La DC di San Chirico Raparo

EDITORIALE – Fino agli anni sessanta la politica a S. Chirico si riduceva essenzialmente ai momenti elettorali, quando un numero peraltro esiguo di candidati veniva a tenere il comizio in piazza. Le sezioni dei partiti non esistevano, ovvero una loro parvenza si registrava in prossimità delle elezioni. A questa regola, per così dire, non faceva eccezione la D.C. Se vogliamo, forse il riferimento più stabile era la parrocchia con le suore dell’Orfanotrofio, in particolare bisogna ricordare la mitica Suor Giovannina.
C’erano due giovani insegnanti che potremmo definire espressione del cattolicesimo popolare, con una bella preparazione culturale, in particolare pedagogica. Parlavano di Maritain, di La Pira,di Dossetti, ammiravano Colombo, ma non avevano un ruolo strutturato: mi riferisco al prof. Imbelloni ed al prof. Cicchelli.
Una bella figura, una persona molto amata era il medico condotto don Mimì De Nile, che si richiamava alla socialdemocrazia.


Una figura molto stimata era l’Avvocato Mario d’Alessandro, il quale venne candidato al Senato per il partito monarchico nel 1958, ma non venne eletto per poco. Fu allora che venne eletto per la prima volta, senatore del Collegio di Lagonegro, per la D.C., Venturino Picardi.
Nell’autunno del 1964 si votò per le amministrative. La lista della D.C. era capeggiata da un giovane avvocato molto bravo, oratore brillante, figlio dell’avv. D’Alessandro prima ricordato.
In contrapposizione c’era una lista civica capeggiata da De Sarlo.


La lista democristiana era data per vincente, sulla carta nettamente più forte e rappresentativa. L’Ultima sera, al comizio finale, parlò anche il padre del candidato sindaco della D.C., si lasciò andare ad espressioni piuttosto forti, che furono percepite dal popolino come una minaccia per chi non avesse votato per il figlio. Naturalmente non era vero niente, ma così vennero intese. De Sarlo d’altronde seppe interpretare bene il ruolo della vittima. Resta il fatto che dalle urne venne fuori un risultato assolutamente imprevedibile e la Dc fu relegata all’opposizione.Fu Angelo Sanza,segretario provinciale della Dc a nominare nel 1971 Antonio Rinaldi commissario straordinario con il compito di riorganizzare il partito e la sezione.
Dirigente apprezzato e ben voluto da figure storiche democristiane come Emilio Colombo e Venturino Picardi.Alle elezioni politiche del 1972 il 30 aprile in una piazza stracolma di gente Emilio Colombo tenne un comizio presentato dal giovane Antonio Rinaldi che impressionò tutti per la capacità oratoria soprattutto dei contenuti.Colombo apprezzò molto e lo esternò nella piazza arrivando a dire che non c’era più bisogno che venisse lui a tenere comizi a San Chirico Raparo perché c’era chi li faceva meglio di lui.Alle elezioni amministrative del 18 novembre 1973 la Dc presentò una lista guidata da Antonio Rinaldi, figura rappresentativa,autorevole e radicata sul territorio. Ottenne un grande successo!
Quando comincio’ a fare ilSindaco, nel 1974, affrontò un problema particolarmente gravoso, il problema storico per definizione di S. Chirico, il problema dell’acqua.


La situazione era drammatica, l’acqua veniva erogata a turno, una volta ogni tre giorni per mezz’ora al giorno. Amministrare in quelle condizioni era veramente un’impresa molto ardua e metteva a dura prova, si può dire, anche l’equilibrio mentale.
Fu programmato il rifacimento del vecchio acquedotto del Cerreto così da recuperare l’acqua che andava persa per le molte perdite che vi erano lungo la linea. Prese corpo l’idea di costruire un secondo acquedotto che comportava però la captazione di una sorgente,la sorgente S. Giovanni, in un altro comune, il comune di Castelsaceno. Il che prefigurava uno scenario non del tutto tranquillo e scorrevole, come è facile immaginare. Vennero addirittura bruciati nella fiumara dei tubi in attesa della posa in opera per la costruzione della nuova linea adduttrice. Venne rifatta la rete idrica tenendo separata la rete per la zona alta, così che l’acqua arrivava direttamente senza che, scemasse la pressione lungo il percorso. Fu così che, dopo anni di impegno tenace fu risolto il problema.


