EDITORIALE – È il 21 gennaio 1921. A Livorno, dal Partito Socialista, che sta concludendo il suo XVII Congresso, si separa la frazione comunista, per dar vita al PARTITO COMUNISTA D’ITALIA – SEZIONE DELLA TERZA INTERNAZIONALE.
Uno dei tanti effetti della Grande Guerra e della Rivoluzione di Ottobre.
La GRANDE GUERRA: esplodendo, nell’agosto del 1914, ha travolto la Seconda Internazionale, l’Associazione dei Partiti Socialisti e Operai europei che dell’internazionalismo e del mantenimento della pace avevano fatto la loro bandiera e che ora finiscono, in gran parte, per ritrovarsi negli opposti campi di battaglia.
Ci sono però delle eccezioni.
Il PARTITO SOCIALISTA ITALIANO, anche dopo che l’Italia è scesa in campo, continua a mantenere la sua posizione di neutralità. Il suo motto: ‘né aderire né sabotare’. In Russia, i BOLSCEVICHI, sotto la guida di Lenin, puntano invece a trasformare la guerra in guerra civile. La guerra come occasione per la Rivoluzione.
La RIVOLUZIONE DI OTTOBRE: i Bolscevichi – li possiamo cominciare a chiamare anche ‘comunisti’ – conquistano il Palazzo d’Inverno, in nome del Proletariato.
I primi atti: l’appello di Lenin ai lavoratori delle nazioni europee più progredite affinché liberino l’umanità dagli ‘orrori della guerra’ – la terra ai contadini – la pubblicazione dei trattati segreti dell’Intesa, dai quali emerge la natura imperialista del conflitto, a conferma del rapporto fra Capitalismo e Imperialismo già analizzato da Lenin.
La Rivoluzione in Russia! In uno dei Paesi più arretrati d’Europa, che ancora non ha conosciuto lo sviluppo della borghesia, i cui operai, che avrebbero dovuto essere i protagonisti della rivoluzione, sono ancora una ristretta minoranza! Per i marxisti ortodossi una velleitaria e pericolosa deviazione dalla teoria…
Lenin è ben consapevole che l’azione di forza in Russia, necessaria per liberare il popolo russo dalla guerra, va vista anche e fondamentalmente nel contesto internazionale del momento: quale miccia per innescare la Rivoluzione nei paesi capitalistici più avanzati…
La realtà: la Rivoluzione, peraltro messa alle strette dalla Reazione, non dilaga affatto nel mondo… Ma fra i Bolscevichi sopravvive la fiducia nella sua espansione, ritenuta comunque condizione indispensabile per la salvezza e lo sviluppo della Russia sovietica.

E quindi.
Nel marzo del 1919 nasce l’Internazionale Comunista, la cosiddetta Terza Internazionale.
Luglio/agosto 1920: a Mosca si svolge il II Congresso della TERZA INTERNAZIONALE, di particolare importanza.
L’obiettivo fondamentale: la RIVOLUZIONE nel contesto di una GUERRA CIVILE di carattere mondiale.
I partiti che vorranno aderire all’Internazionale dovranno necessariamente definirsi COMUNISTI e impegnarsi ad agire disciplinatamente in quanto SEZIONI della stessa INTERNAZIONALE. Una ferrea organizzazione sarà fatta propria da ogni singolo Partito. I riformisti e quanti non condividano fino in fondo la necessità della lotta in piena sintonia con l’Internazionale dovranno essere senza esitazione espulsi.
A LIVORNO, nel suo XVII Congresso, poco dopo l’incerta conclusione dell’OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE, il PARTITO SOCIALISTA ITALIANO si trova, così, di fronte ad una drammatica scelta:
- i MASSIMILASTI (in maggioranza) con MENOTTI SERRATI: vogliono aderire all’Internazionale, ma non sono affatto disposti a sacrificare l’unità del Partito, a portare la divisione nel vivo della sua struttura organizzativa, costruita in anni e anni di dure battaglie in difesa dei Lavoratori;
- i RIFORMISTI con TURATI, ritengono che il SOCIALISMO sia raggiungibile per il tramite di un processo evolutivo e non per effetto di una frattura violenta, sotto la suggestione del ‘mito bolscevico’;
- i COMUNISTI con BORDIGA: vogliono entrare nell’Internazionale, accettandone pienamente le decisioni e si battono per un Partito che si ponga chiaramente l’obiettivo della conquista del potere.
Tutto questo quando nel frattempo il normale cittadino è stato ampiamente spaventato da UNA FIUMANA DI PAROLE inneggianti alla RIVOLUZIONE e, magari, comincia a considerare con una qualche indulgenza le ormai reiterate azioni di violenza da parte delle squadre fasciste.
È solo l’inizio di un lungo e doloroso percorso… Fra i Comunisti a Bordiga subentrerà GRAMSCI… Anni dopo, quello che il 21 gennaio 1921 si autodefinisce PARTITO COMUNISTA D’ITALIA – SEZIONE DELLA TERZA INTERNAZIONE diverrà nel 1943, con lo scioglimento dell’Internazionale Comunista, il PARTITO COMUNISTA ITALIANO.
Una amara constatazione e una domanda: - Nel Congresso di Livorno pare che nessuno si renda veramente conto dell’incombere di una terribile minaccia… e pare che tutti i protagonisti corrano ad occhi chiusi verso l’abisso…
- Ma il PARTITO COMUNISTA ITALIANO, quello di TOGLIATTI e della ‘svolta di Salerno’, fino a che punto deriva dal Partito Comunista d’Italia, Sezione della Terza Internazionale?