CASTELLUCCIO INF. (PZ) – Un appalto di oltre 5 milioni di euro per i lavori di costruzione di un sistema irriguo a valle del Pollino.
E’ di qualche giorno fa la notizia che il Giudice delle indagini preliminari deciderà il 19 febbraio prossimo per il rinvio, o meno, a giudizio di ben 12 persone che a vario titolo risultano sospettate di abuso di ufficio e turbativa d’asta.
Tra queste vi è Roberto Giordano, all’epoca dei fatti (periodo compreso tra il 2010 e il 2013) primo cittadino di Castelluccio Inferiore. Tutto è partito da un esposto presentato da due consiglieri di minoranza, Sassone e Viceconte all’autorità anticorruzione (Anac) e alla Procura della Repubblica di Lagonegro.
Si tratta della costruzione di un impianto d’irrigazione all’avanguardia e auto sostenibile poiché alimentato con fonti di energia rinnovabili, con un programma gestionale che regola l’erogazione dell’acqua dei singoli punti d’irrigazione.
Un impianto, pare, atteso da oltre trent’anni per garantire l’irrigazione dei terreni agricoli del territorio castelluccese.
Ecco cosa scriveva nel 2015 l’Autorità anticorruzione: “da quanto potuto accertare, la procedura di affidamento dei lavori non ha subito contenziosi, non ha prodotto riserve da parte della ditta appaltatrice, tali da influenzare negativamente il corso, né da incidere sulle finanze disponibili . Infine è stata realizzata un’economia di spesa derivante dal ribasso d’asta conseguito in sede di gara”.
Unico appunto, che l’autorità in questione sollevò all’allora amministrazione Giordano, fu quello di una maggiore e più stretta osservanza della normativa che regola i lavori pubblici , sia nelle fasi della progettazione sia dell’appalto e dell’esecuzione.