La prima sera della (nuova) normalità

La semifinale di Coppa Italia, Juve Milan, segna il ritorno del calcio giocato dopo settimane e settimane di repliche, ipotesi di chiusura anticipata, nostalgie e notizie di positività tra i calciatori.

La ripresa stretta sui calciatori ti illude davvero che sia stato solo un brutto sogno, poi arriva quella larga sullo stadio intero ed ecco che la realtà ti sbatte in faccia il suo prezzo: spalti vuoti, distanziamento sociale, le maledette goccioline è questo figlio di puttana di virus che ancora è qui in mezzo a noi. Un derby continuo tra la dolcezza della nostalgia e l’acidità della paura. Ed è stato così per tutti i 90 minuti e più: il rigore alla Juve (normalità se in attacco hai uno come CR7); la lentezza del gioco (normalità, ahimè) i calciatori in panchina con la mascherina (nuova normalità, speriamo diventi una bella moda per tutti); il miuto di silenzio in omaggio alle vittime del Coronavirus (spettarle e suggestivo: nuova normalità); il silent check e il VAR (normalità che un tempo era nuova); il solito posto sul divano (abitudine, scaramanzia, insomma: normalità); il fallo di Rebic e l’outfit di Sarri (normalità?); i bar con la tv accesa e i tavoli molto distanti (meglio così); le urla di quelli del piano di sopra (normalità) che durante il lockdown erano praticamente scomparse (nuova normalità); Twitter che ritorna per qualche ora in mano ai calciofili (a proposito, bello e vero il commento di Claudio Marchisio); le polemiche di questa mattina al bar (normalità) filtrate dalle mascherine (nuova normalità), “rubentini” e “Rubentus”, la condizione fisica di Higuain, quella di Ronaldo (normalità); Dybala ed il Covid, Dybala nonostante il Covid (nuova normalità); le interviste a bordo campo (nuova normalità di cui se ne può fare a meno);la crisi del Milan e la Juve che passa e va in finale (nuormalità).

Anche così è stato bello. Anche se tutto in silenzio è stato comunque bello. Anche se manca tutto, qualche cosa ci siamo ripresi. Tutto è compiuto. Il calcio finalmente si è ripreso il suo spazio. Magari fosse così anche per il resto ad iniziare dalla Scuola.

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