FIRENZE – La Leopolda numero 10 è stata forse la più importante per significato e numero di presenze, tra simpatizzanti, amministratori, politici e molti curiosi. Una curiosità dettata dal fatto che nella kermesse 2019 Renzi, come ci si aspettava da settimane, non avrebbe parlato solo di Pd o Lega, ma avrebbe inaugurato le linee programmatiche di un nuovo soggetto politico chiamato “ItaliaViva”. E chi si aspettava da parte dell’ex Premier uno strappo deciso nei confronti della linea del governo dem – 5Stelle, è rimasto deluso, perché più volte Renzi ha ripetuto dal suo palco che “le proposte non sono ultimatum, e il nostro spirito è quello di proporre e non distruggere”, rimarcando poi, anche ospite da Fazio nella serata di ieri, che “la carta di garanzia del Governo sarà l’elezione del Presidente della Repubblica, su cui sarà necessario essere uniti affinché Salvini non ne elegga uno antieuropeista”.
Ma le attenzioni del popolo lucano erano tutte sulle presenze in quel di Firenze, visto che le voci che si rincorevano negli ultimi giorni, non erano ancora intrise di ufficialità, ma solo di qualche parola lasciata a metà. Immancabile l’onorevole Vito De Filippo, primo tra i lucani ad aderire al nuovo soggetto politico di Renzi e moderatore del tavolo inerente al tema della sanità. A sorpresa (ma non molto), arrivano anche Braia e l’ex segretario dem Polese, protagonisti a loro volta dei tavoli sui temi dell’agricoltura e dell’economia. “E’ stato un tavolo di lavoro partecipato e molto entusiasmante – afferma Luca Braia – , con l’onore di aver sostituito il Ministro Bellanova, insieme alla già deputata Maria Antezza, nel coordinamento per quasi un’ora e mezzo, con la raccolta delle proposte sull’agricoltura del futuro. Importanti gli impegni da lei presi dal Ministro in chiusura dei lavori”.
Come già riportato dalla nostra testata nel pomeriggio di sabato, Polese ha annunciato proprio in corso di svolgimento di Leopolda, la sua adesione al nuovo partito di Renzi, con un comunicato nel quale afferma che “Italia Viva per me è un sogno. Un non – luogo dove mescolare esperienze e competenze, saperi e azioni, novità ed esperienze. Un melting pot di culture e politiche, una contaminatio di stili ed energie che si combinano in una entropia empatica che abbia un primo obiettivo di lungo periodo: stravolgere il sistema culturale degli italiani. Sono pronto a mettere in discussione tutto, a partire alla pari con le tantissime donne ed i tanti ragazzi che vivranno questa esperienza con l’entusiasmo con cui io mi sono affacciato alla politica per la prima volta. Italia Viva: sorridiamo, divertiamoci”.
Mai messa in discussione la presenza del sindaco di Latronico Fausto De Maria, tra i primi ad aderire e a sperare in un “nuovo” Matteo Renzi, rimarcando il fatto di “sentirsi finalmente a casa, poiché a Firenze ho assistito alla nascita del partito che volevo”. Nel pomeriggio di sabato alla Leopolda arriva anche Marcello Pittella, che lunedì nella sua Lauria aveva annunciato la sua presenza da “osservatore interessato”, ma del quale ancora non si ha ufficialità di una sua adesione o meno a Italia Viva. In queste settimane l’ex Governatore è impegnato in un tour “di ascolto” tra amici e circoli politici, per sentire umori e proposte “in un momento di forti perplessità”.
Immancabile la presenza di Geppino Carlomagno, ormai vera guest star della Leopolda e non solo, che ritorna alla vecchia stazione fiorentina dopo il celebre “Cacciali fuori” del 2016, che lo portò alla ribalta delle cronache nazionali.
Renzi ha aperto ufficialmente una nuova fase politica e partitica, la cui evoluzione si vedrà sicuramente già nelle prossime settimane, con un impatto che per il momento nella nostra regione sembra già ben radicato visti i personaggi politici che la sostengono. Necessaria sarà un’unità di intenti con tutto il centrosinistra, che ora all’opposizione regionale ha la possibilità di lavorare ancora di più sui territori, andando oltre divisioni interne e correnti varie. Se non sarà utopia sarà il tempo a dirlo, ma per ora la sfida è stata lanciata, purchè non sia l’ennesimo “tutti contro tutti”.