“La scrittura è una delle tante forme della vita. Sostituisce il pianto”. La memoria del cielo di Paola Mastrocola

EDITORIALE – La protagonista del romanzo è Donata Mancasciulla, figlia di Vincenzo e Teresa, messa al mondo dopo un’attesa lunga, svilente ma speranzosa. Ed è per questo che Donata sente di aver scelto di diventare figlia di sua madre, scendendo dal “mondo della luna” con l’idea di proteggerla, renderla felice e instaurare con lei un rapporto simbiotico. Riconosce quella donna nel momento in cui la osserva tornare a casa stringendo il soprabito per vincere il freddo, immaginando di sostituire, in un abbraccio, quella mantellina leggera. Il romanzo è caratterizzato da un andare incontro all’infanzia, un percorso in cui poter ricostruire i pezzi della vita, tentando di arrivare a capire chi è realmente ora che è divenuta adulta. Donata trascorre intere giornate accanto a quella madre sempre dedita al lavoro, posando il suo sguardo su una quotidianità fatta di cucito e ricamo. Differente, invece, il legame con il padre, impiegato della Fiat, con il quale non instaura mai uno rapporto stretto; Donata lo scruta rimanendo sempre un passo indietro. 

Lungo tutto il canovaccio della storia, l’autrice completa il quadro mostrandoci altri momenti della condizione familiare e scorci della Torino degli anni ˈ50 e ˈ60; a puntellare il romanzo le storie degli uomini, delle famiglie, del potere magico della scrittura, il peso di parole come debiti, prestiti, tirare la cinghia e le usanze di un’epoca ormai lontana.

Paola Mastrocola regala molto di sé a Donata, scattando, tra tante descrizioni minuziose, la fotografia di un’infanzia che non finiamo mai di raccontare a noi stessi. “Non so quale infanzia raccontiamo” scrive, “se è la nostra o quella che le parole degli altri ci hanno confezionato addosso, come un vestito. Il vestito-infanzia”.  

Spesso i ricordi sono oggetti materiali che troviamo in casa, oppure oggetti che non abbiamo, che abbiamo perso e che sono diventati immagini mentali. O ancora, laddove non sono beni materiali, i ricordi si ripresentano attraverso espressioni, gesti, profumi che cerchiamo di riordinare e allineare. Il valore della memoria è sempre cruciale, anche se spesso può ingannarci, anche se spesso ci fa perdere nei pezzi sparsi conservati in una scatola, da montare e rimontare, senza conoscere il confine tra la nostra vita e una storia da raccontare.

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