MATERA – “Nel ringraziare Angelo Summa per il lavoro svolto in questi anni, con Fernando Mega nuovo segretario regionale CGIL si completa il rinnovamento delle segreterie regionali in Basilicata dando avvio al nuovo corso di Cgil, dopo Vincenzo Cavallo alla guida della Cisl e Vincenzo Tortorelli per la UIL. Proprio con le tre principali organizzazioni sindacali e gli oltre 120.000 lavoratori iscritti bisogna costruire per la Basilicata, insieme alle associazioni di categoria, un vero e proprio “Patto per il Futuro 4.0” con l’obiettivo principale di generare nella nostra terra “lavoro sicuro e dignitoso” oltre che “sviluppo moderno e sostenibile”.
Senza un dialogo proficuo con i corpi intermedi che vivono dall’interno le dinamiche della società, la politica da sola non può costruire le condizioni di contesto migliori per le comunità che governa. Il dialogo con le forze sindacali e datoriali, fondato su lealtà e rispetto reciproco di ruoli e funzioni, deve essere fatto all’insegna della continuità e della consapevolezza di condizioni e strumenti esistenti. Siamo sempre di meno, 536.000 abitanti con la fragilità storica di avere, come regione, una bassa capacità di produrre ricchezza e generare occupazione. Il quadro socio-economico nazionale e internazionale è sempre più complesso fiaccato dalle conseguenze di pandemia e guerre, in continua e veloce trasformazione. Più che altrove, la Basilicata per resistere e rilanciarsi deve avere il contributo consapevole e competente, non ideologico ma pragmatico, di tutte le componenti della società. Questo per provare realmente a scrivere un futuro possibile per la nostra regione dove i giovani devono poter scegliere se andare fuori o rimanere e non essere obbligati a cercare prospettive e opportunità di crescita culturale, formativa e quindi lavorativa, altrove.”
Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva e Presidente della II commissione Programmazione e Bilancio.
“Istruzione, formazione, sanità – prosegue il consigliere Braia – sono diritti fondamentali di tutti i cittadini e le cittadine italiane, senza ipotizzare regioni di serie A e regioni di serie B. Abbiamo diritto a curarci qui e non altrove con garanzia di sicurezza e qualità, ma anche diritto a crescere e vivere, metter su famiglia, nei luoghi di origine, senza rincorrere figli e nipoti ovunque, come accade a troppe famiglie oggi.
La condivisione strategica per raggiungere lo sviluppo partecipato non è solo teorizzabile ma, ora più che mai, attuabile. Invece, con la sua supponenza, questo governo regionale di centro destra ha sistematicamente bypassato il confronto, evitando dialogo e ascolto delle parti sociali e ha praticamente distrutto quanto, con tanta fatica negli anni passati, si era tentato di costruire, in termini di relazione e condivisione. Tutto questo accade nel momento migliore per le enormi risorse economiche disponibili sia dai fondi europei della nuova programmazione 2021/2027 che dal PNRR, oltre che dalle compensazioni ambientali oggi disponibili come il gas e le nuove entrate generate dalla concessione Total, finalmente attiva.
I prossimi 10 anni saranno determinanti per salvare la nostra Basilicata dal rischio scomparsa che diventerà ancor più concreto se il processo di “autonomia differenziata” non sarà fermato, per come è stato pensato e scritto dal ministro Leghista Calderoli, approvato dal Consiglio dei Ministri e avallato anche da chi è stato eletto nella nostra Regione (i vari Casellati, Mattia, Caiata, Rosa). Non è altro che ennesima proposta da campagna elettorale che rischia di dividere il paese e penalizzare il sud.
Definire ciò che deve rimanere di competenza esclusiva dello Stato a partire da istruzione, formazione e sanità, o di competenza esclusiva delle Regioni, eventualmente di Province e Comuni, con fiscalità dedicata e istituzione di un fondo perequativo è la strada da perseguire, unitamente alla garanzia dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), laddove misurabili in maniera oggettiva, al fine tutelare i cittadini e le cittadine delle aree interne del mezzogiorno, insieme al superamento della spesa storica nel riparto delle risorse. Per la Basilicata si dovrebbe partire da riservare per noi tutto il gettito anche fiscale, riveniente delle estrazioni di petrolio e gas per cominciare a parlare di autonomia differenziata.
L’enorme gap infrastrutturale esistente tra Nord e Sud prima deve essere compreso e colmato per poi produrre effetti, generando sviluppo e occupazione. Le risorse devono essere disponibili e gli investimenti effettuati per misurare la qualità e la quantità dei servizi erogabili agli italiani, senza nessuna distinzione o disuguaglianza territoriale.
Si comprende, allora – conclude Luca Braia – quanto sia urgente, giusto, corretto aprire una grande discussione ampia e partecipata, coinvolgendo tutte le forze vive della comunità lucana, sul futuro della Basilicata e sull’autonomia. Come Italia Viva – Renew Europe cominciamo a farlo, a partire dalla prossima assemblea regionale del partito prevista venerdi 24 Febbraio a Potenza. Abbiamo invitato e chiamato a partecipare sia i sindacati che le associazioni di categoria con l’obiettivo di iniziare a costruire una “piattaforma comune” che possa non solo dedicarsi all’urgenza di salvare la Basilicata ma di guardare già oltre, ripristinando i processi partecipativi che la stavano rendendo modello di sviluppo sostenibile e baricentro del mezzogiorno in Europa.”