La Memoria e l’Apatia

EDITORIALE – La Giornata della Memoria non è (solo) la commemorazione di milioni di morti crudelmente assassinati nei campi di sterminio nazisti, è soprattutto un monito a non dimenticare che tutti i giorni, anche oggi, ci sono continue discriminazioni verso chi è (o meglio ci sembra) diverso da noi.


Ed è in questa zona grigia di indifferenza, silenzio e conformismo che spesso si originano i crimini d’odio.


Quando viene meno l’interesse per ciò che sembra non intaccare la nostra esistenza personale si diventa “consumatori della democrazia” piuttosto che “cittadini nella democrazia” ed è questa apatia politica e sociale che genera l’odio, magari solo strisciante e sottopelle.


Il report pubblicato pochi giorni fa dal Dipartimento di pubblica sicurezza dell’Osce, realizzato attraverso le segnalazioni Oscad (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) e con i dati forniti dal “Sistema di Indagine-Sdi”, ci dice che i reati con matrice discriminatoria commessi nel 2019, in Italia, sono stati ben 969.
La maggior parte dei crimini d’odio dell’anno appena trascorso riguardano razzismo e xenofobia (726), ossia discriminazioni per razza-colore, etnia, nazionalità, lingua, Rom e Sinti, antisemitismo, musulmani e membri di altre religioni.


Al secondo posto troviamo i reati legati alla discriminazione della disabilità (161) e, infine, i reati per orientamento sessuale e identità di genere (82).


Del totale dei reati di matrice discriminatoria il primo posto è occupato dall’incitamento alla violenza (251), seguito dall’aggressione fisica (191). Al terzo posto di questa desolante classifica si colloca il reato di profanazione di tomba (147), seguito dalle minacce (99) e dalla turbativa della quiete pubblica (96).


L’aggressione fisica vera e propria è al primo posto per i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere (29 nel 2019), seguita dagli atti di vandalismo (18) e dal reato di incitamento alla violenza (13).
L’aggressione fisica è al primo posto anche in relazione ai crimini d’odio contro i disabili (69).


Al di là delle questioni sul metodo di indagine che in questa sede non possono essere affrontati, il dato che emerge può essere sintetizzato dalle parole pronunciate dalla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo a Roma al convegno ‘Le vittime dell’odio’ nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri: “In questo periodo assistiamo a vari episodi che richiamano alla mente episodi che pensavamo aver lasciato indietro nel tempo e che portano a discriminare per razza, colore della pelle e orientamento sessuale. Questo nel 2020 non è più accettabile”.


E allora, per essere “cittadini” e per non fare avverare la profezia di Martin Niemöller, imponiamoci di non guardare mai dall’altra parte quando verranno a prendere qualcuno che ci sembra diverso, straniero o semplicemente originale o anticonformista.