COSENZA (AGI) – Decine di sindaci della provincia di Cosenza hanno accolto l’invito lanciato dal primo cittadino di Cosenza, Mario Occhiuto, e hanno partecipato ad un sit-in davanti all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. I primi cittadini hanno poi siglato anche un documento comune.
“E’ un’iniziativa che abbiamo preso tutti assieme per smuovere l’immobilismo che regna nella gestione dell’ospedale di Cosenza ma anche della sanità calabrese in generale. Abbiamo chiesto la riapertura dell’ospedale militare da campo – ha detto Occhiuto, parlando di quello che ormai è solo un centro vaccinale – perché i cittadini rischiano la propria pelle”.
La pandemia ha aggravato la situazione
“L’ospedale cosentino, che dovrebbe avere 709 posti, ne ha solo 450 e 150 di questi sono utilizzati per le cure Covid – ha detto Occhiuto – a svantaggio di tutte le altre patologie”. “E’ gravissima la questione del personale, era grave anche prima del Covid e adesso è tragica: il pronto soccorso ha 7 medici e non 18 come previsto dalla pianta organica – ha detto ancora Occhiuto – e i turni negli altri reparti sono massacranti”.
“Chiediamo di assumere subito il personale, come doveva essere fatto già in passato, e aumentare i posti letto in terapia intensiva – ha concluso Occhiuto – perché i posti che ci sono oggi sono stati realizzati a scapito di quelli di altri reparti, non sono aggiuntivi. E va anche accelerata tutta la procedura delle vaccinazioni”.
Presente anche il presidente della Provincia, Franco Iacucci. “I sindaci hanno più sentimenti: il primo è digrande preoccupazione per la situazione che viviamo, ma poi abbiamo anche tanta voglia di dare il nostro contributo fattivo – ha detto Iacucci – vogliamo dare una mano nel grande rispetto dei sanitari e di chi sta operando alacremente. Vorremmo che la lotta alla pandemia fosse affrontata con più determinazione e più razionalità, dobbiamo lottare meglio e noi abbiamo anche il problema che i malati ordinari non hanno più risposte per le loro patologie”.
“Noi pensiamo che dovrebbero essere utilizzate anche le strutture dismesse che ci sono sul territorio – ha detto Iacucci – liberando i posti dell’ospedale di Cosenza per altre patologie. Io stesso ho prenotato una risonanza magnetica e mi hanno dato appuntamento per il 4 dicembre – ha aggiunto – e se uno avesse una patologia grave, forse non ci arriverebbe al 4 dicembre. Mi sembra che la Regione non abbia sensibilità nell’affrontare questi problemi”.
Il documento dei sindaci
“Con la mobilitazione odierna dei sindaci della provincia di Cosenza intendiamo sottoporre ancora una volta, in maniera energica e senza ulteriori indugi o procrastinazioni, la grave emergenza sanitaria e gli annosi deficit strutturali e di organico che riguardano la sanità a Cosenza e in provincia, all’attenzione dell’opinione pubblica, dei rappresentanti del Governo nazionale, dei parlamentari calabresi, perché facciano propria e promuovano questa autentica battaglia, del Governatore della Regione Calabria e delle autorità sanitarie regionali e provinciali”: così si legge nel lungo documento firmato dai sindaci della provincia di Cosenza.
Il documento è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, al Ministro della Sanità Roberto Speranza, ai deputati calabresi, ai Consiglieri regionali e al Presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì, al Commissario Straordinario per la Sanità in Calabria Guido Longo, al Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Isabella Mastrobuono e al Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale Vincenzo La Regina.
Per i sindaci quella attuale è una situazione “insostenibile” della quale “bisognerà farsi immediatamente carico uscendo dal pericoloso immobilismo delle autorità sanitarie preposte che rischia di ledere irrimediabilmente il diritto alla salute, valore essenziale e costituzionalmente tutelato, dei cittadini che appartengono alle nostre comunità”. “Ciò premesso, non possiamo, nel contempo, non rivolgere un particolare plauso ed apprezzamento all’indirizzo dei medici e di tutto il personale sanitario in servizio all’Ospedale dell’Annunziata, – scrivono i sindaci – che, in prima linea, stanno profondendo enormi energie per contrapporsi al dilagare della pandemia, non risparmiandosi in alcun modo nel prestare soccorso ai tanti pazienti covid che giungono all’Annunziata, tante volte già in condizioni critiche”.
Due ospedali a Catanzaro, uno a Cosenza
“E’ paradossale che, mentre Catanzaro è giustamente dotato di due ospedali, Cosenza, che è una delle province più grandi d’Italia, ha un unico Ospedale Hub che deve servire tutta la provincia, – si legge nel documento – con soli 450 posti letto (ne dovrebbe avere 709), 150 dei quali sono stati convertiti in posti Covid. Ciò comporta una notevole e grave riduzione dei servizi di assistenza ai pazienti con patologie diverse e, in generale, dei servizi ambulatoriali ordinari. Non si registrano situazioni meno drammatiche all’interno degli Spoke e della rete ospedaliera provinciale. Gli Spoke di Corigliano-Rossano e Paola-Cetraro stanno contribuendo in maniera determinante per resistere all’urto della terza ondata pandemica, avendo allestito nei due presidi circa 80 posti di degenza covid con altrettanto sacrificio del personale medico ed infermieristico, mentre nel P.O. Di Rossano il Pronto Soccorso è diventato ormai da settimane un reparto aggiunto in cui si curano e si tengono sotto osservazione solo ed esclusivamente pazienti con difficoltà respiratorie colpiti dal virus”.
Inoltre, scrivono sempre i sindaci, “non sono stati realizzati i posti di terapia intensiva e subintensiva previsti dal DCA 91 cosi come non sono stati realizzati i percorsi all’interno dei Pronto Soccorso, ma anche in questo caso il problema principale rimane la carenza di personale che rendeva ogni reparto precario già prima dell’emergenza pandemica e che il Covid-19 ha reso ancor più palese. Serve quindi che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza attui un piano straordinario di assunzione che consenta non solo di supportare e consolidare i reparti di pneumologia-covid, di rianimazione ed i Pronto Soccorso, ma anche di consentire di erogare a pieno regime, all’interno degli Spoke e della rete ospedaliera provinciale, l’assistenza sanitaria per tutte le altre patologie”.
Pertanto i primi cittadini chiedono “di incrementare immediatamente il personale sanitario dell’Ospedale, in particolare nell’Unità operativa complessa di medicina e chirurgia d’accettazione e d’emergenza (Pronto soccorso) e nei reparti dedicati alla cura del covid, con l’assunzione del personale aggiuntivo necessario; di avviare immediatamente un piano straordinario di assunzioni di personale medico, infermieristico ed assistenziale”.
Ma nel documento si chiede anche di aumentare le terapie intensive, riaprire immediatamente l’Ospedale militare da campo dell’Esercito, accelerare, in ogni modo possibile, la campagna vaccinale a Cosenza e in provincia e anche accelerare il più possibile le procedure per la realizzazione del costruendo ospedale della Sibaritide.