EDITORIALE – La mattina del 3 settembre 2015, su una spiaggia turca nei pressi di Bodrum, il mare depositò il corpo di un bambino che si chiamava Alan Kurdi. Di quel corpo poggiato sul bagnasciuga la giornalista turca Nilufer Demir scattò una fotografia che è entrata nella vita di tutti noi.
Il signor Conchiglia di Gianluca Caporaso
Il signor Conchiglia è un racconto che prende vita da un fatto tragico e doloroso e si trasforma in un viaggio sorprendente ed emozionante. È la storia del piccolo Alan che insieme alla sua famiglia cerca un posto dove essere felice, un posto che diventi la sua casa e quella dei suoi cari.
Alan amava il mare più di ogni altra cosa al mondo e nuotare è la cosa che meglio sapeva fare. Era affascinato da tutto quello che appartiene al mondo marino. E proprio con quella parola gli capitava spesso di giocare: «Se davanti metteva la A nasceva la parola più agitata del mondo: Amare. Se al centro metteva la D, veniva fuori la parola che fa nascere tutto: Madre».
La narrazione dell’autore è totalmente coinvolgente, al punto che il lettore si sente parte di quel naufragio, si immedesima nei protagonisti. Prima l’immagine della nave che dondolava dolce e leggera poi l’arrivo del vento cattivo e il mare che spalanca la sua bocca e mangia tutto quello che trova, compresi la nave e i sogni. Quello che rimane è un silenzio assordante, dalla terra fino al cielo.
Tolto dal freddo bagnasciuga dove il suo piccolo corpo si era posato, Alan intraprende un cammino attraverso terre incantate e inesplorate, seguendo il blu del mare e le sue bellezze. L’autore rende viva la memoria di Alan, il suo ricordo, trasportandolo in un mondo fiabesco, dove annega e poi ritorna in vita, così da poter raccontare com’è il mare profondo e cosa c’è davvero lì dove non si tocca.
Quello di Caporaso è un libro manifesto, un grido di pace e di speranza. Le parole prendono vita, camminano dritte dritte fino al cuore di chi legge, risvegliando la commozione in adulti e bambini. Con la dolcezza e la delicatezza dell’autore, Alan riprende vita e restituisce un pizzico di meraviglia al mondo intero.
Cos’è una perdita, dunque, Alan?
Chiamare qualcuno per nome e non vederlo tornare.