Ieri i funerali di Tucciarello. Dalle carte del Gip emergono nuovi dettagli sull’agguato di Vaglio

RIONERO IN VULTURE (PZ) – Alcune centinaia di persone si sono radunate all’esterno della Chiesa del Santissimo Sacramento di Rionero in Vulture, dove nel pomeriggio di ieri sono stati celebrati i funerali, in forma privata, del tifoso della Vultur, Fabio Tucciariello, di 39 anni, investito lo scorso 19 gennaio, a Vaglio di Basilicata da un’auto guidata da un supporter del Melfi, Salvatore Laspagnoletta, di 30, in carcere con l’accusa di omicidio volontario. L’uscita della bara della chiesa è stata accompagnata dal lancio di palloncini bianchi.

Intanto, sul fronte giudiziario, emergono novità dalle carte del Gip il quale, come ricordiamo, ha convalidato ben 25 delle 26 misure cautelari in carcere.

Dai documenti del Giudice Setola, emerge che “appare indiscutibile che i rioneresi e l’autovettura del Laspagnoletta siano venuti a contatto”. Il giudice dà poi atto che in sede di interrogatorio di garanzia l’indagato ha modificato la propria versione dei fatti.

“Laspagnoletta – si legge ancora nell’ordinanza – ha precisato che gli aggressori non avevano circondato la sua auto vettura, ma erano presenti solo al lato destro della stessa e qualcuno anche davanti al veicolo ma sempre defilato sulla destra.

Il trentenne melfese ha poi ribadito più volte, nel corso del suo interrogatorio di garanzia, di avere sempre mantenuto il proprio veicolo nella propria corsia di marcia, che i colpi che avevano raggiunto il veicolo avevano rotto il vetro del finestrino anteriore destro ed il parabrezza, e di non aver effettuato alcuna deviazione e/o sterzata, oltre di aver accelerato per allontanarsi dai luoghi”.

Versione che ad avviso del gip Setola non collima con quanto fino ad ora emerso dagli accertamenti investigativi: “Circa la traiettoria con cui l’arrestato avrebbe raggiunto ed attinto il Tucciariello, deve rilevarsi come – allo stato – la versione resa dall’arrestato (aver mantenuto il veicolo sempre sulla propria corsia di marcia, senza mai spostarsi su quella opposta e senza mai effettuare sterzate) risulta in netto contrasto non solo con le dichiarazioni (sul punto univoche) di tutti gli altri arrestati ma anche con le tracce rilevate sui luoghi”.

 Il giudice continua nell’analisi della versione dei fatti resa dal 30enne tifoso del Melfi e le risultanze emerse dalle altre testimonianze e dai rilievi effettuati dalla polizia giudiziaria sulla sede stradale anche nei giorni successivi alla tragedia: “La corsia di sinistra – scrive il gip – era libera. Non si comprende allora perchè l’arrestato, pur riconoscendo di avere alla sua destra un imminente pericolo, e pur potendo facilmente superarlo allargandosi a sinistra ed allontanandosi, avrebbe deciso di continuare dritto. Appare allo stato possibile ipotizzare (con un elevato grado di probabilità) che l’arrestato, vistosi aggredito dal lato destro, si sia spostato a sinistra per evitare le persone che sopraggiungevano da destra”.

Quindi per il Gip appare evidente “un agire per vendetta senza controllare i propri impulsi”, il quale ha portato lo stesso Setola a confermare l’accusa di omicidio volontario per Laspagnoletta.

Dai documenti appaiono anche le motivazioni dei tifosi della Vultur, i quali hanno teso l’agguato ai tifosi gialloverdi per “reagire al lancio di pietre contro i pullman dei rioneresi nei pressi del parcheggio del settore ospiti dello stadio di Melfi avvenuta un anno fa circa”.