INTERVISTA ESCLUSIVA: La Basilicata e il cinema secondo Papaleo.

L’attore lauriota Rocco Papaleo ci apre la sua porta di casa, e ci concede una piacevole chiacchierata tra storie di cinema, ironia e progetti futuri. All’indomani del riconoscimento ricevuto alle Giornate del cinema lucano per “aver collocato la Basilicata nel mondo”, il regista di “Basilicata coast to coast” riflette anche sull’eredità lasciata dal suo viaggio, e sulla sua idea di Basilicata.

Rocco Papaleo, “Basilicata coast to coast” dieci anni dopo, che eredità lascia o tramanda?

In realtà e con la massima sincerità, non mi sono mai soffermato a pensare alle conseguenze che questo mio viaggio potesse lasciare o tramandare, ma da quello che sento dire ha smosso un bel po’ di situazioni. Dalla nascita della Lucana Film Commission, un’agenzia molto importante per la promozione turistica e cinematografica, fino al mettere in moto un meccanismo che ha generato questo riflettore sulla Basilicata, culminato con la proclamazione di Matera capitale europea. Però onestamente devo dire che non ho pensato minimamente a tutto ciò quando ho deciso di fare il film, ho pensato solo a un viaggio alla scoperta della mia terra.

A proposito di scoperta, hai ammesso alla platea di Maratea che la Basilicata si è quasi offerta a te in questo viaggio, dichiarando di esser stato prima a New York e poi Matera…

E’ stato un modo di dire ironico ma veritiero, per far capire quanto a volte siamo più concentrati su mondi lontani ignorando magari le bellezze che abbiamo davanti casa. Ma potrei definirla anche una riflessione sulla vita che decide da sola le traiettorie che uno deve prendere. Certo è vero che ai miei tempi andare da Lauria a Matera non era semplicissimo o vicino proprio dal punto di vista logistico, era quasi più semplice volare oltreoceano

Aldilà della logistica, la Basilicata possiamo definirla ormai terra di cinema?

Ma assolutamente si, perché è varia e offre scenari unici e rari. Un po’ come si vede in “Basilicata coast to coast” appunto, dove viene percorsa trasversalmente tra paesaggi unici e tradizioni diverse. Poi il cinema naturalmente è un grande veicolo, che aiuta a far conoscere questi luoghi, ma servono anche storie che attraggano lo spettatore e lo catapultino in una dimensione nuova, ed in questo la Basilicata è grande maestra e guida.

Dalla Film commission lucana alla tua scelta di andare a vivere a Torino, altra città famosa per la sua storia cinematografica. Quanto ha influito sulla tua carriera questo tuo trasferimento?

Diciamo che il trasferimento a Torino è stato solamente tentato ma mai realizzato concretamente, perché i set cinematografici in Italia sono abbastanza “Romacentrici”. Indubbiamente è una città che ispira ed è molto attiva sotto tanti punti di vista, ma su di me ha influito troppo poco perché non ho avuto la possibilità di viverla abbastanza.

Hai terminato da poco le riprese del nuovo film di Carlo Verdone, che esperienza è stata per te?

Verdone è un po’ un mio idolo, quindi è stata un’esperienza sicuramente speciale per me. Stare tutto il giorno sul set con lui alla guida e insieme a grandi amici come Anna Foglietta e Max Tortora ha creato una grande familiarità nel corso delle riprese. Vivere insieme questi due mesi tra l’impegno del set e la grande armonia tra noi, ha reso questa esperienza per me davvero unica, e credo che queste sensazioni siano entrate anche nel film. Sono certo che sarà una pellicola speciale, e non solo per me.

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