Giornata della memoria, premiato al Quirinale il Liceo Artistico di Maratea

MARATEA (PZ) – L’arte come “scudo” per ritrovare la propria identità nei lager nazisti, “unica luce all’interno dell’oscurità”. È stato “il forte impatto emotivo” dell’opera a premiare gli studenti del liceo artistico di Maratea (Potenza) al concorso del ministero  “I giovani ricordano la Shoah”. 

Una delegazione, insieme ai propri insegnanti, ha ricevuto ieri il riconoscimento durante la celebrazione della Giornata della memoria al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

La scuola si è aggiudicata il primo premio della sezione dedicata alle scuole secondarie di secondo grado.  “Il suono di Terezín” – questo il nome della scultura – rappresenta “il legame tra la musica e l’uomo come unica luce all’interno dell’oscurità del lager, fonte di motivo per continuare a vivere – spiegano dall’istitituto – l’opera gira intorno a un’asse centrale ed è costituita da una sagoma metallica raffigurante un violoncello, quest’ultimo suonato da una figura umana dal viso ignoto; la mancanza di identità del viso simboleggia la completa perdita di umanità: chi entrava nei campi – continuano – diventava semplicemente un numero, uno dei tanti di quella serie di oggetti destinati a essere eliminati in modo sistematico”. 

A contornare l’opera, visi indipendenti “che simboleggiano la molteplicità di individui nel campo di concentramento. La scelta dei materiali non è casuale – spiegano i vincitori del concorso – il ferro infatti è un elemento che esprime freddezza e rigidità, ma al tempo stesso è un metallo la cui durezza lo rende uno scudo ideale contro il pericolo, lo stesso scudo che gli ebrei internati hanno dovuto forgiarsi per sopravvivere e per aprirsi una strada verso la speranza di libertà”. 

Tra le motivazioni del premio, la capacità “degli studenti e delle studentesse – si legge nella comunicazione inviata dal ministero alla scuola – che hanno saputo rielaborare le loro conoscenze storiche e artistiche e le loro riflessioni, proponendo un manufatto di forte impatto emotivo. La musica, raffigurata e non eseguita, assume una funzione catartica che traghetta dal naufragio della shoah alla luce della sopravvivenza”.

(Fonte, Anna Martino per La Repubblica)