Di Concetta Iannibelli, avvocato ed ex consigliere comunale di Lagonegro
LAGONEGRO (PZ) – Non sono solo i macro problema che attanagliano la sanità del lagonegrese, non è solo la storica ed irrisolta domanda che assilla il cittadino dell’area Sud
“ ma i soldi per la realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro e del lagonegrese ci sono o non ci sono?!”. Sappiamo che come il gioco delle tre carte, soprattutto in questi ultimi due anni, il denaro promesso per la realizzazione del padiglione è apparso e scomparso sui cartelloni pubblicitari a seconda della campagna elettorale che si doveva affrontare!
Uno schiaffo sonoro ai cittadini i quali, durante il momento più drammatico della loro vita, chiamati ad un cambiamento radicale delle abitudini a causa della pandemia, sono stati costretti a subire l’ennesima beffa di dover assistere ad uno squallido teatrino dove si alternavano consiglieri regionali alla guida dell’assessorato alla sanità e amministratori locali pronti a promettere senza sdegno ciò che finora non solo non si è realizzato.
Non solo!
Ciò è servito a coprire, con il suo bel cartello pubblicitario di soldi “evanescenti” in favore della sanità del Lagonegrese, un lento ed inesorabile lavoro di distruzione dei servizi esistenti, pochi ma esistenti, senza minimamente pensare a farli funzionare al meglio, pur avendo consapevolezza che le persone non cercano “la luna nel pozzo” ma chiedono, quando hanno bisogno, perché ricordo a me stessa che si va in ospedale solo per bisogno, di avere servizi snelli, efficienti ed idonei a dare una risposta adeguata alla domanda sanitaria!
Senza imbattermi in tutte le questioni annose che avremo modo e tempo di affrontare, due sono i doni che chiederei di trovare nella calza della befana 2023 per i cittadini del lagonegrese.
Il primo l’ho vissuto sulla pelle ma quanti come me!
Sarebbe ora che la direzione sanitaria, in questo caso mi appello particolarmente al direttore generale, trovasse immediatamente uno spazio al chiuso, e adeguato sotto il profilo igienico- sanitario, per le attese del Pronto soccorso.
È indicibile che la gente, dopo la pandemia, debba fare le attese del Pronto Soccorso all’aperto e al freddo e non possa godere di una stanza di accoglienza adeguata alle necessità per cui si attiva il P.S.
Sembra che la pandemia abbia, oltre che ridotto gli spazi, disumanizzato, il sistema!
Ciò significa che il cambiamento epocale ha inciso negativamente su chi dovrebbe attenzionare, perché pagato per questo, i problemi dei cittadini.
Il secondo dono è la risoluzione del problema CUP.
A mio modesto modo di vedere, non è un problema solo di modalità di funzionamento, il problema è radicato nell’esistenza del servizio stesso.
So di affermare qualcosa di molto forte che a molti potrebbe anche non piacere ma il pragmatismo che mi contraddistingue mi spinge ad essere realista e risolvere i problemi senza giri di parole.
Il cup è servito per creare posti di lavoro e non certo per risolvere i problemi all’utenza, lunghe attese nel prenotare, lunghe attese nel potersi visitare, disservizi nelle prenotazioni, impazienza, incuranza consequenziale, insoddisfazione anche per chi vi lavora!
Immaginate un laureato in farmacia costretto ad accettare il contratto al cup in questo momento di crisi nel mondo del lavoro!
Insoddisfatto lui/lei dopo una giornata di lavoro dietro un telefono a prenotare, insoddisfatto il malato che non ottiene la giusta attenzione e deve mettersi nelle mani del Padre Eterno per non morire fino a quando gli e’ stata prenotata la visita ambulatoriale!
Insoddisfatta l’opinione pubblica e la Comunità in generale per l’inefficienza del servizio.
La soluzione è forte ma possibile e semplice.
Eliminare il cup prenotazioni servizi ambulatoriali, indicare i giorni della settimana nei quali i cittadini possono recarsi direttamente in ospedale ed ottenere i servizi ambulatoriali, ottenere la prestazione pagando direttamente il ticket, impiegare il personale assunto per il Cup a fornire assistenza amministrativa al personale sanitario ( medici ed infermieri) impegnati nei servizi ambulatoriali per dare una risposta anche celere a chi si rivolge ad una struttura pubblica.
Applicare, in tal modo, al meglio i primi 12 Articoli della Costituzione lì dove la più bella pagina della Repubblica italiana ha sancito che tutti i cittadini sono uguali senza alcuna discriminazione e tutti, pertanto, possono ambire al diritto alla salute.