Sussisteva il problema della caduta massi dal costone di S. Vito – Mauronto, che minacciava la sicurezza della viabilità sulla S.P. n. 7 ed in generale l’incolumità pubblica. La Regione varò un, piano di finanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche e così furono istallate barriere protettive lungo il costone Ricella – Mauronto, risolvendo il problema.
Fu rifatta una nuova Casa Comunale, istituita dalla Sita una linea scolastica per Moliterno così che, tante ragazze e ragazzi che altrimenti non avrebbero potuto andare oltre la terza media avessero invece la possibilità di proseguire negli studi. Poterono avvalersene anche i giovani di S. Martino d’AGRI.
Per superare isolamento si progettò una strada di collegamento alla superstrada dell’Agri il cui costo preventivato ammontava a un miliardo.


Intanto nominato Presidente della Comunità Montana fu redatto il Piano di Sviluppo della C.M. fu inserita questa opera. La Regione, con Assessore alla Programmazione Giampaolo D’Andrea, varò finalmente il tanto sospirato Piano, e quindi realizzata nei tempi tecnici necessari proprio dalla C.M. dell’Alto Agri divenuto nel frattempo ente attuatore competente, dopo il passaggio del comune di S. Chirico in questa comunità.
Altre opere pubbliche realizzate sono state il completamento della rete fognaria,la pavimentazione delle strade interne,la copertura del cunettone della Fontana e la realizzazione conseguente della strada che consente di accedere dal Ponte della Sorda alla piazza del paese in caso di impedimento sulla strada provinciale, il campo sportivo, la nuova scuola media.Rinaldi si confermo’ sindaco sia alle elezioni del 1978 che del 1983 ,ma poco dopo si dimise e subentrò il prof Peppino Cortesani un autentico galantuomo.In quella consiliatura le divisioni interne portarono adun’erosione progressivo del consenso di cui godeva la Dc.Alle successive elezioni amministrative la Dc tra tante difficoltà riuscì a presentare una lista capeggiata dall’ing Gianluigi D’Allessandri e da altri giovani ma venne sconfitto ed eletto sindaco il socialista Antonio Catalano.La Dc riprese il comune con Pierpaolo Magaldi ed un gruppo di giovani, e tra questi Claudio Borneo delegato giovanile.Nel 1987 Rinaldi fu chiamato a far parte del comitato di gestione dell’ asl di villa D’agri e nel 1990 candidato nel collegio provinciale pur raccogliendo un notevole consenso risultò primo dei non eletti.


All’inizio degli novanta,dopo un lungo ed intenso lavoro fu presentato in Banca d’ Italia il progetto industriale per la costituzione della Banca Popolare della Val d’ Agri.ed Antonio Rinaldi ne fu il presidente La sua approvazione da parte dei competenti organi della Vigilanza Bancaria è stata un grande risconoscimento professionale e anche territoriale quando le banche erano prossime ai territori e non si chiudevano le filiali lasciando scoperti interi paesi.


La storia politica della Dc ,grazie ad Antonio Rinaldi per le notizie datemi,è la conferma delle tante belle storie che ci sono state nei nostri territori che vedeva la Dc protagonista dello sviluppo economico e sociale delle nostre comunità.Storie realizzate da uomini e donne,Persone perbene ,oneste che hanno servito il territorio ed il partito senza servirsene e restano per le nuove generazioni un punto di riferimento!

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