Cia Agricoltori, un piano d’azione sulla strategia idrica

POTENZA – Un Piano d’azione straordinario sull’acqua, regionale-territoriale, nazionale e Ue, per fare degli agricoltori i veri protagonisti delle strategie idriche e con l’ortofrutta comparto pilota, tra i più idro-esigenti, ma anche più innovativi e avanzati nella gestione della risorsa: è la “ricetta” di Cia-Agricoltori particolarmente attuale dopo il dibattito in Consiglio Regionale sull’emergenza idrica. Ad illustrare la strategia della confederazione è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, al convegno inaugurale di Macfrut, al Rimini Expo Centre.

“L’acqua è il futuro -ha detto Fini- e l’agricoltura, a partire dall’ortofrutta, che nel Metapontino è un’eccellenza del made in Italy agro-alimentare. Non basta più passare da un approccio emergenziale a una pianificazione strutturale, serve rivedere il modo in cui pensiamo la gestione della risorsa idrica”.

Da parte di Cia la proposta di un Piano per una governance più vicina ai territori, differenziata e adattiva, per una visione d’insieme che superi la frammentazione decisionale e restituisca valore a Consorzi di Bonifica e Autorità di Bacino, ottimizzando le funzioni e snellendo i vincoli, anche per recepire al meglio la futura strategia Ue per la resilienza idrica. Quella che Cia immagina comprensiva di interventi strutturali nelle zone a più alto rischio; di grandi invasi integrati, e non alternativi ai piccoli; di finanziamenti per le infrastrutture resilienti; di riuso agricolo delle acque reflue; come di una legge contro il consumo di suolo e un quadro normativo per le funzioni di custodia e presidio del territorio.

A dettare i tempi gli eventi estremi legati all’acqua, che in Italia sono aumentati del 400% in soli cinque anni, con ormai miliardi di danni sulle produzioni, alla prova di resistenza contro alluvioni, siccità, dissesto e fitopatologie che in alcune zone hanno già mangiato il 30-35% del prossimo raccolto.  La Basilicata, pur non essendo una regione tra le più esposte agli eventi estremi, è comunque vulnerabile ai cambiamenti climatici. L’aumento delle ondate di calore, delle piogge intense, della siccità e del dissesto idrogeologico continua ad avere un impatto significativo sull’ambiente, sull’agricoltura e sulle comunità locali. La Basilicata è stata colpita da eventi di siccità, in particolare nello scorso anno, che hanno avuto un impatto significativo sulla coltivazione e sulla disponibilità d’acqua.

Basilicata olive oil

Condizioni climatiche. Tutti i nodi vengono al pettine e così l’arrivo di Maggio, con l’ondata di caldo, viene purtroppo guardato con rinnovata preoccupazione da chi vive in quei territori dove, solo pochi mesi fa, l’approvvigionamento idrico era garantito dalle autobotti. “Il trend meteorologico fa presumere un’altra estate idricamente difficile in molte aree del Sud Italia. Ancora una volta ci faremo sorprendere dall’emergenza per mancanza di adeguate infrastrutture idrauliche; alla scuola della crisi climatica siamo ripetenti cronici” commenta amaramente Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

QUESTIONE IDRICA – Nel mezzo, il dramma vero della dispersione idrica che nel Paese è arrivata anche al 72%, con una media nazionale del 42% e situazioni gravi per almeno il 50% dei comuni. L’Italia vive nell’obsolescenza delle infrastrutture idriche, per il 60% vecchie di 30 anni, con capacità di contenimento all’11%.

“Basta col dire che tanto l’acqua va nei campi -è l’affondo di Fini-. L’agricoltura non può fare da cassa di espansione naturale di tutte le calamità naturali e se così deve essere che venga sostenuta in quanto soluzione e non il problema”.

Cia ricorda, infatti, che un terreno ben coperto da vegetazione trattiene fino al 30% in più di pioggia e che, quindi, investire sulla manutenzione, contrastare il consumo di suolo, che sta viaggiando su una media di 20 ettari ogni giorno, rilanciare le aree interne, puntare su più innovazione e ricerca nel comparto, in primis agevolando le Tea, è la strada da intraprendere subito.

La risorsa acqua è e sarà sempre più un bene prezioso oltre che fattore di competitività nei territori e fra le Comunità. Dobbiamo saperla gestire e utilizzare in modo appropriato, ma contestualmente abbiamo il dovere di mettere la parola fine a vicende come quelle dello schema Basento-Bradano, che durano da oltre 40 anni e che bisogna chiudere positivamente creando le necessarie condizioni di sviluppo e di crescita economica, in una fase nella quale vi è grande attenzione per il capitale territorio e non mancano le risorse finanziarie.

“Da Macfrut -conclude il Presidente della Cia- facciamo rete avendo chiaro il ruolo competitivo della risorsa acqua per l’agroalimentare nazionale di cui l’ortofrutta ne è settore trainante, da 17 miliardi di euro per 300 mila aziende attive. Chiediamo una Pac davvero al servizio della sicurezza idrica e alimentare e la messa a terra concreta dei fondi per le infrastrutture dedicate”.

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