Infrastrutture e royalty, “La Nuova del Sud” incontra il sindaco di Lauria

LAURIA (PZ) – Nel dibattito sulle infrastrutture per far uscire dall’isolamento la Basilicata e in particolare alcune sue aree, interviene anche Lauria, città cerniera tra le valli del Noce, del Mercure e del Sinni e sbocco di due svincoli sull’autostrada del Mediterraneo. Tra bretelle per la Val d’Agri, trasversali e antichi progetti rimasti su carta come la LauriaCandela, il sindaco della città del Beato Lentini, dà la sua visione provando a fare sintesi delle proposte messe sui tavoli e su queste colonne da alcuni suoi colleghi sindaci.

E lo fa anche in forza della sua esperienza di amministratore decennale prima alla Provincia e poi in Comune. Tre assi portanti sui quali investire i fondi a disposizione ma soprattutto la capacità di fare rete tra i sindaci, senza gelosie. Qual è la posizione di Angelo Lamboglia da sindaco di una città baricentrica per l’area Sud? ”In Consiglio comunale stiamo portando un ordine del giorno sulla Lauria-Melfi-Candela-Foggia, capiamo la delicatezza della questione ma già con i fondi Pas sono state predisposte una serie di trasversali come la MurgiaPollino necessarie per la dorsale adriatico-tirrenica.

Era un piano perfetto ma se proprio non si riesce ad arrivare penso andrebbe fatto un piano di riqualificazione di tutte le arterie esistenti a partire dalle provinciali e cercare di migliorare alcuni tratti ad esempio per quanto ci riguarda sarebbe importante lo sfondamento verso la Val d’Agri ovvero il collegamento tra Lauria, Tempa del Conte-Moliterno e la Val d’Agri e dall’altro lato verso il Mercure completando la bretella così com’era stato predisposto, congiungendosi a Lauria Sud e inoltre migliorare il tratto Lauria Nord-Lauria centro. Sarebbe un percorso che non coinvolgerebbe solo Lauria ma un crocevia importante per una cerniera fondamentale sia per il traffico regionale che per quello da e per Calabria e Campania.

Le trasversali, l’ho visto anche da consigliere provinciale, sono fondamentali dappertutto. Permetterebbero di potenziare una delle aree più penalizzate come quella Sud ma la stessa Val d’Agri e il collegamento verso Matera, sfruttando anche il completamento della Tito-Brienza. Mettere in campo queste opere è imprescindibile con opportuni finanziamenti. Io penso che il discorso Po Val d’Agri non vada collegato solo ai paesi interessati dalle estrazioni. Quindi di base manutenzione sull’esistente e come opere nuove la Murgia-Pollino che potrebbe legarsi alla Ss 106”.

Dunque non è tutto da buttare?

“I Piani per le aree sottosviluppate prevedevano già queste trasversali. Sicuramente in alcuni tratti ci sarà bisogno di investimenti nuovi però andrebbe messo tutto a sistema. E’ normale che se si fa la Murgia-Pollino si sfrutta anche la 106. E’ un ragionamento che si sta facendo da anni ma ci devono dare i fondi intanto per garantire i ponti che abbiamo e le strade locali. Noi a Lauria abbiamo 300 km di strade e non si riesce a gestire l’ordinario. Servirebbero anni solo per la manutenzione e parlo anche delle strade di montagna e quelle rurali. Poi c’è la gestione straordinaria e l’investimento infrastrutturale ex novo. Ma se noi non garantiamo il vecchio ci ritroviamo in un “cul de sac”. Ci siamo già passati con la bretella verso la Ss 585 ferma per decenni”.

Ma questi fondi vanno presi dal “bancomat” petrolio o no?

“Il petrolio si estrae in Basilicata e non solo in Val d’Agri. E’ chiaro che va data priorità ai paesi che hanno le estrazioni in sé ma tenendo conto del bacino di estrazione che probabilmente arriverà sotto il Pollino o sotto Trecchina, Maratea e questo genera ripercussioni. Non pretendiamo gli stessi diritti di Viggiano o Grumento e paesi limitrofi ma i fondi possono andare a migliorare le condizioni infrastrutturali e far fronte ad alcune criticità a cui alcuni comuni non possono far fronte. E la politica su questo deve interrogarsi. Però mi chiedo anche qual è l’investimento per salvaguardare la tutela della salute pubblica e fare un Piano sanitario.

Perché ci saranno situazioni border line in quei luoghi e io non posso pensare che vengono dati soldi a comuni che ogni anno li spendono nello stesso modo quando abbiamo Moliterno che pure fa parte della Val d’Agri o il Monte Sirino che ha bisogno di una seggiovia da due milioni di euro in grado di attrarre turisti per venire a sciare e non si sfrutta. Quindi penso si debba fare un ragionamento d’insieme. Non è che Lauria vuole accalappiare tutto ma il discorso è più ampio e si può allargare anche al dissesto idrogeologico. So che la Regione ci sta lavorando ma bisogna accelerare perché non ne possiamo più. E allora chiediamoci quanto possiamo investire di questi soldi per mettere in campo un percorso di prevenzione sennò stiamo sempre in emergenza.

Io non posso chiudere una scuola perché mi danno il codice arancione o non ho il sistema per controllare i ponti, una rupe o i fiumi. Allora iniziamo a prendere dei pluviometri che se sale il livello mi dicono quando dover chiudere una strada. Insomma mettere quei fondi a disposizione di un centro in collegamento con la Protezione civile. Io i Po li metterei su tre grandi cose: infrastrutture, ambiente e prevenzione del dissesto idrogeologico. In sintesi sì a maggiori ricadute su chi ha i pozzi ma una quota di royalties va destinata a questi ragionamenti. Oggi abbiamo anche il ministro della Salute, Speranza, che è un lucano. Dunque se non lo si fa ora non lo si fa più, perché ambiente e salute vanno a braccetto”.