Roma – Sale a 19 il numero dei contagiati in Italia. Anche in Veneto, secondo quanto annunciato dal presidente Luca Zaia, si contano due casi di contagio da
coronavirus. “Per noi le analisi sono positive, stiamo aspettando la conferma dallo Spallanzani, ho parlato più volte con Borrelli oggi pomeriggio, sono due cittadini di Vo’ Euganeo, uno del ’42 e uno del ’53, uno in condizioni critiche in terapia intensiva”, ha spiegato. “Siamo preoccupati – ha aggiunto – ho parlato col sindaco di Vo’ Euganeo per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto. Non bisogna diffondere il panico, ma la prima regola è l’isolamento”
Intanto emergono altri dettagli preoccupanti sui contatti del 38enne contagiato: “Mattia è molto conosciuto a Codogno, ieri quando ancora non gli era stato diagnosticato il coronavirus era andato a trovarlo un gruppo di persone in ospedale, due coppie e un quinto amico”. Lo dichiara all’AGI un conoscente della famiglia, anche lui di Codogno, il comune del Lodigiano dove risiede il 38enne ricoverato in prognosi riservata. “Siamo molto preoccupati perchè il Paese è piccolo, ci conosciamo tutti, abbiamo contatti continui. Tutte le persone che erano in contatto con lui ora sono in quarantena, in attesa dei risultati dei primi esami”, spiega il conoscente.
“La città è spettrale, quasi tutti i negozi sono chiusi. La gente ha paura di uscire di casa. Inoltre non sappiamo l’origine del contagio, non abbiamo idea di quanto possa essere diffuso”, continua. Mentre il commissario per l’emergenza coronavirus, Angelo Borrelli, ha spiegato che sono già state individuate “due strutture su Milano e Piacenza per 150-180 persone in totale” per l’isolamento delle persone entrate in contatto con chi è stato colpito. “Non abbiamo nessuna difficoltà ad individuare le strutture di cui avessimo bisogno”, ha aggiunto.
E’ in Lombardia il primo focolaio autoctono di coronavirus in Italia. Quattordici i casi positivi registrati. In prognosi riservata un uomo di 38 anni, ricoverato all’ospedale di Codogno. Infettata anche la moglie, insegnate in maternità, incinta di 8 mesi, portata all’ospedale ‘Sacco’ di Milano. Le sue condizioni appaiono buone.
Il terzo caso riguarda un compagno di ‘calcetto’ del 38enne. Altre tre persone sono fortemente sospettate di aver contratto il virus: si sono presentate nella notte in ospedale a Codogno con la polmonite e un primo test è risultato positivo. Sono tre anziani tutti frequentatori dello stesso bar. ‘Positivi’ anche cinque operatori sanitari del nosocomio di Codogno e tre pazienti. Tutti, ad eccezione del 38enne grave, dovrebbero essere trasferiti al ‘Sacco’, più attrezzato per i casi infettivi.
Il ‘paziente zero’, l’uomo che avrebbe diffuso il contagio, sta bene ed è risultato negativo al controllo. Dieci i comuni del Lodigiano ‘isolati’, per un totale di 30 mila persone, i maggiori dei quali Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo dove sono stati chiusi scuole, uffici comunali e bar. La Regione ha invitato tutti gli abitanti a ‘restare a casa’. Annullate, ha spiegato il ministro Speranza, “tutte le manifestazioni pubbliche e le attività commerciali se non di prima necessità”, chiuse le aziende e sospese “le attività ludiche e sportive”.
Chiuse scuole e asili. “Stiamo mettendo in isolamento circa 250 persone entrate in contatto con i contagiati e stiamo effettuando il tampone”, ha spiegato l’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera. Tra questi 120 dipendenti dell’Unilever, l’azienda del presunto ‘paziente zero’ e 70 tra medici e infermieri. Per tutti è prevista una ‘quarantena. Il primo contagiato, il cui nome di battesimo è Mattia e le iniziali M.Y.M, è in condizioni gravi, e il suo ricovero ha provocato la chiusura del pronto soccorso e di tutti gli ambulatori dell’ospedale di Codogno e una serie di accertamenti diagnostici su tutti i pazienti e il personale. In quarantena ‘volontaria’ l’infermiere che lo ha accolto al Pronto Soccorso.
Il 15 febbraio si era presentato lamentando sintomi respiratori, ma è stato rimandato a casa. Poi l’aggravamento repentino e il nuovo ricovero, dove è emersa la circostanza dell’incontro con un collega di ritorno dalla Cina, il presunto ‘paziente indice’, al momento negativo al virus. Intanto, arrivano buone notizie dallo Spallanzani di Roma: il ricercatore italiano risultato positivo al coronavirus durante la quarantena alla Cecchignola “è praticamente guarito”: le condizioni sono ottime e, soprattutto, gli ultimi test hanno dato esito negativo. E stanno molto meglio anche i coniugi cinesi, soprattutto l’uomo, che ormai sono fuori pericolo. Tutti negativi anche i sei casi ‘sospetti’ che erano stati sottoposti a test a Genova mentre due casi sono ‘sotto osservazione’ in veneto.
Fonte: agi