Balvano, luogo della memoria ma anche di belle pagine della politica

EDITORIALE – Balvano è legato,tanto nei libri di storia quanto nell’immaginario collettivo a due tragici eventi:la morte per asfissia di oltre 600 persone nella galleria delle Armi il 3 marzo 1944 ,meglio nota come la strage del treno dimenticata per decenni e poi divenuta luogo della memoria grazie alla legge regionale proposta dal consigliere regionale Carlo Trerotola recependo il disegno di legge presentato in Parlamento dal sottoscritto. Balvano è stato anche l’epicentro simbolico del terremoto del 23 novembre 1980 nel quale persero la vita 77 persone di cui 66 bambini:una intera generazione tragicamente scomparsa!Balvano è stato anche il luogo di vivace confronto politico con una forte e radicata presenza dei cattolici democratici.A partire dall’impegno civico ed antifascista della locale azione cattolica sostenuta dal parroco don Claudio Pacelli. Presidente nel dopoguerra fu Maria Laspro che in collegamento costante con Emilio Colombo, all’epoca vice presidente nazionale dell’azione cattolica, fu palestra di crescita sociale e culturale di tanti giovani.

La signora Laspro negli anni 50 sposò il farmacista Nicola Trerotola, missino della prima ora e nel 1970 divenne sindaco di Balvano. Non vi è dubbio che la vita non finisce mai di riservare sorprese!Fondatori della locale sezione Dc furono l’ufficiale Mario De Bellis, Alfonso Simone e Giuseppe Di Carlo che negli anni 50-60 ne divennero segretari.Sindaco democristiano dal 56 al 70 fu Giuseppe La Torre con vice sindaco Giuseppe Di Carlo. Alle elezioni amministrative del 1970 ci fu una frattura all’interno della Dc che determinò la presentazione di due liste,entrambe contenenti lo scudo crociato e capeggiate da La torre e Di Carlo.A vincere fu la lista del MSI guidata dal dott Nicola Trerotola, persona molto stimata nel paese,che rappresentò negli anni “dell’Arco Costituzionale “con l’esclusione del movimento sociale quasi un unicum,tanto che nel 1972 Giorgio Almirante segretario nazionale del MSI inaugurò la nuova sede comunale!

La sezione Dc fu commissariata nella persona di Peppino Carella e negli anni successivi si alternarono come segretari Francesco Picerni,Mario Pacella,Osvaldo Ambrosio, Carmine Di Carlo ed infine Antonio Turturiello fino allo scioglimento della Dc nel 1994. Nel 1975, forte di una ritrovata unità,la Dc riconquistò il comune con sindaco Peppino Carella e vice Ezio Di Carlo,due forti e vivaci personalità che quasi inevitabilmente erano destinati a dividersi ed alternarsi nel ruolo di sindaco.

Nel 1980 fu eletto Di Carlo, il sindaco eroe del terremoto, medico apprezzato sempre al servizio della comunità.Autore di 11 libri (6 di poesie e 5 di narrativa)nonché bravo pittore (oltre 600 tele) che ha esposto in decine di mostre, ricevendo anche diversi premi letterari.Nel 1985 ritornò alla guida dell’amministrazione con una lista civica Peppino Carella stimato professore ed attento amministratore anch’egli fortemente legato alla sua Balvano.Quasi come in un gioco delle parti nel 1990 fu rieletto Di Carlo sindaco,balvanese a 18 carati tanto che oggi ad 80 anni da poco compiuti è ancora capace ed efficiente sindaco di Balvano.La vivacità politica della classe dirigente democristiana di Balvano si è peraltro tradotta in tutta una serie di importanti realizzazioni di ordine programmatico: dall’avvio e dal completamento della ricostruzione post sisma,all’allocazione di un’area PIP e di due aree industriali di cui quella di San Potito, una delle più foriere di sviluppo ed occupazione grazie all’ insediamento della Ferrero ed infine alla realizzazione della viabilità di collegamento dell’area industrialecon la basentana,finanziata con decreto da Ciriaco De Mita, allora presidente del consiglio e completata nel 96 con la legge Bersani,grazie ad un mio emendamento,in commissione attività produttive.

L’inaugurazione avvenne nel 1998 sindaco Ercole Trerotola che volle fortemente il completamento dell’infrastruttura alla presenza del sotto segretario ai lavori pubblici Salvatore Ladu.Ne’ si può sottacere l’acquisto del settecentesco del palazzo Tirico destinato a sede comunale,il finanziamento del restauro del castello ed in ossequio ad un obbligo morale,la ricostruzione della chiesa madre.Questa fattiva azione programmatica-amministrativa ha sempre avuto il sostegno ed il supporto della classe dirigente della Dc lucana a partire da Emilio Colombo,primo rappresentante istituzionale a giungere a Balvano la notte del terremoto,a Scardaccione e Coviello senatori (allora Balvano era compreso nel collegio senatoriale di Corleto Perticara), fino ai diversi presidenti della giunta regionale:Verrastro,Azzara ‘,Michetti e Boccia nonché lo stesso Di Nardo che nel 1970 fu eletto consigliere provinciale nel collegio di Balvano dove svolgeva la funzione di direttore didattico.

La Dc era un partito interclassista,dove espressioni di socialità diverse,pur nella dialettica,trovavano le ragioni dello stare insieme nelle sezioni organizzate come quella di Balvano. I riferimenti alla dottrina sociale della chiesa,la cultura che poneva al centro l’uomo rappresentavano la sintesi in cui convergevano in un percorso comune gli Interessi di parte, le convenienze personali che cedevano difronte le ragioni e le idee forti del bene comune.Questo accadeva ovunque dal grande al piccolo centro come Balvano e così si spiega il forte radicamento popolare della Dc che ha consentito di scrivere con uomini straordinariamente normali belle pagine di storia politica.

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