Il ricordo del Beato Domenico Lentini. La nascita, l’infanzia, la famiglia

EDITORIALE – Domenico nasce a Lauria il 20 novembre 1770; riceve il battesimo nello stesso giorno della sua nascita nella Chiesa di San Nicola di Bari.

I suoi genitori, Macario e Rosalia Vitarelli, sono persone umili, oneste e timorate di Dio.

Domenico trascorre l’infanzia nei caratteristici vicoletti del Cafaro, un antico quartiere  ricco di storia. Lungo l’omonimo torrente , che scorre rumoroso e impetuoso, si diverte a saltellare da una sponda all’altra, a lanciare sassi nell’acqua, guardandoli scivolare tra i flutti e poi scomparire portati via dalla corrente. E’ facile immaginare anche Domenico che si bagna mani e piedi e si diverte con i suoi amichetti a spruzzarsi acqua vicendevolmente. 

E’ quasi quotidiano il percorso che fa con mamma Rosalia per recarsi al santuario dell’Assunta. Dopo una sosta nella chiesetta di Santa Veneranda, s’incamminano, mano nella mano, recitando il rosario, lungo una stradina stretta tra case vicinissime tra loro, fra le quali è incastonato l’antico arco di Sant’Antuono. Salendo, si fermano per una breve preghiera  nella chiesetta di Santa Lucia-San Pasquale. Dopo un’ultima e ripida gradinata possono finalmente tirare un sospiro di sollievo perché la stradina diventa pianeggiante. L’ultimo tratto in salita si apre, per incanto, in un piazzale dove si erge il santuario dell’Assunta. Prima di entrare in chiesa, mamma Rosalia e Domenico si soffermano ad ammirare lo splendido panorama: l’intera Valle del Noce in lontananza e, più vicini, i due rioni di Lauria.

Macario e Rosalia, in un’epoca di grandi sconvolgimenti politici e di enormi ristrettezze economiche, affrontano  ingenti sacrifici per allevare i loro cinque figli: Domenica, Rosa, Nicola, Antonio e Domenico. La loro umile casa, nel rione Cafaro, è attigua alla cappella di San Vincenzo, entrambe distrutte nel bombardamento del 7 settembre 1943.

Piuttosto esile Domenico, robusto e dotato di grande forza fisica, invece, Nicola, chiamato dagli amici Sansone. Si racconta che fosse prepotente e manesco con il piccolo Domenico, che a volte lo rimproverava per qualche sua impertinenza.

Rosalia è molto devota alla Madonna al punto che quando il marito Macario si ammala, le rivolge la fervida preghiera di farlo guarire, offrendo in cambio la sua vita. La Vergine accoglie la sua supplica: Macario si riprende e un anno dopo Rosalia muore.

All’inizio è grande lo sconforto di Macario, ma pian piano, confidando nel Signore e intensificando il  lavoro di conciatore di pelli, riesce a garantire alla famiglia il necessario per vivere. 

Domenico avverte la chiamata al sacerdozio quando è ancora bambino. Consapevole delle precarie condizioni economiche familiari, manifesta timidamente la sua vocazione a papà Macario, che gli dice: 

“Se vuoi davvero diventare prete, prete sarai. Dovessi fare altri debiti!” 

Oggi, 20 novembre, in ricordo della sua nascita, nel Santuario Diocesano Beato Domenico Lentini : alle 11 celebrazione eucaristica del vescovo Mons. Vincenzo Orofino e alle 18 Santa Messa Solenne.

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