INTERVISTA ESCLUSIVA – Un concerto divertente e musicalmente di altissimo livello, tutto in acustico e coinvolgendo gente del numeroso pubblico accorso. Tony Tammaro ha divertito Lauria e reso la “Notte Bianca” di O’Issa un set di ironia e sana goliardia. L’ironico cantante napoletano si è raccontato al nostro portale, in una divertente intervista, interrotta più e più volte da risate spontanee e da una piacevole colloquialità.
La prima domanda credo sia d’obbligo, chi è davvero Tony Tammaro?
Tony Tammaro in realtà non è un “tamarro”, si è creato questo personaggio ma nella vita privata vesto bene, parlo bene, poi sul palco parlo un po’ così, mi atteggio a tamarro… ma posso assicurare che nella vita privata sono uno “sano di mente e modi”
Trent’anni ormai sulla cresta dell’onda…
Giusto quest’anno celebro il trentennale della mia carriera, ma non ho voluto festeggiare perché porta jella celebrarsi i trent’anni di attività e io voglio cantare per altri cinquant’anni! Ecco si, voglio festeggiare e festeggerò gli “80 anni” di carriera.
Come nasce il personaggio Tony Tammaro e l’idea di ironizzare sui vizi e le virtù dei napoletani?
Guarda, io ho rischiato grosso. Perché i napoletani sono permalosi, guai a dire loro “we, hai buttato una carta per terra”, quelli ti rispondono “no, non sono stato io che dici ecc…ecc…”. Trent’anni fa la situazione era tragica e molto probabilmente io tra un po’ resterò disoccupato perché prima c’erano molti più tamarri “veraci” rispetto a oggi che magari sono meno “genuini”. Ma trent’anni fa era un laboratorio a cielo aperto di tamarri su cui ironizzare e creare.
L’illuminazione quando e come ti è venuta per crearti questo personaggio?
Ho avuto sempre un intercalare diciamo, forse i tamarri mi davano fastidio già da quando ero bambino. Nel mio subconscio questa parola mi è sempre appartenuta, infatti mi ricordo che andavo in giro con mio padre e dicevo sempre “papà guarda com’è tamarro quello lì”, sentivo a uno gridare, “ senti come è tamarro quello”. Poi un giorno ebbi una folgorazione, stavo guardando un film con Nino D’Angelo e si vedeva questo ragazzo col caschetto biondo preteso stranamente da ragazze bellissime che si innamoravano di lui, e a me questa cosa non mi sembrava possibile, andai in cucina, presi carta e penna e in dieci minuti scrissi “Patrizia”. C’era una forza incosciente in quella mano che mi spinse a scrivere quella canzone che poi è stato l’inizio di tutto.
Poi prese piede, dopo il Tony cantautore, anche quello televisivo con l’avvento della “Tv Tamarra”…
Dieci anni dopo i miei esordi e grazie ai falsari che vendettero a iosa le mie musicassette false e registrate, perché devi sapere che io quando feci il mio secondo disco ricordo, ancora non era uscito neppure l’originale che già la copia falsa stava su tutte le bancarelle, quindi un grazie anche alla categoria tamarrissima dei falsari. Tornando alla tv, dopo quindi dieci anni trascorsi tra concerti, dischi e altro, venni chiamato dalla tv privata più popolare di Napoli che è “Canale 9”, e mi venne proposto di fare una trasmissione tutta mia. La gente mi conosceva solo in audio perché ascoltava le mie musicassette e quindi poi in tv portammo i video delle mie canzoni. Fu un successo inaspettato e bello, un’altra botta di vita che mi ha portato a vivere questo “never ending tour” che ormai mi porta in giro da trent’anni.
C’è una canzone alla quale sei più affezionato?
Sicuramente per un fatto economico (ride), più che affettivo, sono legatissimo a “Patrizia”. Devi sapere che io non sono nato molto ricco, però devo dire che dopo Patrizia ho avuto un po’ meno problemi, quindi “Viva Patrizia”.
Lauria non è la tua prima tappa in Basilicata, giusto?
Ho cantato a Potenza in una piazza gremita e in un altro paese , mi pare fosse Campomaggiore, qualche anno fa. In Basilicata vengo spessissimo e ci torno sempre con grande affetto e piacere, anche perché qui noi campani siamo fratelli, si parla quasi lo stesso dialetto, molti vostri giovani vengono a Napoli e Salerno a frequentare l’Università e i nostri vengono a fare qui le vacanze quindi siamo gemellati dai.
La tua impressione di Lauria e della sua piazza?
Molto ma molto bella, questa piazza mi ha subito emanato un’energia positiva. Devi sapere che io stasera (ieri ndr) quando tornerò a casa metterò un feedback anche per Lauria, perché ho un cartellone personale dove metto un giudizio agli amministratori dei posti dove canto. Ad esempio, quando arrivo nei paesi dove vedo sacchetti di immondizia o cani che vi ci rovistano, io metto un feedback negativo, invece io a Lauria per decoro e pubblico darò il massimo, 5 stelle. Non per fare il ruffiano, ma perché davvero ho trovato un bel posto con gente tranquilla e pacioccona, un bel clima insomma con una piazza che mi ha divertito oltre che spero, divertirsi.
Soprattutto perché dalla vicina “Scalea” nessuno è venuto a dirti nulla…
Tu ci scherzi, ma io ho temuto davvero. Innanzitutto io devo chiedere scusa agli abitanti attuali di Scalea e non a quelli precedenti, perché la situazione di questa ridente località, trent’anni or sono non era quella di oggi, che è molto migliorata. Quello che ho scritto nella canzone facendo riferimento all’epoca in cui la composi, non lo rinnegherò mai perché era la realtà. Oggi invece le cose vanno molto meglio, tutti dicono che le cose siano peggiorate, io invece vado controcorrente e dico che sono migliorate, sono stato a Scalea e l’ho trovata sorprendentemente accogliente e bella. Ma ripeto, temo sempre che quando vengo da queste parti, qualche autorità locale possa salire sul palco come fece anni fa proprio il primo cittadino di Scalea che salì sul palco e mi disse “ Signor Tammaro eviti di cantare quella canzone” (E chiudiamo l’intervista con una risata fragorosa).