La Napoli di Gianfranco Blasi nel suo ultimo libro “La Svedese – Amori Imperfetti” 

EDITORIALE – Il vero coraggio non è la superiorità, ma mostrare i propri sentimenti. Forse, le imperfezioni nascono da questa eterna condanna di incomunicabilità che grava sull’uomo rispetto al suo sentire più profondo. Perché l’amore, di per se, può ambire alla perfezione in quanto scintilla divina, gli amori divengono imperfetti per l’incapacità insita nella natura umana, di per se stessa imperfetta. La storia della Svedese, soprannome della tenente dei vigili urbani di Napoli Assunta Chiaromonte (oggi dovremmo dire Polizia Locale, ma quanto è più poetico ricordare i Vigili Urbani), corre tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli incastrandosi in queste imperfezioni. Imperfezioni che provocano dolore e morte, ma anche sprazzi di luce incandescenti, che tra le ombre di una città descritta nella sua anima oltre che nei suoi luoghi simbolo, creano un romanzo avvincente, sfuggente alle classificazioni. 

L’omicidio efferato di un giovane ragazzo materano in una Napoli eccezionalmente sferzata dal freddo, apre il racconto conducendoci nel tunnel buio della camorra. Ma, le storie della seducente Svedese, bionda insolita nella mediterranea Napoli, ci fanno entrare in un clima familiare che si respira a ogni passaggio. Sono le famiglie il nucleo di ogni episodio: famiglie che si compongono e creano al contempo personaggi di una forza narrativa dirompente. La famiglia della tenente, come quella del macellaio (che sarà centrale nella storia con la sua carne in vendita sia sul banco che in una casa da appuntamenti), la catastrofica famiglia camorristica o la misericordiosa famiglia dell’associazione Caleidoscopio (misericordia non è parola da sottovalutare). Le famiglie distrutte e quelle sognate, da nucleo del racconto a cornice continua. 

Fino alla soluzione del caso di omicidio non c’è pagina che non invogli ad andare alla prossima. Anche quando la suspense si placa, aprendo momenti di riflessione filosofica, il lettore è rapito dalla scrittura di Blasi. Una scrittura che non pesca le parole a caso, le frasi sono frutto di un processo di pensiero profondo. Voci, immagini, scene della vita di Napoli sono sublimate nella parola scritta, così come la cronaca, l’attualità, il pensiero filosofico. Così, in una prosa diretta che invoglia alla lettura, tra rudi momenti di vizio e barbari omicidi, dolci paesaggi e poetici passaggi, incontriamo personaggi che lasciano il segno nel lettore tra una superficie ironica e uno specchio per l’anima. Da Greta Thunberg a una suora dal passato misterioso, gli incontri del romanzo graffiano le coscienze, le introspezioni non appesantiscono mai il ritmo, i confronti tra personaggi dai valori opposti sono finestre sulla realtà preziose. Così, il “prete anticamorra” che incontra il capo clan, consegna un momento di sedimentazione del pensiero sulle istituzioni, sulla criminalità, sulla chiesa. Lotta con forza un pensiero, che emerge nitido da alcune pagine: non si può materializzare il significato del credere …la beatitudine si trova al di fuori del tempo, ma essa nega anche ogni relazione tra il tempo e la vita…il tempo della Chiesa è il futuro…è necessario immaginare, proiettarci in un futuro possibile, riflettere su ciò che non vediamo con i nostri occhi né tocchiamo con le nostre mani. È un romanzo impregnato di realtà e concretezza, ma è anche un romanzo concretamente spirituale. È un romanzo che lucido e mai spietato, carezza temi cruciali dell’oggi: la chiesa, la scuola, l’ambiente, la filosofia, la camorra, le istituzioni.

La parola cesellata e rapita dal reale è usata da un sapiente scrittore, che organizza un susseguirsi di personaggi e scene per creare un racconto affascinante che è un romanzo sull’amore, sul possesso, sulla speranza. La speranza è un fiume carsico nel susseguirsi della narrazione, ma ha il coraggio di dirsi nata con il Cristianesimo, affermando in una delle pagine più belle del libro i valori di un sacerdote. 

È un romanzo sulla giustizia. È un libro che indaga la verità non solo per risolvere un caso di omicidio, la indaga prendendo le mosse da una ricerca di senso che sembra partire dalla domanda di Ponzio Pilato a Cristo.

Non è possibile recensirlo inquadrandone la storia che narra, il libro di Blasi è una costellazione di pensieri che il lettore riesce a tenere unita nell’armonia di un racconto, confezionato dall’autore con maestria, con un finale che non chiude le storie dei protagonisti. Ci innamoriamo della tenente dopo poche pagine, del Commissario Cirielli nelle ultime battute, inteneriti dalla sofferenza nascosta comprendiamo quanto sia tutto reale nella forza narrativa dei personaggi. È la forza della bellezza dell’immaginazione. Ma, non è un sogno, perché si scorge un messaggio che lega ogni lettera… Vedi, il mondo è malato, hai ragione, ma qualcuno lavora per salvarlo. E non sarà la bellezza a salvare il mondo ?

La domanda resta aperta, come la confusione di questa recensione è solo un tentativo di aprire ancora una discussione a partire da un libro, perché la lettura e i libri oggi sono strumenti di futuro da difendere. Questo libro di Gianfranco Blasi può dare elementi a noi per mettere ordine nella vita di tutti i giorni. La Svedese. Amori imperfetti. Le inchieste napoletane di Assunta Chiaromonte, Il Segno, Potenza, 2024 (p.344, € 18) di  Gianfranco Blasi è un libro importante, assolutamente da leggere.