Trecchina (PZ) – Si è concluso un percorso travagliato per il primo paziente lucano positivo al Covid-19. Era il 26 febbraio quando il 46enne trecchinese Tiziano Sangiovanni rientrava da un’operazione chirurgica nel bresciano. Un uomo lucido che arrivato presso la propria residenza si pone in auto-isolamento e il 2 marzo scopre dopo aver effettuato il tampone di esser positivo al coronavirus.
Parte in quel momento la “caccia all’untore lucano”, essendo il primo ad esser contagiato di Basilicata. Un uomo che nonostante fosse malato e non per scelta personale veniva “stupidamente” additato e attenzionato da chi ancora non aveva compreso la portata mondiale della problematica. Sangiovanni però risulta esser un “gran signore” si è auto-isolato e non ha contagiato nessuno.
Utile gesto che si comprenderà con i giorni che passano. La sua azione ha salvato una comunità dal contagio.
Da quel momento, siamo ad inizio marzo, la comunità lucana si rende conto che il contagio è possibile, vicino casa, a portata di qualunche soggetto e inizia a prendere anche coscienza di ciò che sarebbe accaduto da lì a poco. Sono giorni difficili per la Cina e l’Italia, a seguire per molti altri Stati fino a quando per l’OMS diventa pandemia. Ed ecco che vengono coinvolte molte comunità lucane a macchia di leopardo, tra cui : Potenza, Molterno, Tricarico. Per citare alcune delle comunità più coinvolte. Giorno dopo giorno il bollettino della task force è una “bollettino di guerra”.
“È il momento di dare il giusto spazio – il commento di Trecchina.info di ieri– ad una bella notizia: il nostro concittadino è guarito! Un segno di speranza che ci rende felici. A lui bisogna dire bravo! Per l’esemplare senso civico messo in pratica, per aver dimostrato con i fatti di essere parte di una comunità. Una comunità che ha compreso e non ha risparmiato sostegno e vicinanza dal primo istante; e questo ci rende orgogliosi.”
ivl24 ha raggiunto telefonicamente il Signor Sangiovanni questa mattina per un’INTERVISTA ESCLUSIVA, poche domande, ma un’intervista vera, umana ed abbiamo trovato un signore gentile, riservato e allo stesso tempo molto disponibile.
Ripercorrendo velocemente la sua quarantena, cosa e come ha vissuto queste settimane?
Appena sono rientrato mi sono messo auto-isolamento da tutti, anche dai familiari, nonostante non avessi sintomi. Appena ho avvertito qualche linea di febbre ho chiamato il medico di base, febbre che poi è scomparsa per ritornare il 29 febbraio. Da lì il tampone che è risultato positivo. Per circa dieci giorni ho avuto problemi di salute e giorni di preoccupazione.
Come ha reagito la comunità trecchinese questa situazione?
Mi ha sorpreso e mi ha fatto molto piacere. Una comunità incredibile, affettuosa, solidale e vicina. Un ringraziamento al Sindaco e al ViceSindaco che quotidianamente hanno dimostrato la loro vicinanza telefonicamente.
Come si è mostrato a lei il Covid-19?
Ero malato e un grande senso di stanchezza. All’inizio un leggero mal di gola, poi forte tosse e febbre con picchi alti in alcuni momenti questo fino al 13esimo giorno. Poi la febbre è scemata. La mia convalescenza si è allungata perché dopo le due settimane ho avuto la raucedine, condizione per la quale ho dovuto attendere per i tamponi. Questo il mio percorso. Evidenzio ancora una volta che non si tratta di uno scherzo, la malattia è devastante fisicamente, non trattasi di una sola influenza, è molta seria e non va sottovaluta.
Cosa farà non appena tutto ciò finirà?
La mia guarigione si è conclusa dopo oltre quattro settimane di quarantena, è tempo che la comunità non sottovaluti in nessun modo ciò che stiamo vivendo. Detto questo, per ora rispettare le regole come tutti gli altri, poi non lo so. Non ho ancora pensato a cosa farò.