Lagonegro, Di Stefano (Cif) risponde a Brigante: ‘nella saggezza della proprie competenze serve ricostruire un Paese’

Lagonegro (PZ) – “Il CIF Comunale di Lagonegro (Centro Italiano Femminile), sulla base dei principi fondanti e identitari quali solidarietà, sussidiarietà, promozione sociale partecipata, formazione umana e fratellanza al servizio del prossimo, ritiene necessario, alla luce della lettera inviata alla Conferenza Episcopale dall’Arch. Antonio Brigante –candidato Sindaco per la lista Cantiere- esprimere la propria libera e autonoma opinione”. Dichiara Maria Carmela Di Stefano Presidente del Cif comunale di Lagonegro.

Di seguito la nota, integralmente, continua: “In un tessuto sociale frammentato, antagonista e ripetutamente attanagliato da multiformi e ataviche difficoltà, spesso di ordine strettamente economico e al momento pandemico, è opportuno e proficuo evitare inutili attacchi, improduttive divisioni e obsoleti protagonismi, ex adverso occorre, nell’ambito delle proprie competenze nonché nella saggezza dello svolgimento dei ruoli e nel vivo senso di responsabilità, “ricostruire” un Paese che, da troppo tempo, ha dimenticato l’orgoglio delle sue radici consegnando supinamente all’oblio la propria identità e vocazione, ha accantonato i linguaggi della sua conclamata tradizione socio-culturale, la memoria del suo illustre passato unitamente al corretto rispetto e attuazione della prassi istituzionale-democratica confondendola, ahimè, con il sentito dire o/e col il superficiale chiacchiericcio di strada.

E qui perveniamo al punto di domanda ovvero cosa veramente interessa alla popolazione di Lagonegro in questo particolare e attuale “momento storico”?

Riflettendo: poco servono le guerre, tantomeno la guerriglia e ancora meno l’attacco ad “effetto” che desta scalpore e disorientamento oppure la critica (non certo in senso kantiano) tranchant o/e le parole trash rivolte alle Istituzioni e per di più a quelle religiose.

Al contrario, di concerto con tutto il corpo elettorale, gli eletti di maggioranza con quelli di minoranza, sia pure nelle loro reciproche differenze e ruoli, soltanto INSIEME, scevri da pregiudizi, ritorsioni e conflitti personali progettando, pensando e facendo “rete” possono promuovere il bene comune e la effettiva ricostruzione di Lagonegro, abbattendo così il “muro di Berlino”.

Certamente occorrerà tanto, tanto impegno e notevole senso di responsabilità “diffusa”, ma soltanto in tal modo si potrà riportare la nostra piccola città ai vetusti allori allorché per la sua spiccata vocazione culturale era protagonista indiscussa nella società di Basilicata.

Tale progetto e processo di democrazia partecipata necessita, dunque, sia di una autentica e pacifica collaborazione tra le forze istituzionali laiche ed ecclesiastiche, sia di un costante e leale dibattito socio-politico e antropologico tra il governo cittadino e le forze di minoranza.

Per questi motivi noi chiediamo il RISPETTO delle Istituzioni nonchè del nostro Vescovo alla luce del seguente slogan: <<uomini e donne di Lagonegro: nemici mai bensì amici per il bene della nostra città>>”.

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