Una delegazione di Bcc ha visitato gli impianti del centro olio di Viggiano. A Eni chieste garanzie e rispetto per l’ambiente e l’abbinamento di attività avanzate e non impattanti a quelle estrattive
POTENZA – “Siamo qui perché sui temi energetici è indispensabile un’alta e costante vigilanza sociale per evitare il paradosso che il conto di una stagione di economia basata su pratiche impattanti lo paghino territori come la Basilicata che di quello sviluppo ha beneficiato soltanto in parte”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo che insieme ai vertici di Bcc e altri esponenti del movimento politico ha effettuato un sopralluogo al COVA di Viggiano (Centro Olio Val D’Agri).
“Una visita per toccare con mano la situazione complessiva di uno dei due poli estrattivi della Basilicata”, ha affermato il Consigliere regionale di Bcc.
“La Basilicata – ha proseguito Chiorazzo – si trova oggi nella paradossale situazione di pagare, da un lato, lo scotto della transizione all’elettrico dell’Automotive, che mette in forse e precarizza migliaia di posti di lavoro, e dall’altro, di gestire la ‘coda’ delle attività estrattive di idrocarburi fossili come fonte di approvvigionamento energetico, in attesa del definitivo passaggio alle rinnovabili”.
“Dobbiamo rivolgere a Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni – ha aggiunto il Vicepresidente del Consiglio regionale – l’invito a costruire qui in Basilicata, piuttosto che altrove, il proprio ed il nostro futuro ‘Non Oil’. Eni, di cui ci occupiamo oggi, è un’eccellenza a livello mondiale nel settore dell’energia a forte contenuto tecnologico, tra ricerca e brevetti, pertanto può favorire il processo di transizione energetica trasferendo sul nostro territorio la migliore tecnologia nelle produzioni rinnovabili, garantendo una prospettiva produttiva, occupazionale e a basso impatto che vada oltre il limitato orizzonte delle estrazioni petrolifere”.
“Con onestà – ha concluso Chiorazzo – dobbiamo riconoscere che questo processo non può essere delegato alle compagnie, ma deve chiamare alla responsabilità la giunta lucana, il consiglio regionale e il governo nazionale che devono mettere in campo una piattaforma chiara, non mance da utilizzare a fini elettorali, non risorse per tappare buchi di bilancio o sperperare tra concerti e marciapiedi rifatti ogni anno, ma obiettivi chiari e di lunga durata. E gli obiettivi devono essere due: l’abbinamento alle attività esistenti di nuovi settori produttivi avanzati in grado di dare prospettive e lavoro, anche di alto profilo per richiamare qui i tanti lucani costretti a restare fuori regione, e, nell’immediato la garanzia più alta di salvaguardia di salute e ambiente, con controlli costanti”.