Intervista a cura di Andrea Oriente
POTENZA – Si è appena conclusa la giornata dell’arte e della creatività alla quale, ovviamente, hanno partecipato tantissimi giovani delle scuole superiori. Questa è solo una delle ultime attività della Consulta studentesca da te presieduta, nel corso di questo anno hai percepito disponibilità al dialogo da parte degli amministratori e dei politici locali?
“Nel corso di quest’anno ho riscontrato una grande apertura da parte delle istituzioni e delle autorità locali. Come Consulta studentesca abbiamo avviato diversi progetti in collaborazione con Regione Basilicata, Provincia di Potenza e Comune di Potenza che, anche se declinati diversamente, avevano tutte come comune denominatore il futuro dei giovani lucani e lo sviluppo del territorio. Abbiamo dato il nostro contributo con proposte e idee e proprio in questi giorni siamo impegnati nella due giorni della “Open space lab”, l’evento che vedrà coinvolti associazioni, giovani, enti, esperti e amministratori nella scrittura del dossier di candidatura di Potenza a capitale dei giovani italiana 2024. Possiamo ritenerci quindi molto soddisfatti del dialogo avviato con le autorità politiche”.
Nel corso dell’anno scolastico avete lavorato a stretto contatto con la Regione Basilicata, percorso che si è concluso con un confronto nella sala del Consiglio regionale. Quali sono state le vostre priorità da inserire in agenda per gli studenti?
“Abbiamo segnalato la necessità di aumentare gli investimenti in sostenibilità ambientale e lavoro, inoltre, abbiamo chiesto di consolidare e rendere più partecipativo il dialogo con la comunità europea e il rapporto tra istituzioni, società civile e realtà del terzo settore. A fronte di questi temi abbiamo formulato una proposta complessiva e sintetica, ovvero la creazione di un portale digitale creato dalla regione Basilicata e gestito dagli studenti che, grazie all’ausilio di esperti e istituzioni, possa avere una funzione informativa ed interattiva allo stesso tempo. Ci auspichiamo che l’impegno preso dalla Giunta regionale rispetto a questa proposta possa trovare quanto prima un seguito pratico”.
Hai detto che durante il percorso avete collaborato con diversi enti locali e con l’università delle Basilicata, in quali occasioni?
“Sì, abbiamo avviato un dialogo con l’università instaurando un rapporto sia con le associazioni universitarie, come Esn-Suigeneris, che con il Centro per l’orientamento in entrata e in uscita, fino ad arrivare al consorzio universitario ConUnibas. L’obiettivo comune di questi accordi è quello di avvicinare gli studenti lucani alla realtà dell’Unibas e fare in modo che l’offerta formativa della nostra Università possa arrivare davvero a quanti più studenti possibile per convincerli a studiare nel loro territorio e dargli un futuro qui in Basilicata. Con questi vari partner abbiamo già avviato collaborazione nel pratico, come ha rappresentato la giornata dello studente realizzata in collaborazione con ESN-Suigeneris, il Festival di musica senza etichetta e le numerose assemblee di istituto sul tema dell’imprenditoria e delle ‘life skills’ che abbiamo realizzato con il direttore del consorzio ConUnibas, Antonio Candela”.
E’ stata approvata anche una proposta di legge che vi riguarda da vicino. Di cosa si tratta?
“La proposta di legge riguarda l’istituzione di una giornata regionale degli studenti che ogni anno, a fine maggio, possa riunire gli studenti lucani e dar loro la possibilità di esprimere, attraverso varie attività culturali, ludiche e sportive, il proprio talento e possa permettergli di avere incontri e dibattiti con esperti, divulgatori scientifici e artisti. È una proposta che come studenti abbiamo realizzato in collaborazione con la consigliera regionale Dina Sileo. Ci auguriamo che possa essere un successo e che possa riservare stimoli per tutto il territorio”.
Quest’anno la Consulta studentesca ha potuto conoscere e affacciarsi a nuovi contesti, hai presenziato ad alcune sedute assembleari nella sede del’Onu e a proposito di questo vorrei chiederti della tua esperienza…
“Sì, dopo aver realizzato un’iniziativa sul tema della resilienza e dello sviluppo sostenibile con il Resilience hub della provincia di Potenza siamo stati coinvolti nel meeting internazionale del 17-19 maggio sulla riduzione del rischio dei disastri climatici organizzato dalle Nazioni unite presso la propria sede centrale a New York. Ho rappresentato personalmente gli studenti lucani durante una seduta ho avuto anche l’occasione di poter dare un mio contributo attraverso un intervento in cui ho sottolineato la necessità di includere sempre più i giovani in queste discussioni per riuscire a intercettare al meglio le loro richieste, così da poter includere la loro visione nelle scelte politiche”.
I ragazzi e le ragazze, soprattutto attraverso l’esperienza nella Consulta studentesca, possono avvicinarsi e interessarsi alle dinamiche politiche nazionali e locali? E ancora c’è disinteresse, secondo te, verso il panorama politico tra i giovani?
“I ragazzi e le ragazze possono avvicinarsi alle dinamiche politiche locali e nazionali proprio perché il rapporto tra Consulta e istituzioni è oggi più che mai, nel nostro territorio, un rapporto di prossimità. Grazie alla rappresentanza studentesca, diversi giovani riescono ad avere contezza delle dinamiche politiche, ma purtroppo oggi c’è molto disinteresse verso questo ambito da parte dei miei coetanei, forse per via di un’indifferenza generalizzata. Un altro motivo è da ricercare nella sfiducia che si prova nei confronti dell’attuale politica”.
Come si potrebbe invertire questa tendenza?
“Per invertire questa diffusa tendenza sono utili gli eventi appena citati, perché avvicinano i ragazzi agli spazi istituzionali e rappresentano un’opportunità per i decisori di dare una testimonianza di buona politica e affidabilità”.
Cosa cambieresti della scuola italiana?
“Credo che la scuola italiana debba partire da una riforma generale degli spazi, innovandoli e rendendoli adatti a fronteggiare le sfide che i progressi della tecnologia ci pongono. In secondo luogo è necessario una riforma della didattica, che ridefinisca il rapporto studente-docente, ristrutturando il percorso che inizia dalla fase di spiegazione e apprendimento fino ad arrivare al momento della verifica”.
Cosa cambieresti dell’esame di stato che hai appena sostenuto?
“Credo che oggi nell’esame di maturità si dia troppo spazio alle tre prove conclusive e si tenga poco in considerazione il percorso scolastico. Risulterebbe più appagante riservare al percorso triennale un punteggio che tocchi i 60/70 crediti e destinare solo la restante parte alle tre prove conclusive. In questo modo si valorizzerebbe molto di più il percorso scolastico in sé, rispetto alle singole prove che possono essere facilmente influenzate da diversi fattori”.
Andrea Oriente