Aggressione a Castelluccio Inf.re: nota dell’avvocato della famiglia Catalano

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO la nota inviataci dalla legale di fiducia della famiglia Catalano di Castelluccio in merito alla notizia della scoperta dell’aggressore del parroco cittadino.

CASTELLUCCIO INFERIORE (PZ) – Nella mia qualità di difensore di fiducia della famiglia Catalano da Castelluccio, ho il dovere di fare chiarezza rispetto alle tante inesattezze riportate dal sig. Gianfranco Aurilio nell’articolo pubblicato in data 25.06.2020 sul giornale on line “La Siritide” riguardante l’episodio del 18/05/2020 avvenuto in Castelluccio Inferiore (PZ), che ha visto coinvolti il fedele – Sig. Catalano Biagio- e il parroco del comune citato – Don Paolo Torino-.

Prima di tutto appare “ictu oculi” anacronistico il racconto del giornalista Gianfranco Aurilio, il quale riporta i fatti come se, dopo giorni di indagini, i militari avessero individuato l’autore della “famosa” e tanto “chiacchierata” aggressione del parroco Don Paolo Torino, avvenuta, A SUO DIRE, nei pressi della Chiesa Madre di Castelluccio Inferiore ( non è così) in data 19.05.2020 (data errata, i fatti sono del 18.05.2020).

In realtà l’articolo non è fedele alla Verità.

Il sig. Catalano Biagio, vittima della sua malattia e, forse dell’indifferenza e della poca umanità di questa società sempre più consumistica, palcoscenica e fluida, in data 18/05/2020, dopo la tentata aggressione al parroco di Castelluccio Inferiore nella sacrestia della Chiesa Madre, è stato immediatamente fermato all’uscita del sacrato, prima da fedeli presenti alla messa serale e, successivamente, dai Carabinieri del posto, che hanno immediatamente avviato tutte le procedure del caso in sinergia con il Sindaco Campanella e con la Curia Vescovile. Così come è stato semplice sequestrare il coltello ancora in possesso del Catalano al momento che è stato fermato dai Carabinieri e spontaneamente consegnato.

Non solo! Immediatamente dopo l’evento, sul posto sono intervenuti i familiari del Catalano, che da anni seguono costantemente il congiunto, senza mai abbassare la guardia, e che, immediatamente, si sono assunti tutte le responsabilità di quanto accaduto, senza sottrarsi ad alcuna responsabilità, compresa quella di chiedere immediatamente scusa alla vittima dell’aggressione, alle Istituzioni Civili e alla Gerarchia Ecclesiastica per le offese, anche di natura morale, scaturite dal gesto, probabilmente poco consapevole e voluto del fratello Biagio.

Il gesto di grande umiltà della famiglia Catalano è stato ricompensato dall’amore inesauribile della Chiesa, ed in particolare, dal gesto di umanità missionaria di Don Paolo Torino che, comprendendo le difficoltà del momento del Catalano, ha deciso di non sporgere querela nei confronti del suo aggressore. Ha porto l’altra guancia come gli ha chiesto Gesù Cristo quando lo ha chiamato alla sua Missione, in questo particolare momento, per dimostrare che la Comunità intera comprende, non giudica, aiuta e riconosce che quando “si smarrisce” un fratello non è un problema individuale ma un problema dell’intero popolo, civile ed ecclesiastico.

Una sola lacrima…bagna tutti i fedeli!

Questo però non rappresenta uno stravolgimento di responsabilità, il Catalano affronterà il suo processo e il suo percorso medico-legale.

Il difensore della famiglia Catalano Avv. Concetta Iannibelli

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