La vita di uno sportivo è fatta di viaggi. Valigia sempre pronta, spostamenti, incontri, conoscenze. Rapporti professionali ma anche, e soprattutto umani. Raccontare la vita di uno sportivo che parte dal piccolo paese, con un sogno nel cuore, e arriva fino ai massimi livelli è qualcosa di emozionante e al tempo stesso stimolante. Questa è la storia di Saverio Di Lascio, lauriota doc, ventinove anni di amore per la pallavolo. Un amore e una passione che, nel tempo, si sono trasformati in lavoro. In impegno quotidiano. In sacrifici. Ma anche in successi e soddisfazioni personali. La carriera di Saverio, seppur ancora breve, può già definirsi raggiante. La favola parte proprio da Lauria, il suo paese di origine. Una semplice passione, anche se forte, diventa velocemente il suo tran tran quotidiano. Con l’emozione negli occhi, Saverio racconta in esclusiva a ivl24 i suoi esordi: “Sono stato contattato, quando avevo appena 20 anni, dalla famiglia Mastroianni e dalla Polisportiva Lauria per dare una mano come assistente allenatore e scout-man dell’allora squadra partecipante al campionato nazionale di B2 che aveva come capo allenatore Pasquale Bosco. Una bellissima esperienza, che mi ha formato tanto sia professionalmente che personalmente. Ma è stata anche una stagione vincente per la stessa Lauria, la squadra si piazzò nelle prime posizioni della classifica ed era ricca di valori umani e tecnici. Avevo capito immediatamente che sarei voluto rimanere nel mondo del volley e che mi sarebbe piaciuto molto puntare in alto. Infatti la stagione successiva, grazie a Giuseppe Iannarella – che tutti i laurioti conoscono – sono riuscito a salire di categoria e ad approdare in A2 femminile a Sala Consilina”.
Un ragazzo di soli venti anni, assuefatto di calcio da amici, tv e altri mezzi di comunicazione, sceglie il volley come sport di riferimento. “A Lauria c’è una grande storia e tradizione pallavolistica. Quindi quasi tutti noi, sin da piccoli, abbiamo praticato questo meraviglioso sport. Poi sono sempre stato un ragazzo curioso, mi piaceva molto guardare le partite in tv, conoscere i giocatori, gli allenatori dell’epoca: qualcuno poi me lo sono ritrovato per magia in squadra, fantastico!”.
Nota per i meno esperti o per chi conosce poco gli aspetti tecnici del volley. Il tuo ruolo è, quindi, quello dello scout-man. Quali sono le tue funzioni principali all’interno della squadra. “Il termine secondo me non è del tutto appropriato. Infatti credo che, ad alto livello, lo scout-man sia un ulteriore assistente allenatore, che si occupa principalmente, attraverso dei software specifici, di match analysis e di tutte le analisi tecniche e tattiche della propria squadra e degli avversari. Tutto ciò consente, in pratica, di valutare giorno per giorno le performance dei nostri atleti e di preparare al meglio le nostre partite”.
Quindi ormai possiamo considerarla a tutti gli effetti come una figura fondamentale nei quadri tecnici di un club. “Sì, è sempre più importante e adesso ha ormai preso il largo anche in altri sport come il calcio, ad esempio. La pallavolo, essendo uno sport situazionale, si presta di più a questo tipo di analisi”.
Nel tempo questo sport si è evoluto. Solo la regola aurea dei “tre tocchi” è rimasta intatta. “Certo. Adesso, rispetto al passato, prevale molto di più la fisicità degli atleti, soprattutto in un campionato fantastico come la SuperLega. Anche la velocità del gioco è aumentata, col passare degli anni”.
Raccontaci la tua giornata tipo. “Sveglia presto, si va in ufficio al palazzetto e si resta lì fino alle otto e mezza-nove di sera. Il lavoro è notevole, considerando l’alto numero di partite concentrate in pochi mesi, e mi consente di spaziare dall’allenamento sul campo all’ufficio durante l’arco della giornata”.
L’approdo in serie A, a soli ventuno anni, nel settore tecnico di una squadra femminile: analogie o differenze. “La Serie A, di per sé, ha notevoli differenze con i campionati inferiori, per esposizione mediatica e qualità tecniche in particolar modo. Ricordo che ero entusiasta della scelta e ho iniziato, realmente, a capire che avrei potuto giocare le mie carte anche ad alto livello. I due anni a Sala Consilina grazie a Iannarella mi hanno dato molta fiducia e convinzione per il futuro”.
Dopo le stagioni in terra campana, Saverio torna “a farsi le ossa” e a studiare. Ma una novità, a tinte bleus, lo attende dietro l’angolo… “Ho lavorato di nuovo in serie inferiori, concentrandomi molto sugli studi, per poi iniziare una bellissima avventura, nella stagione 2015/16, con lo Stade Poitevin Volley Beach, che mi ha permesso di conoscere meglio, per ben tre anni, un campionato molto affascinante come quello della massima serie francese.”
