Il benessere e la salute sono di casa al “De Sarlo-De Lorenzo”. Incontro tra gli studenti dell’istituto di Lagonegro e i vertici del CROB di Rionero

LAGONEGRO (PZ) – «Quando c’è l’amore, c’è tutto». «No, chell’ è ‘a salute!». Come dare torto a Massimo Troisi e alla battuta-manifesto di Ricomincio da tre? Appunto: la salute è una cosa serissima, soprattutto alla luce dei dati diffusi dall’ISTAT alla fine del 2024. Il nodo è sempre lo stesso: la sedentarietà. Alcune cifre: quasi un adulto su due è in sovrappeso, più di un terzo dei nostri connazionali non pratica alcuna attività fisica. Tendenze più o meno analoghe anche tra gli adolescenti, peraltro aggravate dall’abuso di alcol e droghe. Cosa fare, a questo punto. La prevenzione non può prescindere da campagne di sensibilizzazione e occasioni di confronto e dialogo con i ragazzi. I veri protagonisti dell’incontro – organizzato dall’I.I.S. “De Sarlo-De Lorenzo” di Lagonegro nei locali del centro sociale di contrada Verneta – con il direttore del Centro di riferimento oncologico della Basilicata, Massimo De Fino, e i medici dell’istituto di ricovero, cura e ricerca di Rionero in Vulture. «Un’eccellenza della Basilicata, a dimostrazione che questa regione ha un potenziale enorme, a dispetto della crisi demografica e dello spopolamento», il pensiero del dirigente scolastico del centenario istituto lagonegrese, Roberto Santarsiere. Non l’unico spunto di discussione colto dalla moderatrice del convegno, la docente di Storia e Filosofia Demy Mango: se il sindaco della cittadina ai piedi del Sirino, Salvatore Falabella, ha ribadito la necessità di moltiplicare le occasioni di confronto con la cittadinanza sui temi della salute, il vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, Vincenzo Orofino, ha invitato i ragazzi a conciliare la cura del corpo con quella dell’anima. Un appuntamento dal respiro trasversale – come testimoniato dalla partecipazione del Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Lagonegro, Vito Carlomagno, e dell’assessore regionale alla Sanità, Cosimo Latronico – che ha raggiunto il suo zenit con gli interventi del direttore del CROB, Massimo De Fino, e di cinque dottoresse della struttura oncologica del Vulture: Antonella Caivano, Valeria Barberio, Stefania Lapadula, Graziella Marino e Francesca Sanseverino. I corretti stili di vita, la prevenzione, le attività di ricerca – a cominciare dagli studi innovativi sulle vescicole extracellulari – un approccio umano alla malattia e alle cure, la telemedicina: una relazione dopo l’altra, i medici del CROB hanno descritto cosa significa fare medicina nel XXI secolo in un ambiente che deve infondere speranza e fiducia nei pazienti colpiti da un tumore. D’altra parte, le dottoresse – incalzate dalle domande e dagli interventi delle studentesse e degli studenti del Liceo linguistico e delle Scienze umane – hanno rimarcato la necessità di adottare comportamenti virtuosi che possano contrastare l’insorgere di malattie più o meno gravi. In parole più semplici: un’alimentazione sana ed equilibrata, depurata dai cibi più grassi; un’attività fisica regolare, un no secco a tutte le forme di devianza. In più, un uso più moderato dei dispositivi digitali, dentro e fuori dalla scuola. Una questione di benessere psico-fisico, certo, ma anche il modo migliore per ricominciare a specchiarsi nel prossimo ed avere cura di sé. Che, in fondo, è il vero segreto per imparare a vivere meglio. 

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