POTENZA – Lo scorso 30 aprile la Commissione ha avviato la prima fase di una consultazione delle parti sociali europee per raccogliere opinioni sul possibile orientamento di un’azione dell’UE volta a garantire un telelavoro equo e il diritto alla disconnessione. Il telelavoro è diventato molto diffuso, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19. Dall’indagine sulle forze di lavoro dell’UE emerge che la percentuale complessiva di persone che lavorano da casa nell’Unione è pressoché raddoppiata negli ultimi anni, passando dall’11,1% nel 2019 al 20% nel 2022. Il telelavoro comporta molti vantaggi per il mondo del lavoro, ma anche alcune sfide. Sebbene consenta flessibilità delle condizioni di lavoro, solleva interrogativi su come garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori in un ambiente di lavoro più digitalizzato. Ciò ha fatto sì che diverse parti interessate chiedessero un “diritto alla disconnessione”, al fine di tracciare confini chiari tra vita professionale e vita privata. La consultazione fa seguito alla risoluzione del 2021 con cui il Parlamento europeo chiedeva una proposta per affrontare tali questioni. In linea con gli orientamenti politici della Presidente von der Leyen in merito alle risoluzioni adottate dal Parlamento europeo a norma dell’articolo 225 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, la Commissione si impegna a rispondere con una proposta legislativa nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e sussidiarietà e dell’accordo “Legiferare meglio”. Nel frattempo le parti sociali intersettoriali europee hanno avviato, con il sostegno della Commissione, negoziati per aggiornare l’accordo quadro del 2002 sul telelavoro. A seguito di negoziati inconcludenti, le parti hanno chiesto alla Commissione di affrontare la questione. Per questo motivo la Commissione sta avviando la consultazione formale delle parti sociali dell’UE, conformemente alle norme e alla procedura per la legislazione in materia di politica sociale. La consultazione resterà aperta fino all’11 giugno 2024.