Pubblichiamo integralmente la replica del sindaco di Lagonegro in merito alla vicenda Pro Loco
LAGONEGRO (PZ) – “Credo nelle potenzialità della nostra Lagonegro ed è il motivo per cui mi sono candidato a Sindaco di questa Città. Credo nella valorizzazione dei borghi e dei beni culturali, tanto da farne una professione. Credo nel ruolo strategico che una pro loco debba avere nella promozione del paese ed è proprio per questo che abbiamo interloquito con la pro loco locale, prima ancora che con le altre associazioni, per strutturare una collaborazione con la nuova Amministrazione Comunale.
Non posso accettare, però, le provocazioni e le pretese con cui il presidente rivendica i contributi del comune perché suoi: le somme a disposizione del Comune, da bilancio o da fondi regionali, sono della comunità e l’Amministrazione Comunale ne dispone ai fini della realizzazione delle iniziative programmate, anche avvalendosi, eventualmente, della collaborazione di associazioni.
È evidente che il fatto che la presidenza della pro loco in questione sia affidata ad una persona che si è candidata in una lista avversaria stia rendendo complicato il dialogo con l’associazione, non a caso i toni sono quelli di una minoranza capricciosa, quasi come se la pro loco fosse una continuità di una parte dell’opposizione presente in Consiglio Comunale. Riequilibrare il Direttivo ed evitare che la pro loco si trasformasse in un comitato politico avrebbe potuto rappresentare una soluzione, non per garantire il Sindaco o la Maggioranza, bensì per garantire tutti i cittadini di Lagonegro. Il presidente, però, blinda la pro loco e blinda se stesso: chissà per garantire chi o cosa. Quali interessi ci sono?
Io mi sono dimesso dai miei incarichi di rappresentanza nell’ambito del FAI non quando sono stato eletto, nemmeno quando mi sono candidato, ma a febbraio, quando ho annunciato la mia candidatura, due mesi prima di firmarla. L’ho fatto per opportunità politica e per evitare che si potesse anche solo pensare che io potessi utilizzare un’organizzazione per fare propaganda.
Questa è la mia etica.
Per lo stesso motivo ho rappresentato al presidente della pro loco, che insistentemente rivendicava contributi comunali per la sua associazione, l’inopportunità dell’aver ricoperto la carica di presidente durante la campagna elettorale. Che lui lo ritenga normale è altra cosa.
Nessuna minaccia o promessa di scambio, c’è stato soltanto un appello ad una maggiore neutralità che avrebbe garantito una maggiore partecipazione di persone che dalla politica, per stanchezza o per sfiducia, prendono le distanze ma non vogliono isolarsi rispetto all’impegno sociale.
Ciononostante, ci siamo lasciati l’altro giorno confermando la mia pronta disponibilità a rilasciare l’autorizzazione per la realizzazione delle iniziative proposte dalla pro loco, purché compatibili con le date libere del cartellone degli eventi estivi, oltre che a farci carico dei diritti SIAE per gli eventi in questione.
Ciò che ne è seguito è scabroso: il Sindaco Falabella è diventato il despota ricattatore ed ecco una marea di post e commenti, di matrice politica e ricolmi di cattiveria.
Che quei commenti provengano dall’opposizione, o comunque da quelle fila, mi confermano la complicità tra la pro loco e parte della minoranza e mi dimostrano l’inopportunità di una pro loco alla mercè della politica.
Sono profondamente rammaricato che un’associazione che dovrebbe occuparsi della promozione territoriale si presti a questi giochi di basso livello che sono la perfetta riproposizione del clima che negli ultimi anni si è vissuto, e continuano a farci vivere, a Lagonegro.
Chiedo alla pro loco di stigmatizzare certi modi di fare e certi commenti.
L’imparzialità è l’unica via per un dialogo proficuo che miri al bene della Comunità.
La pacificazione sociale dipende da noi e siamo tutti chiamati ad essere costruttori di bene nella nostra comunità”.
Il Sindaco
Salvatore Falabella