La società italiana tra santoni, imbonitori e stregoni

EDITORIALE – Ieri è morto Davide Vannoni.

Ma questo non è un elogio funebre (requiescat in pace).

È solo una constatazione, a titolo strettamente personale, sulla società italiana e sul suo rapporto con i santoni, gli imbonitori e gli stregoni.

Il Metodo Stamina e, prima ancora, il metodo Di Bella e, poi, i vaccini obbligatori ma anche gli OGM e l’ energia nucleare, da ultimo il clima e il riscaldamento globale: ciclicamente in Italia il confronto tra scienza, da un lato, e politica e giurisprudenza, dall’altro, si fa aspro e, come spesso accade, si gioca sull’infido terreno dei media e nelle piazze piuttosto che sul terreno della ricerca, con il conforto del metodo scientifico e del confronto tra competenti.

L’arena dove i diversi punti di vista trovano visibilità è, perciò, drogata; portare nello stesso studio televisivo lo scienziato che snocciola dati, verificati dalla comunità internazionale dei suoi pari, e la mamma “informata” che disquisisce di danni da vaccini o, peggio da un punto di vista deontologico, la mamma che giura che il proprio figlioletto malato ha tratto sicuro giovamento dall’intruglio proposto dal guru di turno, non è democrazia, né corretta informazione, né garanzia di un serio contraddittorio.

E così è successo, nell’Italia del terzo millennio, che non solo l’opinione pubblica ma anche la politica (o, per usare un termine ampolloso, il Legislatore), sulla base di un confronto truccato e per non scontentare il potenziale elettore, ha reputato corretto avallare un metodo come quello Stamina che, invece, tutta la comunità scientifica aveva respinto poiché privo di fondamento, di prove e, mi si perdoni il gioco di parole, privo di metodo.

Non solo il Parlamento, ma anche tanti Tribunali italiani, mentre imperversavano i talk show e le manifestazioni di piazza con i bambini in fin di vita portati da genitori disperati e sfruttati, hanno ordinato, come atto dovuto, alle Aziende Sanitarie e agli ospedali la continuazione del trattamento dei pazienti gravi con l’infuso di staminali e con rimborsi a carico del sistema sanitario nazionale e, in definitiva, del contribuente.

Come tutto ciò sia potuto succedere resta un mistero della vita pubblica del Belpaese.

O forse no.

Vige tra noi un diffuso sospetto della scienza e degli scienziati, soprattutto se i ricercatori si finanziano con fondi privati, magari delle case farmaceutiche o delle industrie chimiche o, peggio, di aziende di biotecnologie agrarie.

Perché si sa il capitalismo è cattivo e se fa ricerca è solo per lucro…

Invece, credere ai guru che non pubblicano le ricerche, i dati e le metodiche e che magari ottengono anche finanziamenti pubblici come nel caso Stamina, è un sacrosanto atto di fede popolare in favore dell’eroe solitario, del genio osteggiato dagli invidiosi scienziati asserviti alle lobby, dell’apostolo e del martire per la “verità”.