Di Andrea Oriente
EDITORIALE – Ad oggi risulta abbastanza incomprensibile, per un giovane, la differenza, anche sostanziale, tra destra e sinistra. Giorgio Gaber cerca di spiegare le differenze tra i due schieramenti. Da uno dei suoi testi più famosi, Destra-Sinistra, emergono elementi che all’apparenza risultano divergenti, tutto condito con critiche velate e un uso diffuso di ironia. Gaber individua dei modelli di comportamento e diversi stereotipi caratteristici di sinistra e destra.
È certo che il testo traccia una linea di differenze tangibili ma non ideologiche tra destra e sinistra, tuttavia egli ammette che in fondo l’ideologia ci sia e cerca di darne una definizione, forse sintetizzando bene un pensiero, credo comune a coloro che si tengono a debita distanza dalla politica: l’ideologia è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c’è e, se c’è, chissà dov’è.
Forse Gaber ha ragione o forse no, ma il tema principale non è questo, bensì cosa ci sia in comune tra destra e sinistra o quali argomentazioni e posizioni ideologiche comuni potranno esserci in futuro. Premetto che non entrerò nello specifico del sistema multipartitico italiano, che risulta essere abbastanza sfaccettato e colmo di posizioni contrastanti e divergenti rispetto ai temi da esaminare.
Il tema principale che, almeno all’apparenza, allontana i due schieramenti è quello dei diritti civili, ma lo sappiamo bene che l’apparenza inganna anche i più attenti. Ecco alcuni esempi. Il governatore del Veneto Luca Zaia, in quota Lega, il 7 giugno 2023 rilascia un’intervista alla rivista Vanity Fair. Il sottotitolo dell’intervista di Silvia Bombino è: Luca Zaia ha detto «Non esiste che l’aborto sia un tema di destra o di sinistra, che il fine vita sia un tema di destra o di sinistra, o che altri temi etici siano di destra o di sinistra». Non dirò altro sull’intervista che invito a leggere, ma è chiaro che si tratta di una posizione alquanto rara nello schieramento di centro-destra, ma non finiscono qui, ad esempio ad accodarsi a questo filone di pensiero progressista c’è un’eurodeputata in quota PPE, è la nipote del Duce, è Alessandra Mussolini. Lei si schierò, quasi contro ogni pronostico, a favore del DDL Zan. Inoltre, sappiamo essere favorevole alle adozioni da parte delle coppie omosessuali, tant’è che ultimamente ha anche presentato un emendamento al Parlamento europeo per registrare i figli di tutte le coppie e, qualche giorno fa, in diretta tv durante la trasmissione Zona Bianca ha risposto alla giornalista Concita Borrelli a proposito dei Gay Pride con le testuali parole riportate da diverse testate giornalistiche: “Scusa cara, cara, cara. Ma a te, cosa ti toglie? Se vedi un po’ di musica, di Pride, di libertà. Cosa te ne importa? Chiuditi dentro casa. Chiuditi dentro casa, a prendere la Bibbia e a leggerla!”
Frase che mette in evidenza quanto sia legata una parte del paese alla visione ultra-cattolica e sembra strano dirlo, ma la Mussolini ha semplicemente colpito il punto nevralgico di tutte le teorie tradizionaliste a riguardo.
Anche a destra ci sono dei progressisti? Sì, ma son pochi. Da un lato la lettura potrebbe risultare semplice e diretta: a destra c’è qualcuno che si discosta dalle ideologie di fondo per prendere posizioni nette anche se atipiche. Eppure non smetto di pensare, guardando ad altri paesi, primo fra tutti l’Inghilterra, che effettivamente la destra, o per meglio dire i Conservatori, non fanno a meno di tutelare i diritti delle minoranze e della comunità LGBTQ+. Stiamo forse assistendo, seppur molto lentamente, ad un’evoluzione del pensiero di destra? Non possiamo saperlo ora, ma la maturità e la civiltà di un paese democratico dipendono strettamente dalla tutela dei diritti, per questo è lecito (anche giusto) pensare che la tutela dei diritti civili debba appartenere alla politica tutta, senza distinzioni retrograde e, alle volte, anche stravaganti.