Anticamente, il matrimonio era un vero e proprio affare economico

EDITORIALE – Pochi giorni fa, rovistando in un cassetto di un mobile a casa di mia madre sono stata attratta da una borsetta nera, molto carina, con la chiusura in ottone, di quelle che si aprono a scatto. Non era vuota. Dentro c’era un foglio scritto, ripiegato, ingiallito dal tempo. L’ho aperto con cautela: il foglio, a quadretti, era sottile e con qualche lembo strappato, ma la scrittura a macchina era leggibile e chiara, così come si può notare dalle foto.

L’intestazione: “Stima del corredo della sig.na Di Giorgio” . Segue un elenco dettagliato di capi di corredo e di oggetti con il corrispettivo valore in Lire.

In calce: “Ricevo dalla Signora Castelluccio Luigia e dal signor Di Giorgio Domenico i sopraelencati oggetti di corredo per il mio matrimonio con il Signor Scaldaferri Fedele di apprezzo per valore di Lire 10.212,00 Diecimiladuecentododici. Lauria 17 dicembre 1937”. Seguono le firme: Di Giorgio Gelsomina e Scaldaferri Fedele. 

Gelsomina e Fedele erano i miei genitori.  Luigia Castelluccio era mia nonna e Domenico Di Giorgio era mio zio, che faceva le veci di mio nonno Francesco, deceduto.

E’ questo un documento che attiene alla Dote Matrimoniale e consisteva in un elenco dettagliato di beni più o meno di valore che venivano consegnati dalla famiglia della sposa al futuro marito. Penso sia una scrittura privata, ma suppongo con il suo valore legale. 

Già in tenera età delle bambine, le famiglie si preoccupavano di realizzare la Dote e di metterla da parte. Essa era proporzionata allo status sociale della famiglia ed era costituita da tovaglie, asciugamani, lenzuola, strofinacci, camicie da notte, fazzoletti in cotone o in lino, spesso ricamati a mano, ma anche da cassapanche, materassi, coperte, oggetti di rame per la cucina, che venivano elencati in peso. Il valore della Dote era indicato da un numero. Poteva essere una Dote a 10, a 20, a 30 . Una dote a 20 voleva dire che nel corredo vi dovevano essere 20 esemplari di ogni capo, quindi 20 lenzuola, 20 asciugamani… e così via. 

Nell’epoca moderna non si usa più preparare il corredo matrimoniale, spesso non si usa neanche contrarre il vincolo del matrimonio. Si preferisce sperimentare l’esperienza della convivenza per sentirsi liberi da legami giuridici.