Il film “Scordato” di Rocco Papaleo risveglia, tra l’altro, sentimenti di appartenenza e di profondi legami con la propria terra natia

EDITORIALE – Condivido in toto le numerose testimonianze di consenso e di plauso al film “Scordato” del nostro concittadino Rocco Papaleo.

Al coro di approvazione voglio aggiungere anche il mio pensiero di persona avanti negli anni che, guardando al passato, inevitabilmente è portata a meditate considerazioni e riflessioni.

Il personaggio di Orlando mi ha profondamente coinvolta ed emozionata. Geniale l’idea del giovane Orlando, visibile solo dall’anziano Orlando, che si connota come la voce della coscienza, l’alter ego presente dentro di noi, responsabile delle nostre difficoltà esistenziali, spesso conseguenze delle scelte e delle esperienze vissute.

E’ un film terapeutico, di grande valore psicologico, che dispone all’introspezione e alla presa di coscienza di quanto il nostro passato, nel bene e nel male, sia fondamentale nella costituzione della nostra identità e nella percezione della realtà che oggi viviamo.

E’ un passato che ci lega inevitabilmente al nostro luogo natio, che conserva nel tempo un profumo particolare che solo chi vi è nato e l’ha amato può sentire. L’amore per il proprio paese è dolce e silenzioso; le bellezze straniere spesso ci stupiscono e ci incuriosiscono ma poi sfumano…perché sentiamo che non appartengono al nostro vissuto.

Simona Atzori, in un articolo pubblicato su “l’Eco di Basilicata, Calabria e Campania” così scrive: “Ho scelto di rientrare al paese e di rimanerci non perché non riuscissi a vedere altro, ma perché dopo essere andata e aver visto cose distanti e diverse, alcune piccole, minuscole cose hanno fatto per me un’enorme differenza in termini di QUALITA’ DELLA VITA”.

Le parole di Franco Arminio sono emblematiche di questo legame profondo con la propria terra natia: “Tornate, non dovete fare altro, qui potete accendere la vita, altrove potete al massimo tirare avanti la vita…”.

Anche Rocco Papaleo ha riportato nel suo film l’amore che lo lega alla sua terra di origine, alla sua gente, mettendo in luce le difficoltà esistenziali, ancora oggi esistenti, di un territorio spesso dimenticato, ma ricco di grandi potenzialità umane e paesaggistiche.