La simbologia dell’albero negli affreschi del Convento dell’Immacolata di Lauria

Con questo articolo voglio parlarvi dei pregevoli affreschi ubicati all’interno della Sala del capitolo nel Convento dell’Immacolata di Lauria.
Gli affreschi sono lacunosi e di conseguenza in alcuni punti di difficile lettura, nonostante ciò, vista la particolare iconografia, costituiscono un documento storico e artistico di fondamentale importanza.

Dal punto di vista storico si può affermare che essi contribuiscono a colmare la penuria di fonti scritte che si riscontra nel nostro territorio, poiché tracciata sulle mura della Sala è la storia della diffusione del movimento monastico in Basilicata. Dal punto di vista artistico, il ciclo risulta molto complesso a livello iconografico ed iconologico. Molto probabilmente, visti i contenuti che emergono dalla sua lettura, questo doveva avere uno scopo didattico e/o divulgativo.
Per meglio comprendere il significato di ciò che è rappresentato sulle pareti della sala, iniziamo con spiegare che al movimento francescano appartengono varie famiglie, diversi ordini come ad esempio quello dei Conventuali e degli Osservanti. Questa differenziazione ben si coglie da un particolare del ciclo difatti, si vedono intenti ad innaffiare un albero collocato in un grande vaso sia San Francesco d’Assisi il fondatore dei Francescani sia San Bernardino da Siena, il riformatore dell’Ordine francescano degli Osservanti, quindi due figure di fondamentale importanza per il movimento e per la sua suddivisione.

La simbologia dell’albero è da sempre molto importante, infatti è innegabile come l’immagine del cosiddetto Lignum vitae ha avuto grande fortuna nella letteratura e nell’arte cristiana e ha influenzato pure il mondo francescano. Da sempre considerato manifestazione della presenza divina, l’albero è oggetto di venerazione anche in quanto strumento di comunicazione tra mondo celeste, terreno ed Inferi, inoltre il suo significato iconografico rimanda all’immagine della vita nella sua totalità oltre che della conoscenza.

In generale l’Albero francescano è utilizzato come espediente per rappresentare una sorta di genealogia rappresentativa dell’Ordine, difatti la sua ramificazione è di tipo genealogico, nel senso che i vari rami dell’Albero serafico simboleggiano i diversi movimenti, le varie famiglie dell’Ordine francescano. Nell’affresco in questione l’albero ha, invece, il compito di rappresentare i diversi conventi aderenti all’Ordine dei Frati Osservanti. Il fatto di appartenere allo stesso albero è una metafora che serve a porre l’accento su quello che è il comune denominatore che lega tutti i Francescani cioè la Fratellanza. Questa è la chiave del vero spirito francescano, a riprova di ciò basta osservare il fusto dell’albero, che invece di essere dritto è intrecciato a sottolineare appunto il legame strettissimo ed indissolubile che lega i membri dell’Ordine.

Lo studio della simbologia dell’opera non si ferma con l’analisi della raffigurazione dell’albero, in quanto sulla parte frontale del vaso è dipinto una sorta di stemma con raffigurati alcuni simboli cardine per l’Ordine ed in particolare per San Francesco. Il libro indicante la Regola, uno dei più importanti scritti lasciato dal Santo ai suoi Confratelli; la croce un evidente riferimento a Cristo che vuole alludere al fatto che il Santo era considerato Imitator Christi, inoltre su di essa vi sono altri simboli importanti. Ai lati della croce sono raffigurate sia le parti terminali del cingolo, la corda che i Francescani legano al saio con i tre nodi sia la corona del rosario, quest’ultima divenne attributo di San Francesco solo dopo il 1470 e fa riferimento ad una preghiera devozionale.

Racchiusa dai due rami dell’albero, è un’immagine di difficile interpretazione. Si vedono tre figure religiose una maschile e due femminili. Il Santo con la croce, purtroppo, a causa della lacunosità dell’affresco è di difficile lettura, probabilmente visto l’attributo iconografico, potrebbe identificarsi con San Bonaventura da Bagnoregio. La sua presenza si spiega giacché Egli fu di fondamentale importanza per i Francescani al punto da essere ritenuto secondo fondatore dell’Ordine. Accanto al Santo è visibile una Santa raffigurata nuda con i lunghi capelli sciolti, forse identificabile come Sant’Agnese poiché spesso raffigurata nuda coperta solamente dai lunghi capelli, la Santa simbolo della Castità, potrebbe alludere ad uno dei precetti fondamentali dell’Ordine francescano. In ultimo, sulla destra vi è un’altra figura femminile: Santa Chiara, francescana e fondatrice dell’Ordine femminile delle Clarisse.

Il cartiglio, che si snoda fra i tre Santi, ricorda quelli che sono gli aspetti fondamentali dell’Ordine Francescano cioè Povertà, Obbedienza e Castità.
L’albero francescano raffigurato nella Sala Capitolare è molto particolare anche per un altro motivo, infatti, dal suo tronco nascono delle rose attributo mariano per eccellenza e i suoi rami altro non sono che tralicci di vite, difatti è visibile anche l’uva. La vite è piuttosto frequente come motivo decorativo nell’arte sacra, la pianta ed il suo frutto sono considerati simboli di Cristo e del suo sacrificio e della fede cristiana. Ed è proprio come tralicci di vite che si diramano i rami dell’Albero francescano ai quali fanno capo figure angeliche che reggono dei cartigli sui quali sono scritti i nomi dei centri della Basilicata appartenenti all’Ordine dei frati Osservanti.
Purtroppo, a causa delle cattive condizioni di conservazione non tutti i luoghi scritti sui cartigli sono di facile lettura, sono leggibili solamente alcuni nomi come Lucus Capituli Lauriae Luogo del capitolo di Lauria o L. Policastri Luogo di Policastro o ancora Locus Marateae Luogo di Maratea.

A livello stilistico la caratteristica principale dell’opera è la decoratività, i rami dell’albero formano una cornice a caratteri fitomorfici nella quale s’intersecano figure umane anch’esse rese secondo moduli decorativi tanto da divenire esse stesse elementi di vegetazione e dunque di decorazione.
In conclusione si può tranquillamente affermare che il ciclo di affreschi conservato nella Sala capitolare del Convento dell’Immacolata a Lauria costituisce una testimonianza visibile e tangibile della storia del movimento monastico lauriota e lucano e dei cambiamenti che nel corso del tempo si sono susseguiti.