Il Gruppo Lucano Protezione Civile scrive a Bardi

POTENZA – “Egregio Presidente, nostro malgrado siamo costretti a rivolgerci a Lei per manifestare il nostro disappunto per quanto viene riservato al Gruppo Lucano. Da quando l’Italia, come il resto del mondo, sta vivendo questa fase emergenziale, noi volontari nei nostri territori non ci stiamo risparmiando, offrendo assistenza alla popolazione e offrendo supporto alle amministrazioni locali. Senza il nostro apporto molti servizi non sarebbero garantiti soprattutto se si tiene conto della esiguità di dipendenti che hanno la maggior parte dei nostri Comuni. Non va nemmeno dimenticato che siamo stati sempre attivi anche nelle attività tipiche di protezione civile, garantendo l’antincendio boschivo ed intervenendo anche nelle attività di mitigazione del dissesto idrogeologico. Con lo spirito di solidarietà che sempre ci contraddistingue non abbiamo esitato nel portare aiuto alle popolazioni alluvionate della Calabria”.  

Comincia con queste parole, una lettera scritta dal Gruppo Lucano di Protezione Civile e indirizzata al Presidente Bardi. Nella missiva si legge l’impegno profuso dai volontari non solo nell’emergenza covid, ma anche in altri ambiti emergenziali, nonostante una situazione politica e burocratica che impedisce al Gruppo Lucano di svolgere al meglio il proprio lavoro.

“Nelle ultime settimane siamo impegnati assiduamente nei punti vaccinali coadiuvando il personale medico e paramedico affinchè tutto si svolga nel migliore dei modi. Tale sforzo ha però comportato un dispendio di energie fisiche ed anche di risorse economiche,  soprattutto se si considera che i bilanci delle organizzazioni sono costituiti maggiormente da donazioni liberali e rimborsi derivanti da convenzioni. Chi è volontario sa che per le sue attività non deve aspettarsi nulla in cambio”, si legge ancora nella nota. 

“Ed invece e malgrado tutti questi sforzi abbiamo dovuto subire anche azioni a dir poco lesive da parte di uffici regionali attraverso l’interpretazione, ed in molti casi nella “rivisitazione”, di norme ed atti amministrativi.  Come non stigmatizzare le circolari dell’ufficio regionale di protezione civile con le quali si invitavano i Sindaci Lucani a richiedere i benefici di cui all’articolo 39 del testo unico della protezione civile solo nel caso in cui non vi fossero altri volontari disponibili ovvero disoccupati o pensionati. Nella sostanza una legge ideata e approvata per garantire a tutti il diritto di poter essere volontario è stata di fatto cancellata. Ciò che va respinta è l’idea che qualche dirigente ha del mondo del volontariato ovvero che i disoccupati e i pensionati siano una risorsa. Noi li consideriamo importanti allo stesso modo di chi ha una occupazione, di un libero professionista, di un artigiano ed un commerciante”.

Da qui la rivendicazione da parte del Presidente Priore, di un riconoscimento che l’organizzazione di Protezione Civile attende da anni, con numerose sollecitazioni che si sono susseguite anche nelle passate legislature. 

“Non vogliamo che il ruolo del volontariato sia svilito tanto da arrivare a sostenere che sia attività solo per i cittadini “non lavoratori”, correndo il rischio, non troppo remoto, di una trasformazione delle associazioni in datori di lavoro mascherati.  Allo stesso modo va stigmatizzata la gestione che quell’ufficio ha avuto ed ha nei confronti di questa associazione.  Lo scorso anno dopo aver preliminarmente dato disponibilità a svolgere la campagna antincendio ci siamo ritrovati a dover effettuare l’istruttoria propedeutica alla stipula della convenzione quando ormai operavamo sui territori. Ovviamente la sottoscrizione è avvenuta con ritardo per la mole di dati e documenti richiesti ed esaminati dovizia di particolari.  Per un errore non attribuibile sicuramente all’associazione ci siamo visti decurtare parte del rimborso dovuto”, si legge nella lettera inviata al Presidente Bardi, con la questione che si sposta anche alle attività da svolgere in procinto della prossima estate. 

“Ancora oggi ci chiediamo come abbiano potuto sottoscrivere le convenzioni le altre associazioni al primo luglio se a noi i documenti sono stati chiesti in ritardo e comunque oltre tale data. Ma vi è di più aspettiamo da oltre due anni il rimborso delle spese sostenute per le visite mediche sostenute per la campagna aib. Quest’anno purtroppo le premesse non appaiono essere migliori. Infatti, qualche settimana fa è arrivata, l’ennesima richiesta da parte dell’ufficio regionale di protezione civile in cui si chiedono dati e numeri senza però che vi siano dettagli sullo svolgimento della prossima campagna antincendio. Ci è stato chiesto di firmare una vera e propria cambiale in bianco. Non si conosce l’impegno economico, non si sa se verranno previste somme aggiuntive in considerazione della circostanza che veniamo da un anno difficile in cui uomini, mezzi ed attrezzature sono stati esposti ad un continuo logorio, per cui necessitano di un piano di reintegro serio per affrontare la campagna antincendio in maniera adeguata.  Risposte che non sono arrivate, nemmeno in una riunione convocata in meno di ventiquattro ore dall’ufficio regionale di protezione civile e dall’ufficio foreste del dipartimento agricoltura.  In verità noi volontari abbiamo finito per apprezzare maggiormente l’operato di questo ufficio a noi estraneo che sembrava avere soluzioni a tutte le problematiche evidenziate”.

Ma nella missiva viene messo in evidenza anche il delicato servizio che i volontari svolgono ogni giorno, nonostante l’emergenza pandemica e le risorse a dir poco nulle, con una campagna vaccinale che ancora non è partita per le giubbe gialle lucane.

“Ciò che ci preoccupa di più è che si pensa di spostare i volontari da un capo all’altro della regione dimenticandosi della circolazione del Coronavirus ancora in atto. I nostri volontari malgrado avessimo inviato i dati dei loro nominativi al Dipartimento della Salute della regione Basilicata, alle Asp di Potenza e Matera ad oggi ancora non sono stati vaccinati. Eppure non abbiamo richiesto niente di più di quanto hanno stabilito il generale Figliulo e il capo dipartimento della Protezione civile, Curcio, i quali hanno detto a chiare lettere che i volontari devono essere vaccinati poiché svolgono attività essenziali.  Con rammarico abbiamo appreso che uomini e donne appartenenti ad altre associazioni sono stati vaccinati. Addirittura dalle loro pagine social fanno sfoggio di tale risultato utilizzandolo come strumento per raccogliere maggiori adesioni tra le loro fila”.

Nel finale, in cui il Gruppo Lucano fa appello a Bardi per risolvere le disparità, arriva anche l’amara presa in considerazione di uno stop se le situazioni sopra elencate non vengano risolte:

“Continuare ad affrontare questa emergenza e la prossima compagna antincendio senza che siano stati immunizzati è impossibile. Se non vengono date risposte immediate ai bisogni evidenziati saremo costretti a fermaci. Per cui egregio Presidente Bardi ci rivolgiamo a Lei perché possa porre rimedio a queste situazioni di disparità e consentire al Gruppo Lucano di poter continuare le proprie attività in maniera adeguata ai bisogni dei cittadini”, conclude la missiva

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