La lettera di Marco: ‘Mia madre mi diceva: studia. L’ho fatto e mi chiedo a cosa sia servito’

POTENZA – Scrivo questa lettera – spiega Marco – a seguito dell’episodio della nomina dell’addetto alla comunicazione dello staff del sindaco di Potenza. L’episodio mi ha spinto ad una riflessione su quello che è lo stato d’animo di noi giovani studenti che dedichiamo la nostra giovinezza allo studio con la speranza di un riscatto sociale e non solo. Spero possiate diffondere la mia riflessione scritta, rappresentativa dello stato d’animo di noi giovani studenti costretti probabilmente a dover abbandonare la nostra terra.

La lettera di Marco

Quando  ero abbastanza cresciuto e mia madre mi diceva: “Marco, studia che così non dovrai svegliarti alle 5 come tuo padre e lavorare 12 ore per portare a casa 1200 euro ( sì mio padre è un operaio e mia madre una casalinga e solo grazie ad una università in loco ho avuto modo di continuare gli studi), la società riconoscerà la tua preparazione e tu potrai contribuire al suo sviluppo”, io credevo alle sue parole e davvero credevo di poter cambiare il mondo e di sicuro non sono stato l’unico ad avere questa idea, queste parole le hanno sicuramente sentite e continuano a sentirle tutti i bambini i cui genitori pensavano e pensano che l’ascensore sociale non fosse/sia fermo.

Quando però cresci e fai i conti con la realtà che circonda la nostra amata terra lucana, inizi a capire che forse questo ascensore sociale è fermo, la nostra cultura ed il nostro tessuto sociale sono schiavi del clientelismo e del servilismo politico e che dedicare la nostra giovinezza allo studio, a faticosi periodi di tirocinio all’estero e in Italia, nelle migliori realtà aziendali e istituzionali per fare incetta di nozioni e conoscenze da mettere a disposizione dello sviluppo della nostra terra, è tempo perso.

È tempo perso non perché non apprendiamo, è tempo perso perché la nostra regione, la classe dirigente che l’amministra, non è disposta ad accettare che giovani competenti, figli di nessuno, possano entrare nei palazzi del potere locale e mettere a frutto quello che hanno imparato.

Non è possibile accettare ciò perché il governante di turno deve fare i conti con cambiali elettorali, piazzare nello staff persone legate in maniera diretta o indiretta a chi ha aiutato a racimolare voti, bussando alle porte della gente e promettendo lavoro a chi non lo aveva o magari era precario. Non è possibile perché il governante di turno solo così può ottenere e conservare il suo incarico istituzionale.

È evidente che questo schema è fallimentare, è evidente che se i giovani migliori, con curriculum che spesso superano anche quello del governante stesso, sono costretti a dover emigrare e mettere a disposizione le proprie competenze per altri territori, la Basilicata non può crescere e migliorare, soprattutto in vista di un futuro in cui l’industria culturale e dell’innovazione la faranno da padrone.

Questo schema diventa ancor più fallimentare quando questi giovani professionisti si formano in regione, con soldi quindi della Regione Basilicata, che forma gli stessi e li mette poi a disposizione di altri territori.

Scrivo questa lettera dal Belgio, Paese in cui temporaneamente mi trovo per collaborare con esperti nel campo della bonifica di acque, un bene prezioso che andrà sempre più scemando nel tempo anche nella nostra Regione. Se sono qui è solo grazie alla nostra Università, ente fondamentale per la crescita del nostro territorio che permette ai tanti che come me non avrebbero potuto studiare fuori, e che spero di poter ripagare proprio mettendo a disposizione della nostra regione le competenze acquisite. Ma se questo è lo schema, sarà possibile tornare?

Ciò che mi ha spinto a questa lunga riflessione scritta, è l’ultimo episodio avvenuto nella nostra terra, evidenziato dal consigliere Francesco Giuzio di LBP, dove il Sindaco della città di Potenza ha legittimamente nominato in via diretta un membro del suo staff addetto alla comunicazione.

Il fatto curioso è che la nomina di tale esperto sia stata fatta scartando un ventaglio di giovani laureati col massimo dei voti, conoscenza di più lingue, master specializzanti e tirocini in istituzioni internazionali. Il sindaco invece ha scelto una persona con una laurea triennale conseguita non con il massimo dei voti e con esperienza lavorativa di commessa in una attività commerciale e nella segreteria del Pd. Lungi da me voler valutare una persona dal solo voto del titolo accademico o dal fatto che sia stata una commessa, ma a naso la scelta desta qualche sospetto, soprattutto visto e considerato che il sindaco stesso aveva già affermato in maniera indiretta su chi sarebbe ricaduta la scelta ancora prima di emanare l’avviso pubblico.

Questo episodio è forse solo la punta dell’iceberg delle azioni a cui le nostre amministrazioni locali ci hanno abituato, ma forse sarebbe il caso di cambiare modus operandi. Le competenze vanno riconosciute per avviare così il processo di crescita del nostro territorio.  Spero quindi che l’episodio venga chiarito e che non si tratti di una nomina fatta perché in qualche modo la persona scelta sia vicina ad un qualche consigliere di maggioranza o a un membro della giunta stessa, così da non far perdere le speranze a noi giovani.

“Svegliatevi lucani brava gente che qui la truffa è grossa e congegnata”

Marco Cuccarese

Laureato in Chimica e dottorando di ricerca in Ingegneria per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile