Non possiamo disperdere le opportunità ma dobbiamo crearne di nuove.
MATERA – “Un vero peccato, ancora una volta. L’assenza del Presidente Bardi che snobba la presentazione dei risultati di Matera Capitale europea del 2019 è un segnale tutt’altro che positivo. Poteva essere il momento poter acquisire i dati del report ufficiale, per altro oggi ripresi – ovviamente come è giusto che sia – da tutti i media nazionali, e così cogliere gli elementi utili a immaginare le prospettive future che sono emerse nel corso dell’incontro alla presenza del Ministro Franceschini. Abbiamo perso l’occasione, come Basilicata, di rivendicare ulteriori attenzioni nazionali su tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta il comparto cultura, anche correlato a quello turistico, per noi. C’è un prima e un dopo nelle capitali della cultura e Matera ne è lo spartiacque, come è emerso dalla sessione di lavoro. Le presenze portate nella città di Matera e in tutta la Basilicata sono triplicate negli ultimi 5 anni passando da 250000 a 750000, ne sono la testimonianza più concreta.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Il Ministro Franceschini – prosegue Braia – che da sempre ha dimostrato nel passato di avere lungimiranza guardando alla Basilicata e che, per Matera in particolare, è stato al nostro fianco nel percorso di candidatura e dopo la proclamazione a Capitale Europea della Cultura, continua pubblicamente a tesserne le lodi come vanto ed esempio per tutto il mezzogiorno e l’Italia intera. “L’immagine di Matera è oramai quella di una grande capitale culturale e turistica in tutta Europa e nel mondo. E poi è una bella storia per il Mezzogiorno.” così ha ribadito anche oggi. E, a conti fatti, la città non aveva mai registrato incrementi simili anche per gli investimenti privati, come sulla ricettività e molto altro.
In tutti gli interventi è stato riconosciuto il ruolo determinante della Fondazione Matera-Basilicata 2019 nella gestione. Ne rimane elemento caratterizzante per l’importanza del patrimonio di competenze e di conoscenze, oltre che della legittimazione internazionale che ora deve essere solo messa a valore e non dispersa in mille rivoli. Sarebbe un vero disastro che tutto finisse nel dimenticatoio, costringendoci a ricominciare ogni volta ogni volta da capo. Invece, dobbiamo tutti lavorare per trasformare la straordinarietà del 2019 in una ordinarietà che possa tradurre il destino della città e della Basilicata e farci ripartire dalla crisi post emergenza.
Non ci interessano, pertanto, come abbiamo ribadito più volte, le persone e le governance della Fondazione ma gli strumenti che funzionano. La Fondazione ha funzionato, ha svolto un egregio lavoro di collante tra mille pezzi del puzzle e i risultati sono evidenti, i numeri parlano, le ricadute avevano iniziato a portare frutto prima del lockdown e della pandemia. Proprio a questi strumenti occorre ridare una mission nuova che ci aiuti a costruire in nostro futuro, salvaguardando il patrimonio di opportunità che sono state già generate nella città di Matera e non solo.
Matera ha dimostrato al mondo come veramente ogni euro investito in cultura, ne abbia prodotto due che sono ritornati in termini di economia e deve continuare a essere questa la strada che il modello Matera – Basilicata deve proseguire. Questo è sicuramente il modello da esportare, visti anche gli innumerevoli attestati di stima nazionali e internazionali e non solo perché ce lo diciamo fra noi.
La creazione e la co-creazione, la programmazione multiforme, le diverse produzioni sul territorio, la riqualificazione e rifunzionalizzazione di alcuni luoghi come Cava del Sole o del Palazzo dell’Annunziata oppure l’esempio virtuoso anche citato da Ursula von der Leyen rappresentato dall’Open Design School: tutto ciò che è stato oggetto di attenzione e attrazione culturale è stato ben evidenziato dal report non solo come elenco di risultati degli eventi e ritorni di carattere economico, culturale e occupazionale ma, soprattutto, per gli aspetti derivanti dai temi della sostenibilità e del futuro da lasciare aperto ad ogni altra sollecitazione di crescita comune.
Ripensare la città in maniera cultura-centrica è un elemento di grande apprezzamento da parte di tutto il mondo. Sarebbe stato opportuno, pertanto, che il Presidente Bardi ne avesse preso ulteriore coscienza e consapevolezza. Vorremmo essere, però, certi che nonostante l’assenza, ci sia la dovuta “conseguenza”. Il finanziamento della Fondazione, riconosciuta e legittimata oltre che da sfruttare e valorizzare in futuro, per il prossimo triennio è sicuramente il primo elemento per dare continuità a tutto questo lavoro che non può andare perso.”