamento del Piano regionale dei trasporti fa riferimento anche ai contratti di programma RFI ed Anas riportando il quadro strategico degli investimenti infrastrutturali che riguardano il territorio regionale. Presenta, inoltre, indicazioni sulla rete ciclabile – diversi i finanziamenti Pnrr per questo settore – e sulle aree interscambio a livello urbano”. Sull’argomento sono intervenuti oltre al vice presidente Cifarelli, il consigliere Braia. La votazione sull’atto è stata rinviata alla prossima seduta utile.
Successivamente l’organismo consiliare ha esaminato la proposta di legge, d’iniziativa del consigliere Aliandro (FI), “Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 1995, n.2 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio)”. Ad illustrare la pdl lo stesso proponente. “La modifica apportata dalla pdl – ha spiegato Aliandro – riguarda l’aumento della dimensione delle aree omogenee stabilendo che ‘Gli ambiti territoriali di caccia di norma hanno dimensione sub-provinciale, sono omogenei e delimitati da confini naturali, con una estensione minima di 110.000 ettari e massima di 150.000 ettari’. Si propone di aumentare la dimensione della superficie tale da confermare nel numero e nella delimitazione gli AA.TT.CC. attualmente presenti al fine di evitare eccessive frammentazioni del territorio in un contesto di razionalizzazione delle risorse finanziarie”.
All’ordine del giorno dei lavori della terza Commissione consiliare anche l’atto amministrativo 383/2023 concernente il Piano Faunistico regionale 2024-2028 sul quale è intervenuta la funzionaria dell’ufficio Politiche ittiche e venatorie, gestione fauna selvatica, agroambiente, Agnese Lanzieri. Il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) è il principale strumento di programmazione, attraverso il quale la Regione definisce le proprie linee guida relative alle finalità e gli obiettivi della pianificazione faunistico-venatoria, mediante la destinazione differenziata del territorio, tenendo conto delle realtà ambientali e socio-economiche dello stesso. Il PFVR svolge funzione di indirizzo per quanto attiene i compiti degli organismi di gestione subordinati e stabilisce i criteri che determinano la destinazione d’uso del territorio e la localizzazione dei diversi istituti di gestione venatoria e di protezione previsti dalla legge.
Il vice presidente Cifarelli ha proposto di votare nella prossima seduta della Commissione la proposta di legge di Aliandro (Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 1995, n.2 ‘Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio’) e, successivamente, di esprimere il parere sul Piano Faunistico regionale 2024-2028.
All’ultimo punto all’ordine del giorno della terza Commissione consiliare, la mozione del consigliere Cifarelli “Fauna selvatica, emergenza cinghiali”. La mozione – ha spiegato Cifarelli – è tesa a impegnare il Presidente e la Giunta regionale a: “intraprendere, anche attraverso la Conferenza Stato/Regioni, ogni iniziativa ed interlocuzione utile con il Governo nazionale, al fine di: a) dichiarare a livello nazionale lo stato di calamità tenuto conto che la specie è diventata di difficile gestione e rappresenta un serio problema per le colture ed (anche) per l’incolumità delle persone; b) nelle modifiche da apportare alla suddetta legge/quadro nazionale L. n°157/92, riconoscere alle Regioni il potere di modificare il periodo di caccia in relazione alle diverse realtà territoriali ed ambientali; c) derogare al divieto di caccia nelle aree protette; d) promuovere misure di incentivazione a favore dei cacciatori per lo svolgimento di piani di gestione; e) prevedere un Piano speciale di distruzione delle carcasse non utilizzate e non utilizzabili per la filiera alimentare”. Previsto, altresì, l’impegno di “coinvolgere i Sindaci interessati e le organizzazioni di categoria agricole, affinché si condividano iniziative comuni per fronteggiare il fenomeno”.
Sull’argomento sono stati ascoltati la funzionaria dell’ufficio Politiche ittiche e venatorie, gestione fauna selvatica, agroambiente, Agnese Lanzieri e su delega del direttore generale per la Salute e le politiche della persona Mancini, il funzionario Biagio Salvatore.
Salvatore si è soffermato sul Piano di eradicazione della peste suina africana nelle zone di restrizione. “Il documento, messo a punto dalla Regione Basilicata in collaborazione con la Regione Campania – ha precisato Salvatore – è all’approvazione della Giunta regionale. Si partirà di concerto con la Regione Campania nell’attività di depopolamento per evitare che durante l’abbattimento i cinghiali spaventati si spostino da un territorio all’altro, mettendo a rischio anche la sanità della regione Basilicata, considerato che al momento non sono state riscontrate carcasse di cinghiali infetti né suini con malattia. Alcuni Comuni – ha aggiunto – hanno offerto la disponibilità ad ubicare nel proprio territorio alcuni cassoni dove porre gli animali abbattuti affinché siano avviati alla distruzione. Questi saranno sottoposti all’esame della ricerca del virus della peste suina africana e in base agli esiti saranno adottate le misure conseguenziali. Questa prima fase consentirà la ripresa dell’attività venatoria nei cinque comuni della zona infetta (Grumento, Lagonegro, Moliterno, Paterno e Tramutola), attività che si è interrotta dal giugno 2023. La Regione Basilicata – ha precisato il funzionario – ha messo a disposizione 250 mila euro per la distruzione delle carcasse per cui il cacciatore oltre ad avere un incentivo per l’abbattimento del capo non avrà ulteriori spese in quanto sia la distruzione della carcassa che l’esame per la peste suina africana sono a carico del sistema sanitario regionale”. Per quanto attiene il contenimento della popolazione dei cinghiali, Salvatore ha precisato che la Basilicata non rientra in nessun progetto di sperimentazione zooprofilattica.
Agnese Lanzieri, intervenuta su delega del direttore generale per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Emilia Piemontese, ha offerto una fotografia sui numeri dei cinghiali abbattuti. “I numeri registrati nel 2023 – ha affermato – sono sottostimati e sono quelli comunicati dal centro di Tito: oltre 6000 capi abbattuti dai selecontrollori (caccia programmata). A questi numeri bisogna aggiungere i capi prelevati durante l’attività venatoria 2023 per un totale di 15.141 cinghiali abbattuti. In Basilicata abbiamo una presenza di 8,25 esemplari per chilometro quadrato. L’obiettivo da raggiungere è di 4 esemplari per kmq”. Rispetto al numero di cacciatori presenti in regione, Lanzieri ha spiegato che “nella stagione venatoria 2023/2024 sono stati consegnati 5.500 tesserini regionali mentre 1219 sono stati i selecontrollori formati dal 2018 al 2023 ai quali si sommano quelli formati precedentemente per un totale complessivo pari a circa 2400 selecontrollori”. Durante il dibattito sono intervenuti il vicepresidente Cifarelli e il consigliere Braia.
Erano presenti ai lavori oltre al vice presidente Cifarelli (Pd), i consiglieri Baldassarre (Idea), Leggieri (M5s), Braia (Iv-RE), Aliandro (FI).