La Francia, eterna “rivale” del Belpaese a livello sportivo. Com’è stata l’accoglienza e come hai vissuto lì. “Ho creato dei rapporti fantastici, con giocatori, staff e tifoseria. Sono stato accolto benissimo. In particolare voglio ringraziare l’allenatore, Brice Donat, che per me ormai è un grande amico, mi ha insegnato tanto e mi ha accolto come uno di famiglia. Poitiers rimarrà per sempre nel mio cuore”.
Dopo Poiters, la tua carriera procede spedita e torni nella tua amata terra. “Vivo una straordinaria stagione con Lagonegro in A2, dove centriamo la salvezza contro ogni pronostico degli esperti. Società fantastica, guidata da un grande presidente come Nicola Carlomagno e da un ottimo allenatore quale è Paolo Falabella”.
L’esperienza con il Lagonegro per te, lauriota doc, in un paese a pochi chilometri da Lauria. “Emozioni forti, era importante per il nostro territorio mantenere una categoria così preziosa. Ero molto concentrato sul mio lavoro e sulla mia passione. Abbiamo fatto tanti sacrifici per raggiungere l’obiettivo prefissato ad inizio stagione e ci siamo riusciti: davvero straordinario!”.
Il club presieduto da Carlomagno si mantiene ad alti livelli ormai da anni. Perché a Lauria, paese di notevole tradizione pallavolistica come sottolineavi prima, non si è riusciti a fare lo stesso dopo gli anni di serie B. “Non è facile raggiungere e, soprattutto, mantenere questi livelli sia dal punto di vista sportivo che economico. Lo sforzo che sta facendo la società lagonegrese è enorme e credo sia molto positivo anche per la nostra Lauria che questa realtà rimanga ad alti livelli. Non tutti possono vivere uno spettacolo come quello della serie A2 di quest’anno, a casa o a pochi chilometri. Dobbiamo ritenerci fortunati. Poi che sia Lauria o Lagonegro poco importa, sinceramente”.
Lagonegro tappa fondamentale per arrivare a Vibo Valentia, il tuo attuale club di SuperLega. E nuovamente zaino in spalla per te… “Tutte le tappe della mia carriera sono state importanti per raggiungere la massima serie. Arrivo l’anno scorso a Vibo, nel campionato più bello di tutti e in una società eccezionale guidata da un grande uomo come Pippo Callipo. Quando ero bambino guardavo su Sky le partite della Tonno Callipo ed arrivarci è stata per me una grande emozione”.
Quest’anno in Calabria hai ritrovato un altro lauriota che si sta distinguendo nel panorama pallavolistico nazionale. “Si, Giancarlo D’Amico. Ci conosciamo da tempo, mi ha visto crescere professionalmente parlando. Lui ha un palmarès fantastico ed ha lavorato in realtà top come Civitanova e Verona. Risulta particolarmente strano che due laurioti si siano ritrovati nello staff di un club nel campionato migliore del mondo. È speciale. Credo sia positivo per tutto il nostro territorio”.
In SuperLega affrontate stelle del calibro di Zaytsev, Juantorena, Leon, Leal, Bruninho e tante altre. Com’è attualmente il livello del nostro campionato rispetto al resto d’Europa e del mondo. “Altissimo. In Italia ci sono i migliori giocatori del pianeta, non a caso la Lube ha vinto pochi giorni fa il campionato del mondo per club. Inoltre tutte le squadre, anche le più piccole, annoverano nei propri roster giocatori importanti sia per il presente che per il futuro della pallavolo internazionale”.
Parentesi Azzurra. La Generazione dei Fenomeni degli anni Novanta sembra essere lontana anni luce. Tu sei giovane, chi meglio di te può dirci se si deve ripartire dai settori giovanili per rilanciare anche le ambizioni della Nazionale. “Si deve assolutamente ripartire dai settori giovanili, proprio per questo la Federazione si è affidata ad uno dei guru della pallavolo – nonché creatore della Generazione di Fenomeni – Julio Velasco, attuale direttore tecnico del settore giovanile maschile. È, inoltre, molto importante formare al meglio gli allenatori del presente e del futuro. Ritengo comunque che, aldilà di tutto, molti talenti stiano venendo fuori in Italia, nelle ultime stagioni, quindi credo fermamente che la nazionale potrà avere un ricambio generazionale importante”.
La chiacchierata è bella e appassionante. Saverio si è confidato a cuore aperto. E’ tardi. E’ tempo di tornare in palestra a lavorare. Ma c’è ancora spazio per raccontarci i suoi sogni futuri… “Ne ho ancora tanti da realizzare, me li tengo per me. Un obiettivo che mi piacerebbe raggiungere è quello di lavorare con una Nazionale. Sarebbe spettacolare. Poi per il futuro si vedrà…”.
Siamo alle porte del Natale. “Auguro la felicità e la salute per me e la mia famiglia. E in più mi auguro di vedere il nostro territorio valorizzato al meglio. A livello sportivo, spero di poter raggiungere tutti gli obiettivi stagionali con questa società e di vivere ancora grandi emozioni grazie a questo sport”.
Ti manca Lauria? “Ad un vero lauriota manca sempre Lauria”. La Schiacciata vincente.