Inquinamento all’ Itrec di Rotondella. Legambiente Basilicata si costituisce parte civile

ROTONDELLA (MT) – Si è celebrata oggi, 20 marzo 2025, dinanzi al Giudice per le Indagini preliminari presso il tribunale di POTENZA, la prima udienza nel procedimento penale nel quale sono stati tratti a giudizio, a vario titolo, diversi indagati per responsabilità in ordine alla commissione dei reati quali disastro ambientale, inquinamento ambientale, traffico illecito di rifiuti e falsificazione di documenti, ciò in qualità di dirigenti dell’ITREC e della Sogin, la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, così come funzionari del comune di Rotondella, della provincia di Matera e dell’Azienda regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata.

In Basilicata l’ITREC (Impianto di Trattamento e Rifabbricazione Elementi di Combustibile) si trova all’interno del Centro Ricerche ENEA Trisaia ed è un impianto utilizzato per la conservazione e lo studio delle scorie nucleari, ormai in fase di dismissione, ma ancora operativo. Le indagini hanno rivelato gravi violazioni nella gestione dei rifiuti, tra cui lo sversamento di acque contaminate da cromo esavalente e tricloroetilene – sostanze cancerogene, seppur non radioattive – nella falda acquifera, nel fiume Sinni e nel mar Ionio. 

In seguito agli accertamenti è stata posta sotto sequestro un’area di 600 metri quadrati all’interno del sito per la presenza di uranio arricchito sotto alcuni cumuli di rifiuti convenzionali.

Legambiente Basilicata, ente esponenziale legittimato all’esecuzione dell’azione risarcitoria nel procedimento penale, ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile nel processo a mezzo dell’Avv. Luca Lorenzo. La prossima udienza si terrà il prossimo 27 maggio, giorno nel quale si discuterà sulle richieste di costituire di parte civile avanzate.

In tredici davanti al giudice

Le acque di falda emunte dall’Itrec di Rotondella e scaricate nello Ionio senza nessun trattamento avrebbero prodotto un disastro ambientale e configurato un traffico illecito di rifiuti. Per questo la Procura di Potenza vuole portare a processo 13 persone oltre alla Sogin, la società incaricata del decommissioning nucleare del sito.

Questa mattina la prima udienza preliminare davanti al Gup Salvatore Pignata, durante la quale sono state calendarizzate le prossime date in aula, con le persone nel mirino della pm Sarah Masecchia che si sono ridotte rispetto alle 16 cui era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, con l’esclusione di tre funzionari tra Comune di Rotondella e Provincia di Matera.

Rispondono dell’accusa più grave, disastro ambientale, due alti dirigenti Sogin, il procuratore responsabile del sito, Vincenzo Stigliano, e il suo vice Giuseppe Pastore, e altrettanti vertici Enea, il direttore Marco Giulio Maria Citterio e il responsabile del centro Giambattista Labattaglia. Accuse diverse, che vanno dall’inquinamento al traffico di rifiuti, per gli altri indagati, sette dei quali in forza ad Enea e Sogin, gli altri due dirigenti Arpa, ossia Gaetano Santarsia, per un’accusa di falso, ed Enrico Di Capua, per omissione di atti d’ufficio.

I fatti contestati sono quelli che ad aprile 2018 fecero scattare i sigilli a tre vasche di raccolta dell’impianto. Sarebbero servite allo sversamento in mare di circa 65mila metri cubi di acqua contaminata da sostanze cancerogene quali il cromo esavalente e il tricloroetilene, senza alcun trattamento, attraverso una condotta di scarico non autorizzata.

Otto le richieste di costituzione di parte civile presentate tra cui i Comuni di Rotondella e Policoro e le associazioni ambientaliste. Su questo deciderà il Gup nell’udienza del prossimo 27 maggio, quando saranno ascoltati anche alcuni degli imputati.

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