Granita al limone

Anna è alla finestra con il condizionatore rotto da una settimana. È giugno, fa un caldo bestiale, e il tecnico le ha detto che viene “sicuramente domani” tutti i giorni dal lunedì. Oggi è domenica. Il mare laggiù è una cartolina che prende in giro, tutto azzurro e fresco, mentre lei si scioglie in un monolocale che d’estate diventa un forno per le pizze. “Potrei buttarmi,” pensa, “ma con questo caldo probabilmente evaporerei prima di toccare terra.” Marco invece cammina in via dei Mille alle tre del pomeriggio, che è tipo decidere di fare jogging nella Morte Nera. La strada finisce contro un muro, lui lo sa, ma continua a sperare che magari oggi, con questo sole assassino, il muro si sia sciolto. Invece no, è ancora lì, solido come la sua sfortuna. Il desiderio d’estate è più cattivo. Ti prende quando sei sudato, disidratato, e ti fa desiderare cose impossibili. Anna vorrebbe essere in una casa con il giardino, magari con uno che le porta i ghiaccioli e le fa vento con un ventaglio di piume di struzzo. Marco vorrebbe una piscina, una di quelle con il bordo infinito che si fonde con l’orizzonte, e una che si tuffa in bikini al rallentatore come nelle pubblicità. Invece hanno: lei un ventilatore che gira come un criceto impazzito, lui una bottiglietta d’acqua tiepida che sa di plastica. Anna scrive a sua madre: “Tutto bene, sto benissimo, l’estate è fantastica.” Bugia colossale. Sta morendo di caldo e di noia, ma se lo dice a sua madre, quella le risponde: “Vieni a casa che c’è l’aria condizionata e tua cugina si è fidanzata con uno che ha la barca.” Marco invece riceve un messaggio da sua madre: “Tuo cugino si è sposato alle Maldive. Allegata foto.” La foto è una tortura: mare cristallino, spiaggia bianca, gente felice. Marco guarda la foto, poi guarda il muro davanti a casa sua. Il muro lo prende in giro, sembra dire: “Ecco, io sono il tuo orizzonte. Goditi il panorama.” Sera. Anna ha provato a dormire nuda con tre ventilatori puntati addosso. Sembra di stare in una galleria del vento. Marco si è messo in mutande sul balcone con una birra calda. I vicini lo guardano male, ma lui pensa: “Se non gli piaccio, si comprano le tende.”

La notte d’estate è peggio del giorno. Il caldo non molla, l’aria è ferma come l’acqua di uno stagno. Anna si rigira nel letto pensando a quelli che stanno in montagna, quelli che hanno la casa al mare, quelli che si possono permettere le vacanze. “Bastardi fortunati,” mormora nel cuscino che sa di sudore. Marco è sul balcone che conta le stelle. Ne vede tre, che per Milano è quasi un record. “Vorrei essere lassù,” pensa, “nello spazio, dove fa freddo e non ci sono muri.” Il desiderio d’estate è più urgente perché fa caldo anche dentro. Ti cuoce il cervello, ti friggono i pensieri. Anna vorrebbe una vita diversa, Marco vorrebbe la stessa vita ma con l’aria condizionata e una che gli faccia il gelato in casa. Stanotte sogneranno il ghiaccio. Anna sognerà di essere un esquimese in un igloo con vista mare. Marco sognerà di essere in un freezer gigante con una che gli fa massaggi con cubetti di ghiaccio. Domani si sveglieranno sudati, incazzati, con il sole che già alle sette del mattino fa venire voglia di trasferirsi al Polo Nord. Ma continueranno a desiderare, perché il desiderio è l’unica cosa che non si scioglie mai, nemmeno a quaranta gradi all’ombra. L’estate finirà, ma il desiderio no. Quello rimane, fresco come una granita al limone che non arriva mai.


Disclaimer: Il testo è un racconto di pura fantasia. Tutti i personaggi, i luoghi, gli eventi e le situazioni descritte sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non hanno alcun riferimento intenzionale a persone reali, viventi o defunte, a istituzioni, enti o organizzazioni esistenti. Qualsiasi somiglianza con la realtà è da considerarsi puramente casuale e non voluta. Gli eventi narrati non intendono rappresentare fatti storici reali né fare riferimento a situazioni o circostanze realmente esistenti. Il racconto è stato creato esclusivamente a scopo narrativo e di intrattenimento.

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