La finale del torneo di pallavolo del Liceo e i ricordi che inevitabilmente prendono il sopravvento…

LAURIA (PZ) – Ci sono ricordi che riaffiorano solo a stare nelle vicinanze di alcuni luoghi, figuriamoci a entrarci dentro mentre magari si sta svolgendo un evento al quale tu stesso, venti anni fa circa, hai addirittura partecipato.

I miei (scarsi) risultati sportivi, non mi hanno comunque impedito di partecipare a eventi eccezionali come il torneo di pallavolo del liceo, una kermesse agonistica che il più delle volte, come in questo contesto, ho preferito più raccontare (per fortuna dei miei compagni), piuttosto che giocare.

Questa mattina, presso la palestra dell’Itis, si è giocata la finale dello storico torneo di pallavolo del Liceo Classico “Carlomagno” di Lauria, e con grande meraviglia e sorpresa scopro che questa intramontabile rassegna è arrivata fieramente alla 23^ edizione.

A contendersi la coppa, ci sono la 4^ A e la 5^A, con quest’ultima detentrice del torneo e al gran completo, mentre la classe quarta è rimaneggiata a causa dell’infortunio di un suo ragazzo.

Sugli spalti c’è tutto il liceo al completo, tra alunni, professori e personale tecnico per tifare a squarciagola i propri compagni o alunni. L’arbitro di gara è la giovane appassionata di volley Daria Lorito e l’arbitro di linea è la altrettanto talentuosa Sara Saruba.

La spunta nuovamente la Quinta A per tre set a uno, al termine di un match avvincente, corretto e sentito. Le sensazioni personali sono state le stesse, coinvolgimento, passione e voglia di stare insieme in una giornata in cui lo sport la fa da padrona, con quella sana dose di agonismo che non guasta mai. Merito di un corpo dirigenti e insegnanti che ormai segue una linea ben precisa per quanto concerne le attività extra scolastiche, con un bagaglio pieno di attività extra didattiche che ancora oggi rendono il Liceo Classico tra le scuole più all’avanguardia della regione.  

Era la stessa palestra, lo stesso ambiente e io da spettatore, oltre a ritrovare sempre a bordocampo, come venti anni fa, l’intramontabile Professore Lello Franco.

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